le mani di due persone che si passano la penna e un documento da firmare su una scrivania
Riforma fiscale: novità sulla cedolare secca - Borsainside.com

Nel contesto della riforma fiscale cui sta lavorando il governo guidato da Giorgia Meloni, uno dei punti più discussi e attesi è l’estensione della cedolare secca ai contratti di locazione per uffici e negozi.

Questa misura, a lungo rimandata, potrebbe finalmente vedere la luce grazie alla nuova delega fiscale. In questo articolo, esploreremo dettagliatamente i cambiamenti proposti, analizzando come potrebbero influenzare i proprietari e gli affittuari.

Uno degli aspetti più rilevanti della proposta è l’introduzione di una flat tax al 21% per le persone fisiche che possiedono uffici e negozi e li affittano ad artigiani, commercianti e professionisti. Ma c’è un’ulteriore agevolazione per chi affitta in piccoli centri abitati con meno di 5.000 abitanti: l’aliquota potrebbe scendere al 15%. Questa misura potrebbe, finalmente, alleviare il carico fiscale su chi decide di investire in immobili commerciali.

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Quali saranno le limitazioni

Tuttavia, non tutto è rose e fiori. La questione delle coperture finanziarie rimane un ostacolo significativo, e potrebbe ritardare l’attuazione di questa misura. Inoltre, si prospetta l’ipotesi di limitare l’accesso alla flat tax solo alle persone fisiche, escludendo le aziende.

Questo potrebbe portare ad un vantaggio per i piccoli proprietari, che al momento sono spesso gravati da aliquote marginali del 43% sulle locazioni.

Un altro aspetto da considerare è che la flat tax potrebbe applicarsi solo ai nuovi contratti, lasciando quelli esistenti al regime fiscale attuale. Questo potrebbe rappresentare un problema per chi ha contratti in corso o per chi ha rinnovato il contratto di locazione recentemente.

Per prevenire abusi, è stata suggerita l’introduzione di una regola che impedisca al proprietario di applicare la flat tax con lo stesso affittuario subito dopo la disdetta di un contratto, evitando così che la misura sia aggirata.

Locazioni commerciali e affitti ad uso abitativo

La principale differenza tra le locazioni commerciali e quelle abitative risiede nella necessità di registrare i contratti commerciali. Questa registrazione è nell’interesse sia dei proprietari che degli affittuari, poiché le spese possono essere dedotte dai compensi nella dichiarazione dei redditi.

A differenza delle locazioni abitative, le locazioni commerciali non erano interessate dalla cedolare secca in passato, in quanto non rappresentavano una fonte significativa di affitti non dichiarati.

Con l’introduzione della flat tax per le locazioni commerciali nel 2019, si è stimato un gettito minore pari a 320 milioni di euro. Questo suggerisce quanto possa essere complesso l’adattamento delle normative fiscali in un contesto commerciale.

Quando potremo vedere l’attuazione di questa riforma fiscale? Sicuramente, bisognerà attendere qualche settimana per capire se il governo includerà la misura nella Legge di Bilancio. Le risorse sono limitate, e le priorità riguardano altri aspetti, come il cuneo fiscale e la revisione degli scaglioni Irpef. La flat tax per le locazioni commerciali dovrà competere per l’attenzione e il finanziamento tra queste misure considerate prioritarie.

Quindi, l’attuazione della flat tax per uffici e negozi rappresenta un passo significativo verso una riforma fiscale più equa e competitiva. Tuttavia, le sfide legate alle coperture finanziarie e alle limitazioni nell’applicazione della misura rimangono da affrontare. Solo il tempo dirà quando questa attesa riforma diventerà realtà. Restiamo in attesa degli sviluppi futuri in questo importante contesto fiscale.

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