Dal momento che l’inflazione non ha ancora raggiunto il suo picco massimo, e che quindi nei prossimi mesi sono attesi ulteriori aumenti dei prezzi, la situazione che si presenterà in autunno complici i nuovi rincari sulle bollette di gas e luce, sarà tutt’altro che facile da affrontare per famiglie e imprese italiane.
A determinare l’attuale situazione una serie di fattori che ormai si sovrappongono in una serie di concause dalle trame indistricabili. I vari lockdown imposti in diversi Paesi del mondo per via dell’emergenza Covid-19 hanno creato un forte squilibrio che ha destabilizzato il sistema economico globale innescando la crisi della supply chain.
Lo squilibrio tra domanda e offerta ha contribuito a sua volta ad aggravare la crisi delle materie prime e conseguenti aumenti dei prezzi, e in questo contesto di forte instabilità si è andata a materializzare la crisi ucraina, con la decisione della Russia di dare il via all’operazione militare speciale tutt’ora in corso.
I Paesi NATO hanno deciso di schierarsi contro la Russia di Vladimir Putin imponendo quelle sanzioni che hanno pesantemente contribuito a creare l’attuale crisi energetica nei Paesi europei, creando terreno fertile per aumenti dei prezzi dell’energia ormai insostenibili.
Nuovi aumenti e nuovi bonus in arrivo in autunno
Con l’arrivo dell’autunno l’intero quadro socio-economico peggiorerà ulteriormente in Italia e in misura diversa negli altri Paesi d’Europa. Si prevedono nuovi aumenti per i costi di produzione, di conseguenza rincari sui prodotti finiti e aumento della spesa per le famiglie. I rincari interesseranno sia le materie prime che i generi alimentari anche di prima necessità, con aumenti legati al costo dei carburanti anche per i mezzi di trasporto.
Lo scenario sopra sommariamente descritto ingenera un meccanismo di riduzione della fiducia dei consumatori e calo dei consumi che a sua volta provoca una riduzione della produzione e inevitabili problemi occupazionali legati allo stop e agli eventuali fallimenti.
Sono previsti aumenti anche sui prezzi di petrolio e carbone, infatti stando a quanto rileva CsC hanno subito impennate notevoli, con incrementi di prezzo rispettivamente del +24% e del +122% tra dicembre 2019 e gennaio 2022.
Quello della crescita dei prezzi legata all’aumento dei costi dell’energia è quindi un problema destinato a rimanere il “numero uno” almeno sulla prospettiva del breve periodo, e inevitabilmente ce lo trascineremo ancora per tutto il resto dell’anno con un complessivo peggioramento della situazione dovuto al maggior utilizzo di risorse per la stagione fredda.
Tutto lascia pensare che il tasso di inflazione non abbia ancora raggiunto il suo picco massimo, e che quindi dovremo aspettarci ulteriori aumenti dei prezzi nei prossimi trimestri. E quel che è peggio è che, come conferma Il Sole 24 Ore in un pezzo di approfondimento, “il caro vita potrebbe non essere un fenomeno temporaneo”.
Si pone l’esigenza quindi di intervenire in modo deciso contro l’aumento del costo della vita, come lo stesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Roberto Garofoli, ha sottolineato nel corso di un suo intervento al meeting di Cl tenutosi a Rimini.
“I recenti aumenti dei prezzi delle fonti energetiche determinano ulteriori preoccupazioni” ha affermato il sottosegretario Garofoli “il governo continuerà nelle prossime settimane a monitorare questa situazione e a muoversi sul solco tracciato dal Capo dello Stato al momento dello scioglimento delle Camere”.
Quali sono i nuovi bonus in arrivo in autunno
Uno dei settori in cui ci sono già stati forti aumenti dei prezzi, con la previsioni di nuovi rincari nell’imminente futuro, è quello dei trasporti. Finora il governo guidato da Mario Draghi ha puntato su interventi sulle accise per contrastare gli incrementi di prezzo sui carburanti, con il risultato di tenere stabilmente al di sotto dei 2 euro il costo di diesel e benzina.
Ma non è tutto, perché per quel che riguarda i trasporti è importante intervenire anche sul costo dei mezzi pubblici, anch’esso in costante aumento per via dei rincari sui carburanti.
Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha spiegato che a partire dal mese di settembre sarà possibile, per gli utenti del trasporto pubblico, richiedere un bonus mobilità. Quest’agevolazione, ribattezzata semplicemente bonus Trasporti, è indirizzata in particolare ad alcune fasce della popolazione, quali pensionati e studenti prima di tutto, ma anche lavoratori pendolari, e più in generale a tutti quei cittadini che si trovano ad utilizzare con una certa frequenza i trasporti pubblici, sia su rotaie che su gomma.
Il bonus Trasporti prevede uno sconto sulla spesa da sostenere per i mezzi di trasporto pubblici e può raggiungere il 100% fino ad un tetto massimo fissato a 60 euro. Stiamo parlando di un sostegno nominativo, che può essere usato per acquistare un solo abbonamento annuale, mensile o relativo a più mensilità, che deve essere acquistato nel mese in cui è stato richiesto e riconosciuto il bonus.
Il periodo di validità del bonus Trasporti è limitato al solo mese solare in cui viene emesso, anche se l’acquisto dell’abbonamento permette di fruire del servizio di trasporto pubblico per diversi mesi, anche a partire dal mese successivo a quello in cui la spesa è stata sostenuta.
Ogni beneficiario del bonus Trasporti può chiedere un “bonus Trasporti” al mese entro il 31 dicembre 2022 oppure fino ad esaurimento delle risorse stanziate per l’agevolazione (al momento sono stati stanziati in tutto 79 milioni di euro per questo bonus).
Il bonus Trasporti in ogni caso è legato al reddito, quindi potrà essere riconosciuto solo a coloro che risultano in possesso dei requisiti previsti dalla normativa che lo introduce. In particolare possono beneficiare del bonus Trasporti solo le persone fisiche che hanno un reddito complessivo conseguito nell’anno 2021 che non supera il tetto dei 35 mila euro.
Bonus una tantum 200 euro per lavoratori domestici e altre categorie escluse
Il bonus una tantum da 200 euro è stato introdotto dal governo di Mario Draghi per contrastare gli effetti dei rincari sulla spesa delle famiglie. Si tratta di un bonus che viene destinato non sulla base dell’Isee del nucleo familiare, ma sulla base del reddito individuale che non deve superare i 35 mila euro.
Questo bonus è già stato riconosciuto ed erogato a circa 13 milioni di pensionati e 800 mila nuclei che percepiscono il Reddito di Cittadinanza, e nel mese di agosto è stato riconosciuto anche a tutti i lavoratori dipendenti con un reddito fino a 35 mila euro appunto.
Nel mese di luglio intanto l’Inps ha provveduto a disporre i pagamenti per oltre 427 mila lavoratori domestici sulla base delle domande che sono state presentate. Ai primi di agosto le istanze presentate per il bonus lavoratori domestici erano in tutto 445.875 secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, ma per questa categoria c’è ancora tempo fino al 30 settembre per presentare domanda.
Dopo i lavoratori domestici avranno modo di ricevere il bonus una tantum da 200 euro anche altre categorie inizialmente escluse. Questa viene definita “fase due” del bonus, e prevede che a partire dal mese di ottobre 2022 l’Inps provvederà ad erogare il sostegno in maniera automatica ai titolari di disoccupazione Naspi e Dis-Coll, a patto che risultino beneficiari del sussidio già dal mese di giugno.
Si aggiungono alla platea di beneficiari del bonus 200 euro poi anche coloro che percepiscono la disoccupazione agricola 2021 e i titolari delle ex Indennità Covid. Mentre le altre categorie che hanno diritto al bonus ma che devono presentare domanda per ottenerlo avranno tempo fino alla fine del mese di ottobre.
Ci sono infatti altre categorie che potranno beneficiare del bonus una tantum 200 euro, e queste comprenderanno, come previsto dal decreto Aiuti bis, i lavoratori che non erano coperti dal precedente decreto, quindi cassintegrati, lavoratrici rientrate dalla maternità, ma anche dottorandi, sportivi, assegnisti di ricerca e pensionati dal 1° luglio 2022.
Sono stati inoltre finanziati per un totale di ulteriori 100 milioni di euro, i bonus 200 euro per i professionisti. Più nello specifico il bonus sarà accessibile a lavoratori autonomi e professionisti per un totale di circa 3 milioni di individui che però dovranno presentare regolare domanda al proprio ente previdenziale, come lo stesso ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha spiegato nei giorni scorsi.
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