Il governo di Giorgia Meloni si appresta ad introdurre diverse modifiche in materia fiscale, a cominciare dal ridimensionamento di alcuni bonus ed agevolazioni, ma anche per quel che riguarda le tasse vi sono novità in arrivo.
Al centro dell’azione del governo sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia vi sarà anche il tema dell’ambiente, e in particolare nella Legge di Bilancio 2023 dovrebbe trovare spazio una misura che introduce una nuova web green tax, che andrà ad interessare i profitti delle multinazionali del commercio digitale, con riferimento all’utilizzo di veicoli inquinanti.
Al tempo stesso l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni sta valutando la possibilità di eliminare due tasse che sono state annunciate, ma ancora mai introdotte, dai suoi predecessori. Stiamo parlando in modo specifico della plastic tax e della sugar tax, vale a dire rispettivamente la tassa sugli imballaggi di plastica e la tassa sulle bevande zuccherate.
Le intenzioni del governo Meloni in tal senso sono state anticipate proprio nelle scorse ore da Il Sole 24 Ore, che ha spiegato quali potrebbero essere effettivamente le scelte del nuovo esecutivo su questo tema, e in che modo si arriverebbe quindi alla cancellazione di plastic tax e sugar tax.
Cosa sono plastic tax e sugar tax
Plastic Tax e Sugar Tax sono state introdotte dal secondo governo di Giuseppe Conte verso la fine del 2019, ma di fatto non sono mai entrate in vigore.
In teoria l’idea di fondo della Plastic Tax voleva essere quella di disincentivare l’utilizzo di plastica monouso attraverso l’introduzione di una tassa da 0,45 euro per chilo di prodotti di plastica monouso venduti.
Invece la Sugar Tax doveva riguardare il consumo di bevande zuccherate analcoliche, anche in questo caso il disincentivo doveva arrivare attraverso una tassa ad hoc, per l’esattezza 10 euro da pagare per ogni ettolitro sui prodotti finiti e 0,25 euro per chilo nel caso di prodotti da utilizzare previa diluizione.
Applicare queste misure, così strutturate, non è mai sembrato molto facile, di conseguenza sia la plastic tax che la sugar tax sono rimaste solo sulla carta. L’entrata in vigore è stata più volte rimandata fino all’ultima scadenza fissata a fine 2022.
Il governo Meloni pronto a cancellare plastic tax e sugar tax
Entro la fine dell’anno il governo di Giorgia Meloni dovrà aver deciso cosa fare con plastic tax e sugar tax, inserendo probabilmente in legge di bilancio un apposito provvedimento.
Il minimo che ci si aspetta è che vi sia un ulteriore rinvio di queste due tasse di dubbia utilità ed attuabilità pratica, ma in realtà l’esecutivo di Giorgia Meloni deciderà molto probabilmente di abolirle entrambe visto che alle forze di centrodestra non sono mai andate molto a genio.
L’unico ostacolo potrebbe essere rappresentato da una questione di finanza pubblica in quanto le due tasse dovrebbero fruttare, sempre in teoria, circa 650 milioni di euro l’anno.
Eliminarle entrambe significherebbe quindi rinunciare a questi introiti e per questo motivo i tecnici del ministero del Tesoro stanno valutando la possibilità di inserire nella manovra economica il rinvio di un altro anno, per poi ricalcolare il gettito potenziale in primavera con il Documento di Economia e Finanza (DEF), e abolirle solo a fine 2023.
In arrivo la web tax
L’idea del governo di Giorgia Meloni, per quel che riguarda la Web Tax, sarebbe quella di impostarla in chiave ecologica, facendo in modo che vada ad agire sulle consegne effettuate con mezzi inquinanti per gli acquisti effettuati online.
Il problema è che non sono multinazionali come Amazon o Alibabà ad occuparsi delle consegne, ma le imprese italiane, ed il rischio quindi è quello di danneggiare proprio queste ultime.
Il nuovo esecutivo sta quindi valutando anche la possibilità di introdurre delle tasse diverse per reperire le risorse necessarie a finanziare le misure che verranno inserite nella Legge di Bilancio 2023.
Si sta pensando quindi anche ad un ulteriore aumento della tassa sulle sigarette, che spesso sono importate dall’estero. E tra le misure al vaglio del governo Meloni ci sarebbe anche la revisione del Reddito di Cittadinanza su cui spinge soprattutto la Lega di Matteo Salvini, cosa che permetterebbe di destinare un miliardo di euro alle pensioni.
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