Tra le varie misure che il governo di Giorgia Meloni ha inserito nel testo della nuova manovra economica troviamo anche l’innalzamento delle pensioni minime.
L’attuale esecutivo ha deciso di innalzare l’importo delle pensioni minime portandole fino a 600 euro al mese. Si tratterebbe tuttavia di una misura piuttosto costosa e sembra che superi il ‘budget’ delle casse dello Stato, motivo per il quale si sta valutando di inserire alcune condizioni che restringano la platea dei beneficiari dell’aumento.
La pensione minima verrebbe quindi portata fino a 600 euro ma non per tutti, bensì per quei contribuenti che risultano in possesso di tutti i requisiti. Quali sono quindi i requisiti che bisogna soddisfare? Vediamo cosa prevede la proposta.
Pensione minima a 600 euro, i requisiti
La maggioranza che sostiene il governo di Giorgia Meloni sta valutando la possibilità di aumentare l’importo della pensione minima fino a 600 euro, ma considerata la mole di spesa per le casse dello Stato si pensa di ridurre il numero dei beneficiari introducendo dei paletti.
Prima di tutto ricordiamo che nel 2022 la pensione minima aveva un importo di 525 euro al mese, mentre per il 2023 è già stata disposta una perequazione al 120% per le pensioni integrate al minimo. Il risultato è, in poche parole, che per il 2023 dovremmo avere una indicizzazione dell’8,7% che porterà l’importo mensile a 572 euro.
Il governo di Giorgia Meloni però sta valutando un possibile ulteriore aumento dell’assegno previdenziale, fino a portare le pensioni minime a 600 euro mensili.
In particolare si tratta di una proposta avanzata da Forza Italia, che però si tradurrebbe in un costo per le casse dello Stato di circa 1 miliardo di euro, come lo stesso capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Foti, ha fatto notare.
Ecco che è quindi venuta fuori l’idea di ridurre il numero di beneficiari, il che significa che le pensioni minime verranno portate a 600 euro solo per una ristretta cerchia di beneficiari, ma quale sarà il criterio? La soluzione prospettata è più semplice di quanto si possa immaginare.
Francesco Foti ha infatti spiegato che l’esecutivo “sta valutando di far decorrere questa misura da una certa età, cioè 75 anni“. Ci sarebbe poi anche la possibilità di introdurre un tetto Isee per beneficiare dell’aumento, ma al momento non è stato ancora definito l’importo, e d’altra parte l’intera struttura dell’intervento è incompleta.
Aumento pensioni minime a 600 euro, da quando?
Quanto alle tempistiche dell’entrata in vigore dell’aumento delle pensioni minime, ancora non vi sono certezze, ma è chiaro che se la misura è contenuta nella manovra economica allora sarà effettiva a partire dal 1° gennaio 2023, non prima.
La Legge di Bilancio 2023 infatti non è stata ancora approvata dal Parlamento, e il percorso dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre. Durante l’iter di approvazione parlamentare il testo proposto alle Camere subirà comunque delle modifiche, e la stessa norma che prevede l’aumento delle pensioni minime fino a 600 euro potrebbe essere cambiata.
Per saperne di più sugli aumenti per le pensioni che arriveranno nel 2023 quindi non resta che attendere l’approvazione del testo definitivo della nuova manovra economica.
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