La riforma fiscale, approvata il mese scorso, è sempre un argomento di grande interesse per i cittadini italiani, soprattutto quando si tratta di cambiamenti nel catasto, nelle tasse sulle case e sui terreni.
In fondo, queste modifiche riguardano gran parte della popolazione italiana. Proviamo quindi vedere nel dettaglio cosa prevede questa riforma fiscale e come influisce sul catasto, sulle case, i terreni agricoli e altri fabbricati.
Cosa cambia per case e terreni con la riforma fiscale
La riforma fiscale approvata di recente è stata un argomento di grande discussione. Tuttavia, sembra che ci siano pochi cambiamenti significativi per quanto riguarda il catasto delle case, dei terreni e dei fabbricati, a differenza di quanto si era ipotizzato in precedenza. Iniziamo esaminando i punti principali:
- Le aliquote Irpef: la riforma prevede una revisione delle aliquote Irpef per la tassazione dei redditi, ma non sembra ci siano cambiamenti sostanziali per il catasto.
- La residenza fiscale: la riforma introduce nuove regole sulla residenza fiscale, ma questo aspetto non influisce direttamente sul catasto.
- No Tax Area omogenea: la “No Tax Area omogenea” è un concetto introdotto dalla riforma, ma non ha un impatto diretto sul catasto. Si tratta della soglia di reddito al di sotto della quale non è necessario versare alcuna somma al fisco in merito a tasse e imposte.
- Stop della riscossione a dicembre: la riforma prevede uno stop alla riscossione delle tasse a dicembre anziché solo in estate.
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I cambiamenti specifici nel catasto
La buona notizia per i proprietari di immobili è che, almeno al momento, non sembra ci saranno modifiche significative nel catasto. Inizialmente, si era ipotizzata una revisione del catasto, ma il governo Meloni ha chiarito che non è una priorità allo stato attuale. Infatti, i valori catastali italiani attuali non richiedono modifiche urgenti.
Tuttavia, la riforma fiscale include un riferimento alla revisione delle classi delle case, il che potrebbe influenzare le compravendite in base alle classi. Questo significa che alcune proprietà potrebbero essere soggette a diverse imposte in base alla loro classificazione.
Un aspetto interessante della riforma riguarda il catasto agricolo. Si sta considerando l’idea di aggiornare annualmente le qualità e le classi di colture. Inoltre, si sta pensando di estendere la tassazione catastale alle attività di coltivazione innovativa, come le vertical farm e le micro propagazioni. Questo potrebbe avere un impatto significativo sui redditi agrari e sulle tasse associate.
Per quanto riguarda i redditi dei fabbricati, la riforma sta valutando l’opzione di estendere l’uso della cedolare secca anche agli immobili non abitativi. Questo potrebbe semplificare la tassazione per i proprietari di immobili commerciali e industriali.
La riforma del catasto iniziata dal governo di Mario Draghi
È importante notare che la riforma del catasto proposta dall’ex governo Draghi aveva l’obiettivo principale di identificare gli immobili “fantasma” e non prevedeva aumenti significativi delle tasse sulle case. Si concentrava sulla revisione delle rendite catastali e sulla creazione di una rendita “ulteriore” che non influenzasse la base imponibile per le tasse.
Possiamo quindi affermare che la recente riforma fiscale in Italia non dovrebbe comportare cambiamenti sostanziali nel catasto delle case, dei terreni e dei fabbricati. Tuttavia, ci sono alcune modifiche previste per le classi delle case e potrebbero esserci cambiamenti significativi nel catasto agricolo e nella tassazione dei fabbricati non abitativi.
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