Forse non tutti sanno che è possibile lavorare in proprio anche senza aprire partita Iva. È noto che aprire una partita Iva può comportare spese difficili da sostenere nelle fasi iniziali della propria attività, quando questa non è ancora ben avviata e le uscite tendono ad essere più delle entrate.
Esiste però la possibilità di avviare la propria attività di lavoratore autonomo anche senza aprire partita Iva, e nonostante questo essere perfettamente in regola con il Fisco.
Si può lavorare come autonomo senza aprire partita Iva?
Diciamo subito che la possibilità di avviare la propria attività lavorativa autonoma senza aprire partita Iva è prevista solo in alcuni casi e ad alcune specifiche condizioni. Quindi cerchiamo di capire come prima cosa quando è possibile evitare di aprire partita Iva e quando invece non si può fare altrimenti.
I casi in cui è possibile avviare un’attività in proprio senza aprire partita Iva sono limitati. L’attività deve essere svolta in modo occasionale, e in questo caso si può ricorrere infatti al contratto di lavoro autonomo occasionale che non richiede l’apertura di partita Iva.
Bisogna quindi capire quando l’attività di lavoro autonomo si può definire occasionale. A tal proposito l’articolo 2222 del codice civile specifica che la prestazione occasionale “è un lavoro svolto in maniera autonoma senza vincolo di subordinazione con l’azienda committente e che avviene saltuariamente”.
Per poter essere definito ‘occasionale’ il lavoro autonomo deve avere le seguenti caratteristiche:
- autonomo: il lavoratore svolge la propria attività in modo del tutto indipendente e libero
- non subordinato: il lavoratore non deve attenersi a regole e orari stabiliti da alcuna azienda
- saltuario: l’attività lavorativa deve svolgersi in maniera occasionale, cioè non in modo continuativo.
L’attività di lavoro autonomo occasionale, per la quale non è necessario aprire partita Iva, può successivamente diventare un lavoro in proprio avviato e non occasionale, ed è a quel punto che subentra l’obbligo di aprire la partita Iva.
Quali sono le regole da rispettare se si lavora senza partita Iva
Abbiamo detto che si può lavorare senza partita Iva se l’attività è occasionale, ma ci sono altre condizioni che devono risultare soddisfatte. L’attività occasionale infatti è sottoposta a dei limiti di compensi percepiti nel corso dell’anno solare, e per questo chi sottoscrive un contratto di lavoro occasionale deve soddisfare le seguenti condizioni:
- la collaborazione con una data azienda non può superare i 30 giorni nel corso dello stesso anno solare, perché in caso contrario diventa una collaborazione abituale e cotinuativa
- i compensi percepiti nel corso dell’anno solare non possono superare il totale di 5.000 euro. Nel momento in cui questo tetto viene superato occorre iscriversi alla Gestione Separata Inps e versare i contributi sulla parte che eccede detta soglia.
Per quanto riguarda la prima delle due condizioni comunque, è stata abolita unitamente ai voucher, ma nonostante questo la prestazione occasionale deve rimanere tale e non può essere svolta in modo abituale e continuativo, indipendentemente dalla durata del rapporto di collaborazione con le varie aziende.
Chi lavora in proprio senza partita Iva non è tenuto ad emettere fattura, e nel momento in cui andrà a dichiarare i compensi percepiti dovrà emettere una ricevuta per prestazione d’opera occasionale, alla quale si applica un 20% di ritenuta d’acconto.
Tutti i compensi percepiti nel corso dell’anno solare devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi compilando il Modello 730 (modello unico), e riportati nell’apposita sezione come “redditi diversi”.
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