La situazione economica dell’Italia non è certo delle migliori, con i cittadini che si trovano a far fronte a un’inflazione all’8%, continui rincari sui prodotti energetici, a cominciare da luce e gas, senza dimenticare gli aumenti dei carburanti, con diesel e benzina intorno ai 2 euro al litro solo grazie al taglio delle accise.
Le maggiori difficoltà in questo disastroso contesto economico le riscontrano naturalmente le famiglie con reddito basso, i pensionati che ricevono un assegno di importo inferiore ai 1.000 euro al mese, e più in generale disoccupati e lavoratori con reddito basso.
Ora che la crisi del governo di Mario Draghi innescata dalla defezione del Movimento 5 Stelle si è conclusa con le dimissioni del presidente del Consiglio e l’avvio della campagna elettorale per le elezioni anticipate, le varie forze politiche cercano di cavalcare questo forte malcontento, e ciascuna di esse prova a proporre diverse soluzioni in particolare sul tema pensioni.
E per quel che riguarda le pensioni in Italia si contano circa 5 milioni di persone che hanno un reddito da pensione al di sotto dei mille euro al mese. Un tema delicato quindi, ed urgono soluzioni concrete per tentare di evitare la catastrofe sociale preannunciata da mesi ormai.
Arriva anche il commento del presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo, che auspica interventi mirati nel prossimo decreto Aiuti, che dovrebbe prevedere l’applicazione di “un criterio di scaglioni di reddito per la concessione di bonus e un’azione sulle pensioni minime con un significativo aumento”.
A questo si aggiunge il suo invito rivolto ai partiti politici impegnati nella campagna elettorale: “no a demagogia e facili promesse in tema di pensioni”.
Pensioni minime a 1.000 euro, la proposta di Forza Italia
La proposta di Forza Italia è semplice e immediata, per risolvere il problema delle pensioni troppo basse basta portare a 1.000 euro tutte quelle che non raggiungo questo importo mensile.
Ne ha parlato lo stesso leader di FI, Silvio Berlusconi nel corso di un’intervista al Tg5 in occasione della quale ha anche anticipato altri contenuti del suo programma elettorale che verrà depositato al Viminale entro il 12 agosto.
“Nel nostor programma c’è l’aumento delle pensioni, tutte le nostre pensioni, ad almeno 1.000 euro al mese per 13 mensilità. C’è la pensione alle nostre mamme che sono le persone che ahnno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa” ha detto Berlusconi.
Tuttavia la proposta del cavaliere potrebbe non essere sostenibile, e gli avversari politici non hanno esitato a farlo notare. Secondo i dati Istat alla fine del 2021 i pensionati italiani erano 16 milioni, e lo Stato spendeva complessivamente circa 312 miliardi di euro, un importo che risulta aver registrato un incremento del +1,55% rispetto a quello della spesa del 2020.
L’importo medio dell’assegno pensionistico riconosciuto in Italia si attesta sui 1.620 euro al mese, ma circa un pensionato su tre, vale a dire il 32% del totale, percepisce una pensione che non raggiunge i 1.000 euro al mese.
Se poi nel conteggio andiamo a considerare solo gli importi delle prestazioni al lordo dell’imposta personale sul reddito, la percentuale dei pensionati che vive con meno di 1.000 euro al mese sale al 40%.
Nodo pensioni, qual è la proposta di Fratelli d’Italia
Per poter aumentare le pensioni basse fino a 1.000 euro Fratelli d’Italia ha proposto di abolire il Reddito di Cittadinanza, così da una parte si abolirebbe l’unica misura in grado di offrire una soluzione, seppur temporanea e del tutto inadeguata, al problema dell’aumento della povertà in Italia, e dall’altra non si riuscirebbe comunque ad aumentare le pensioni fino a 1.000 euro, per mancanza di risorse.
Infatti secondo alcuni calcoli fatti da Il Sole 24 Ore la proposta di portare le pensioni a 1.000 euro costerebbe circa 18 miliardi di euro, mentre abolire il reddito di cittadinanza permetterebbe di racimolare appena 9 miliardi.
La proposta delle pensioni a 1.000 euro peraltro era partita proprio da Fratelli d’Italia, per poi essere rilanciata da Forza Italia. Ora da FdI arriva invece una proposta per la salvaguardia delle casse di previdenza private.
“Va ripristinata la gestione privatistica delle Casse di Previdenza dei professionisti nell’ottica originaria della riforma del 1994 e della linea ribadita dal professor Cassese. Purtroppo l’ultimo decennio, con i vari governi a trazione Pd, hanno invece ristretto ulteriormente la libertà delle Casse, attraendole de facto nella sfera pubblica” spiegano infatti dal partito di Giorgia Meloni.
“Mi auguro ora che la crisi di Governo ponga un blocco all’emanando decreto sugli Investimenti, che davvero introducendo il metodo omologante della evidenza pubblica, significherebbe la morte del sistema privatistico nato nel 1994” ha spiegato il senatore Andrea De Bertoldi di FdI “Fratelli d’Italia sarà un baluardo nella difesa dell’autonomia delle Casse ed inoltre chiederemo che si determini per il sistema previdenziale dei liberi professionisti una tassazione ridotta come già avviene per la previdenza complementare. È infatti inaccettabile che chi opera nella previdenza ed assistenza venga tassato alla pari della speculazione”.
Le altre proposte: Quota 41, rinnovo Opzione donna, e pensione a 63 anni
Le altre proposte che sono state presentate in queste prime battute della campagna elettorale arrivano da Lega, Pd e Movimento 5 Stelle. Il Carroccio propone Quota 41, cioè il pensionamento con 41 anni di contributi versati indipendentemente dall’età anagrafica raggiunta. L’Inps però storce il naso perché la misura costerebbe oltre 4 miliardi di euro nel primo anno di “attivazione” e più di 9 miliardi nel decimo anno.
Dal momento che entro la fine del 2022 scadrà il meccanismo delle quote con cui si andava a ridurre lo scalone determinato dal passaggio da Quota 100 all’applicazione della legge Fornero, il ministro del Lavoro Andrea Orlando del Partito Democratico ha proposto di rinnovare sia Opzione Donna che l’Ape Sociale “perché hanno ottenuto buoni risultati”. In questo caso di interverrebbe rendendo la misura strutturale e ampliando la platea dei beneficiari.
Infine per quel che riguarda il Movimento 5 Stelle, la proposta segue la linea tracciata dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che indica la soluzione della pensione anticipata a 63-64 anni con la sola quota del contributivo alla quale si andrebbe poi ad aggiungere l’ulteriore quota a partire dai 67 anni. La soluzione del M5s avrebbe un costo complessivo di circa 2,5 miliardi di euro in più per i primi anni, ma poi produrrebbe un risparmio nel medio periodo.
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