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Agenzia delle Entrate - Borsainside

Il rimborso dell’Irpef per l’anno 2023 è una questione di grande interesse per i contribuenti italiani. Una volta presentata la dichiarazione dei redditi, sorge la legittima curiosità di sapere quando verrà erogato il rimborso Irpef, che può essere gestito sia dall’Agenzia delle Entrate che anticipato dal datore di lavoro in alcuni casi.

La tempistica per l’arrivo del rimborso Irpef dipende da diverse variabili, come la presenza o l’assenza di un sostituto d’imposta e il tipo di modello utilizzato per la dichiarazione dei redditi. Le tempistiche per il modello 730/2023, ad esempio, sono diverse da quelle del modello Redditi Pf.

Inoltre, il momento in cui viene inviata la dichiarazione dei redditi gioca un ruolo fondamentale: è evidente che più velocemente si completa l’adempimento, più presto si riceverà il rimborso. È importante sottolineare che ci possono essere differenze anche tra lavoratori dipendenti e pensionati.

Nel migliore dei casi, il rimborso potrebbe essere incluso nella busta paga di luglio 2023. Nel peggiore dei casi, invece, potrebbe essere necessario attendere più di un anno per ottenere il rimborso.

Quando arrivano i rimborsi Irpef, il calendario dei pagamenti

È opportuno fare chiarezza sul calendario dei pagamenti per il rimborso Irpef, sia se viene erogato direttamente attraverso la busta paga o la pensione, sia se viene pagato direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Questo permetterà ai contribuenti di avere una visione più chiara sulle tempistiche dei rimborsi.

Considerando che siamo in pieno periodo di presentazione delle dichiarazioni dei redditi, con l’invio del modello 730/2023 precompilato autorizzato a partire dall’11 maggio, è importante conoscere i tempi previsti per il rimborso.

Tuttavia, è necessario tenere presente che le tempistiche possono variare in base alla complessità della dichiarazione, alla verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate e ad eventuali ulteriori controlli. Pertanto, non esiste una risposta precisa e univoca sulla data di arrivo del rimborso Irpef. Ogni caso può avere caratteristiche diverse che influenzeranno la tempistica complessiva.

Negli ultimi anni è stata introdotta una nuova tempistica per i conguagli Irpef, sebbene le regole generali sui rimborsi fiscali siano rimaste invariate. Per quanto riguarda il rimborso del modello 730/2023, non c’è una data unica per tutti, ma un termine variabile in base alla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

In dettaglio, ci sono sei slot temporali e sei diverse periodicità per l’accredito dei rimborsi Irpef. I primi a ricevere il rimborso, calcolato in base all’imposta dovuta, alle detrazioni e alle deduzioni fiscali, sono coloro che hanno presentato il modello 730 entro il 31 maggio 2023. Per questi contribuenti, il rimborso Irpef arriverà nel mese di luglio e, per i lavoratori dipendenti, verrà pagato direttamente in busta paga.

Entro il 15 giugno 2023, i datori di lavoro riceveranno i prospetti di liquidazione relativi ai modelli 730 presentati entro il termine del 31 maggio, consentendo così di pagare il rimborso direttamente a luglio.

I tempi per l’arrivo dei rimborsi Irpef sono legati ai nuovi termini entro i quali il risultato finale della dichiarazione dei redditi trasmessa viene comunicato all’Agenzia delle Entrate. Di seguito è riportato il calendario di riferimento:

  • Entro il 15 giugno: comunicazione dei risultati finali delle dichiarazioni presentate entro il 31 maggio.
  • 29 giugno: comunicazione per le dichiarazioni presentate dal 1° al 20 giugno.
  • 23 luglio: comunicazione per le dichiarazioni presentate dal 21 giugno al 15 luglio.
  • 15 settembre: comunicazione per le dichiarazioni presentate dal 16 luglio al 31 agosto.
  • 30 settembre: comunicazione per le dichiarazioni presentate dal 1° al 30 settembre.

Regole ed eccezioni sui rimborsi Irpef

I rimborsi derivanti dal modello 730 saranno erogati sul primo stipendio utile a partire dal mese successivo a quello in cui il datore di lavoro ha ricevuto il prospetto di liquidazione. Le stesse regole si applicano anche nel caso di invio del modello 730 precompilato. Pertanto, potrebbe accadere di ricevere il rimborso del 730 nel mese di ottobre o addirittura a novembre, a seconda della data di invio della dichiarazione.

Le stesse tempistiche si applicano anche per i conguagli a debito. Ciò significa che, se il contribuente ha pagato meno tasse di quanto dovuto, dovrà saldare la differenza entro le stesse scadenze indicate per i rimborsi.

