una signora anziana che siede su una panchina in riva al lago

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto nuove opzioni per coloro che maturano i requisiti per accedere alla pensione anticipata con Quota 103. In particolare, i lavoratori che si trovano in questa situazione possono scegliere se usufruire immediatamente del pensionamento anticipato o se continuare a lavorare.

Nel secondo caso, sussistono due diverse opzioni relative all’accredito dei contributi a proprio carico, dovuti all’INPS. Vediamo, quindi, nel dettaglio quali sono le diverse opzioni che si possono presentare.

Le tre opzioni per andare in pensione con Quota 103

I lavoratori che maturano i requisiti per Quota 103 si trovano davanti a tre opzioni:

  • La prima prevede quella di accedere definitivamente al pensionamento anticipato previsto da Quota 103.
  • La seconda possibilità è quella di continuare a lavorare e versare tutti i contributi previsti dall’INPS.
  • Infine, una terza e ultima opzione riguarda quella di continuare a lavorare, non versando la quota di contributi a carico del lavoratore, ma ricevendo direttamente la quota stessa in busta paga. In questo caso, l’assegno sarà più corposo, in quanto legato alla mancanza del prelievo contributivo.

Tra le diverse opzioni che si possono presentare al lavoratore che matura i requisiti per andare in pensione anticipata con Quota 103, c’è anche quella di continuare a lavorare e fare richiesta di rinuncia dell’accredito dei contributi a proprio carico, dovuti all’INPS.

Si tratta di un’opportunità introdotta dalla Legge numero 197 del 2022. Tuttavia, per usufruire a tutti gli effetti di tale possibilità, i lavoratori in questione dovranno attendere il relativo decreto attuativo, il quale al momento non ha ancora ricevuto il via libera dalla Corte dei Conti.

Quando è possibile beneficiare dell’esonero contributivo

Nonostante il decreto attuativo non sia ancora stato approvato, è possibile ipotizzare le diverse situazioni in cui un lavoratore potrebbe aver maturato tutti i requisiti per accedere alla pensione anticipata flessibile di Quota 103 e fare richiesta di rinuncia degli accrediti contributivi.

Ad esempio, nel caso di fruizione dell’incentivo di aprile, ovvero la prima decorrenza possibile di Quota 103, il lavoratore può beneficiare dell’esonero contributivo del 3% previsto dalla Legge di Bilancio.

Bisogna però precisare che ciò sarà possibile solo se il lavoratore deciderà di rinunciare alla Quota 103 a partire dal mese di aprile 2023, così da poter beneficiare dell’esonero dei contributi a suo carico fino al pensionamento di vecchiaia previsto al 31 gennaio 2026.

L’opzione di non pagare i contributi INPS dopo aver maturato i requisiti per Quota 103 potrebbe sembrare vantaggiosa per il lavoratore, ma ci sono alcune conseguenze da considerare.

Prima di tutto, se il lavoratore decide di continuare a lavorare senza pagare i contributi INPS, la sua busta paga aumenterà poiché il datore di lavoro erogherà direttamente sulla busta paga la somma corrispondente ai contributi che non sono stati versati.

Tuttavia, questa scelta comporta una riduzione dell’assegno previdenziale futuro, poiché la somma dei contributi non versati non verrà computata nella pensione che il lavoratore riceverà in futuro.

Inoltre, l’aumento della busta paga comporterà anche un aumento dell’imponibile fiscale. Ciò significa che l’aumento della quota netta non è pari all’importo dei contributi non versati, ma subirà un prelievo fiscale decisamente superiore.

Quindi scegliere di non pagare i contributi INPS dopo aver maturato i requisiti per Quota 103 può essere conveniente a breve termine, poiché comporta un aumento della busta paga, ma può comportare una riduzione dell’assegno previdenziale futuro e un aumento del prelievo fiscale. È importante che il lavoratore valuti attentamente tutte le opzioni disponibili prima di prendere una decisione.

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