un elmetto giallo posato su un piano di legno in un cantiere

Il Superbonus 90%, un’agevolazione fiscale introdotta per incentivare la ristrutturazione e l’efficientamento energetico degli edifici, diventa nel 2023 irraggiungibile per la maggior parte dei contribuenti.

Infatti, sebbene per tutti i nuovi lavori la detrazione spettante sia al 90%, non è possibile cedere il credito o richiedere lo sconto in fattura per i nuovi progetti avviati nel 2023.

Pertanto, il contribuente può recuperare la detrazione al 90% spettante solo in dichiarazione dei redditi. Purtroppo però, essendo necessario ammortizzare la detrazione in soli 4 anni, e considerando il costo elevato dei lavori che si eseguono con il Superbonus, è quasi impossibile per la maggioranza dei contribuenti di poterne beneficiare.

Il Superbonus al 90% nel 2023, dunque, sarà limitato solo a un gruppo ristretto di beneficiari, ovvero coloro che per capienza fiscale possono portare in detrazione tutto lo sconto spettante in 4 annualità.

Il Superbonus 90% diventa solo una chimera per la maggior parte dei contribuenti

Pur trattandosi di una misura ancora in vigore, il Superbonus 90% diventa un’agevolazione destinata solo a pochi contribuenti, ovvero a coloro che hanno la giusta capienza Irpef.

Secondo i dati forniti dall’Enea, infatti, dei contribuenti che potrebbero essere interessati dal Superbonus, il 90% resterebbe escluso per l’incapienza fiscale. Anche se si accede al beneficio, si perderebbe una grossa parte dell’agevolazione.

Inoltre, solo chi ha redditi molto alti e quindi Irpef molto alta da pagare, non perderebbe parte del beneficio. Infatti, recuperare il 90% della spesa in 4 anni contando solo sulla propria capienza Irpef, non permette a moltissimi di poter fruire del Superbonus per interventi ammessi dall’importo elevato.

La detrazione in 10 anni, infatti, è stata prevista solo per le spese sostenute nel corso del 2022 ma non anche per i nuovi lavori iniziati nel 2023. Anche i condomini rischiano di non poter usufruire del Superbonus, visto che, seppur la spesa va ripartita per tutti i proprietari degli immobili, si tratta di somme talmente elevate che si ricade comunque nel rischio dell’incapienza fiscale.

Anche per i ripescati accedere al Superbonus non sarà facile

Difficoltà anche per coloro che avevano approvato i lavori entro la fine del 2022 e che possono ancora sperare di beneficiare del superbonus. Questi “ripescati” possono ancora godere della detrazione al 110% e contare sull’ottenimento dello sconto in fattura e sulla cessione del credito, ma il principale problema in questo caso è l’incertezza.

Infatti, non c’è alcuna garanzia che dopo il primo Sal ci sia qualcuno disposto ad acquistare il credito, in quanto il mercato dei crediti risulta ancora bloccato. Questo potrebbe comportare il rischio di avere cantieri incompiuti, lavori parzialmente finiti e una somma considerevole di denaro che non sarà possibile recuperare.

In definitiva, il superbonus, che era stato una grande opportunità negli ultimi anni, si sta gradualmente trasformando in una chimera accessibile solo a pochi fortunati.

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