Il Superbonus, con quota di detrazione al 110%, non durerà ancora a lungo, ma a quanto pare vi sono delle buone probabilità che si abbia infine una proroga almeno fino alla fine del 2023.
Potrebbero cambiare infatti le regole per quel che riguarda l’accesso all’agevolazione del Superbonus, che fino ad ora prevedeva come termine ultimo per presentare la Cila la data del 25 novembre, ormai ampiamente trascorsa.
Ci sono però almeno due emendamenti di Fratelli d’Italia al decreto Aiuti quater, con uno dei quali si richiede la proroga della scadenza per presentare la Cila, e in questo modo si determina una estensione della platea dei soggetti che potranno ancora beneficiare della detrazione al 110% anche nel 2023.
C’è poi un secondo emendamento, sempre di Fratelli d’Italia, che mira a sbloccare il meccanismo della cessione del credito usando gli F24. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le novità in arrivo, e in che modo stanno per cambiare le regole per accedere al Superbonus 110%.
Superbonus, scadenza per presentare la Cila slitta al 31 dicembre
La data entro cui si doveva presentare la Cila per poter avere accesso al Superbonus al 110% anche nel 2023 era stata fissata al 25 novembre 2022, ma con un emendamento al decreto Aiuti presentato da Fratelli d’Italia questa scadenza potrebbe slittare al 31 dicembre.
Visto che il tempo ‘extra’ concesso agli interessati per poter accedere al Superbonus è comunque limitato, questa proroga della scadenza imporrà a molti professionisti di tutta Italia di presentare le Cilas entro la fine dell’anno, con il risultato che gli uffici tecnici dei Comuni potrebbero risultarne intasati.
Quel che conta però è che in questo modo per molti altri contribuenti sarà possibile beneficiare della detrazione al 110% anche per il 2023.
Il provvedimento contenuto nel decreto Aiuti quater prevede l’abbassamento dell’aliquota di detrazione del Superbonus al 90% nel 2023, con nuovi requisiti di reddito per i proprietari di villette, e il calcolo dei requisiti attraverso il sistema del quoziente familiare al posto dell’Isee.
Cessione del credito Superbonus, cosa propongono Ance e Abi
Con il secondo emendamento presentato dal partito di Giorgia Meloni si tenta invece di sbloccare il meccanismo, inceppato da tempo, della cessione del credito.
L’obiettivo dell’emendamento sarebbe quello di riuscire a sbloccare almeno i crediti già maturati ma rimasti fermi. Questo dovrebbe avvenire, come spiega Money.it “attraverso i modelli F24 presi in carico dalle banche per conto dei loro clienti: verrebbero pagati, almeno in parte, dai crediti fiscali già acquisiti dagli istituti”.
Per il contribuente che paga i lavori non dovrebbe cambiare nulla in realtà, ma grazie a questa modifica dovrebbe essere possibile sbloccare la capienza fiscale delle banche.
Stando alle cifre che riporta Il Sole 24 Ore, in questo momento gli F24 pesano tra i 400 e i 500 miliardi di euro l’anno, e per ogni punto di questa operazione dovrebbe essere possibile liberare capienza per 4 o 5 miliardi. Si tratta della proposta presentata da Ance e Abi nei giorni scorsi, e va a rimpiazzare quella della cessione del credito spalmata in 10 anni, che è stata stralciata.
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