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Il servizio di raccolta rifiuti rappresenta una delle principali responsabilità delle amministrazioni comunali. Nel caso in cui questo servizio non venga effettuato regolarmente, i contribuenti hanno il diritto ad ottenere uno sconto sulla Tari, la tassa sui rifiuti. Tuttavia, spetta al contribuente l’onere della prova del mancato servizio per poter usufruire della riduzione della tassa.

A confermarlo è la Corte di Cassazione, che con la sentenza n. 5433 del 21 febbraio 2023, ha ribadito che il contribuente è tenuto a dimostrare che il servizio non viene effettuato regolarmente per poter ottenere lo sconto sulla Tari. In presenza di questa prova, lo sconto è obbligatorio, anche se non è stato previsto dal regolamento comunale.

Le famiglie e le imprese hanno diritto a pagare la Tari in forma ridotta quando l’attività di raccolta non viene svolta effettuata fin davanti all’abitazione della famiglia o alla sede di un’azienda. In caso di mancato servizio, il contribuente può evitare di pagare la tassa. Tuttavia, spetta al contribuente dimostrare il mancato servizio.

Questo infatti è quanto stabilisce l’articolo 1, comma 656, della Legge n. 147/2013, che prevede che la Tari possa essere versata nella misura massima del 20% quando il servizio di raccolta rifiuti è carente o del tutto mancante. Inoltre, la tariffa è ridotta del 40% in rapporto alla distanza tra gli utenti e il posto di raccolta.

Il caso preso in considerazione dalla Corte di Cassazione

Nel caso analizzato dalla Corte di Cassazione, è stato stabilito che se il contribuente è costretto a chiedere un servizio sostitutivo privato, la Tari non deve essere pagata integralmente. Questa decisione è stata presa con l’ordinanza 5940 del 23 febbraio 2022. Questo caso particolare ha fornito informazioni particolarmente utili ai contribuenti per comprendere meglio i loro diritti e doveri nei confronti dell’amministrazione comunale.

La Corte di Cassazione ha ritenuto che, nel caso di trattamento di rifiuti speciali non assimilabili e non assimilati in via esclusiva al contribuente, il contribuente non può esimersi dall’obbligo di pagamento della Tari.

Ciò non significa che il contribuente non possa beneficiare degli sconti sulla tassa rifiuti in caso di mancato servizio. Tuttavia, è necessario che il contribuente dimostri l’esistenza di un disservizio nella raccolta dei rifiuti. Questo significa che, se la raccolta rifiuti non viene effettuata a regola d’arte o presenta delle lacune, spetta al contribuente dimostrare le carenze del servizio e richiedere gli sconti previsti dalla normativa.

La Corte di Cassazione sottolinea che, in questo caso, grava sul contribuente l’onere di provare la sussistenza delle condizioni per beneficiare del diritto ad ottenere una riduzione della superficie tassabile o, addirittura, l’esenzione. Questa costituisce un’eccezione alla regola del pagamento del tributo da parte di tutti coloro che occupano o detengono immobili nelle zone del territorio comunale.

Tari: come ottenere la riduzione dell’imposta

La Tari, acronimo di Tassa sui rifiuti, è un tributo che ogni cittadino deve pagare per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Tuttavia, quando il servizio non viene svolto in maniera regolare, è possibile ottenere una riduzione dell’imposta.

Il diritto alla riduzione della Tari sorge quando il servizio di raccolta rifiuti non viene svolto in modo efficiente o non rispetta le modalità previste dalla legge. L’amministrazione comunale risulta sempre responsabile del disservizio, al di là delle cause che lo hanno determinato. In questi casi, non è necessario dimostrare una precisa responsabilità dell’amministrazione comunale per poter accedere all’agevolazione.

La Corte di Cassazione, attraverso l’ordinanza 17334/2020, ha ribadito che, nelle aree in cui la raccolta dei rifiuti non viene effettuata, la Tari può essere versata nella misura massima del 40% della tariffa ordinaria. La percentuale di riduzione sarà graduata in funzione della distanza con il punto di raccolta più vicino.

Ciò significa che, sebbene il servizio di raccolta venga svolto, non viene effettuato nella zona in cui è collocato l’immobile. È necessario, quindi, parametrare la riduzione al peso economico della carenza, parametrato in termini chilometrici.

Inoltre, se il servizio di raccolta rifiuti non viene svolto o viene svolto in modo poco efficiente, non venendo a costituire le condizioni per le quali il contribuente ne possa usufruire, i diretti interessati hanno la possibilità di pagare in misura ridotta la tassa.

È importante sottolineare che il diritto alla riduzione della Tari sorge per il solo fatto che il servizio di raccolta non venga svolto concretamente o venga svolto in grave difformità rispetto alle modalità previste dalla legge, soprattutto in termini di distanze, capacità dei contenitori e frequenza della raccolta. Non hanno alcun rilievo le motivazioni per le quali si è verificato il disservizio.

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