Le tempistiche e il termine mobile per i rimborsi e i conguagli si applicano anche ai pensionati. L’INPS e tutti gli enti pensionistici addebiteranno o accrediteranno le somme a partire dal secondo mese successivo a quello in cui riceveranno il prospetto di liquidazione. Di conseguenza, per i pensionati, il rimborso non sarà disponibile prima di agosto 2023, a condizione che abbiano inviato la dichiarazione entro il termine del 31 maggio.

Tuttavia, c’è un’eccezione a tutto questo: nel caso in cui il rimborso Irpef superi i 4.000 euro, l’Agenzia delle Entrate potrebbe effettuare controlli preventivi che potrebbero comportare tempi più lunghi per il rimborso. Questa misura è finalizzata a garantire la correttezza dei rimborsi di importo elevato e a prevenire eventuali errori o frodi.

Rimborsi 730/2023: Conguaglio Irpef senza sostituto d’imposta

Nel caso in cui si presenti il modello 730 senza sostituto d’imposta, sono previste regole specifiche per i rimborsi dell’Irpef. Il rimborso del 730 verrà effettuato tramite accredito diretto sul conto corrente, nel rispetto delle nuove regole sui tempi di accredito. Tuttavia, affinché il conguaglio vada a buon fine, è necessario che l’intestatario (o uno degli intestatari) del conto corrente sia la stessa persona che ha diritto al rimborso.

Nel caso in cui l’intestatario del rimborso non coincida con l’intestatario del conto corrente, l’Agenzia delle Entrate invierà una comunicazione al titolare del rimborso, invitandolo a recarsi presso un ufficio postale per riscuotere l’importo a conguaglio dell’Irpef in contanti. Questa modalità di pagamento sarà adottata per importi fino a un massimo di 1.000 euro.

Per importi superiori a 1.000 euro, comprensivi degli interessi, verrà emesso un assegno da Poste Italiane.

Quando verrà effettuato il rimborso in questi casi? L’Agenzia delle Entrate si impegna a effettuare l’accredito entro il 31 dicembre dell’anno in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi. Tuttavia, in caso di importi elevati, potrebbe verificarsi un ritardo di alcuni mesi, con una scadenza massima entro marzo 2024.

Invece per quel che riguarda i tempi di liquidazione per coloro che presentano la dichiarazione dei redditi senza sostituto d’imposta utilizzando il modello Redditi Pf sono più lunghi rispetto a quelli del modello 730/2023. In questo caso, esiste il rischio di dover aspettare fino all’anno successivo a quello della presentazione della dichiarazione dei redditi, e potrebbe persino superare il 30 marzo 2024 (data ultima per il rimborso del 730/2023 senza sostituto d’imposta).

Conguaglio Irpef: gestire il debito d’imposta derivante dal modello 730/2023

Oltre alla possibilità di ricevere un rimborso, la presentazione del modello 730/2023 potrebbe rivelare un debito Irpef.

Come è noto, durante la presentazione del Modello 730/2023 avviene il ricalcolo delle imposte dovute. Questo calcolo potrebbe determinare un credito per il contribuente (che avrebbe diritto a un rimborso), ma potrebbe anche risultare in un debito. Un caso comune si verifica quando i lavoratori hanno percepito redditi da più datori di lavoro nel corso dell’anno, oppure quando devono restituire il bonus Renzi.

Di conseguenza, potrebbe emergere un debito Irpef dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. In tal caso, sarà necessario provvedere al pagamento dell’importo dovuto.

Per i lavoratori dipendenti o i pensionati, il rimborso al fisco verrà effettuato dal proprio sostituto d’imposta tramite l’addebito dell’Irpef sulla busta paga o sulla rata della pensione. Coloro che presentano il modello 730 senza sostituto d’imposta dovranno invece effettuare autonomamente il pagamento dell’importo necessario per il conguaglio del debito Irpef.

Le opzioni disponibili per saldare il debito con l’Agenzia delle Entrate sono le seguenti: addebito su conto corrente tramite l’indicazione del proprio IBAN o pagamento mediante il modello F24 dell’Agenzia delle Entrate.

Per i contribuenti senza sostituto d’imposta che hanno utilizzato un intermediario (come un Caf o un commercialista) per presentare il modello 730, sarà possibile effettuare il conguaglio versando l’importo tramite il F24 ricevuto dall’intermediario abilitato.

È importante tenere presente che il conguaglio del debito d’imposta emerso dal modello 730/2023 deve essere gestito in modo accurato e tempestivo, in conformità con le norme fiscali vigenti.

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