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Paradisi fiscali e Paesi in Black List 2025. Ecco la lista aggiornata UE e dell'Agenzia delle Entrate - BorsaInside.com

I paradisi fiscali continuano a essere un tema centrale per governi e organizzazioni fiscali globali. Nel 2025, la questione rimane rilevante per aziende e cittadini che intrattengono rapporti economici con paesi a regime fiscale privilegiato.

L’Agenzia delle Entrate, insieme all’Unione Europea, aggiorna regolarmente l’elenco dei paesi considerati “Black List”, ossia quelli con regimi fiscali favorevoli e limitate politiche di trasparenza.

Cosa sono i paradisi fiscali e la Black List

Un paradiso fiscale si definisce come un paese che offre un regime tributario estremamente vantaggioso, spesso con tassazione minima o nulla. Questi paesi, oltre a favorire un basso carico fiscale, generalmente non consentono uno scambio efficace di informazioni con altre giurisdizioni, rendendoli mete ideali per pratiche di elusione ed evasione fiscale.

La “Black List” è un elenco ufficiale che raccoglie gli Stati ritenuti non collaborativi in materia fiscale. Tale lista viene periodicamente aggiornata, sia a livello nazionale dall’Agenzia delle Entrate, sia a livello europeo dal Consiglio dell’Unione Europea.

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Aggiornamenti recenti: Black List 2024 e 2025

A partire dal 2017, l’Italia ha adottato la lista comunitaria dell’UE come principale riferimento per individuare i paradisi fiscali. L’aggiornamento più recente risale al 20 febbraio 2024 e include 12 paesi non cooperativi ai fini fiscali:

  • Samoa Americane
  • Anguilla
  • Antigua e Barbuda
  • Isole Fiji
  • Guam
  • Palau
  • Panama
  • Russia
  • Samoa
  • Trinidad e Tobago
  • Isole Vergini Americane
  • Vanuatu

Novità del 2024: Sono stati esclusi dall’elenco alcuni paesi come Bahamas, Belize, Seychelles e le Isole Turks e Caicos, grazie ai progressi nello scambio di informazioni fiscali.

Black List dell’Agenzia delle Entrate

Sebbene l’Agenzia delle Entrate abbia cessato di aggiornare formalmente la propria lista a partire dal 2017, l’ultimo elenco ufficiale risale al 26 settembre 2016. Tra i paesi segnalati, troviamo:

  • Andorra
  • Bahamas
  • Barbados
  • Brunei
  • Gibuti
  • Isole Cook
  • Isole Marshall
  • Kiribati
  • Liechtenstein
  • Maldive
  • Nauru
  • Niue
  • Oman
  • Saint Kitts e Nevis
  • Saint Lucia
  • Seychelles
  • Tonga
  • Tuvalu

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Regole fiscali e settori specifici

Oltre ai paesi sopra indicati, alcune nazioni rientrano nella Black List solo per settori o attività specifiche. Ad esempio:

  • Bahrein: Esclusivamente per società operanti nel settore petrolifero.
  • Monaco: Con l’eccezione di società che generano almeno il 25% del fatturato al di fuori del Principato.
  • Svizzera: Dal 2024 è uscita ufficialmente dalla Black List grazie agli accordi bilaterali con l’Italia sui lavoratori frontalieri.

Altri esempi includono società localizzate in zone economiche speciali, come le Export Processing Zones in Kenya e Panama, o holding bancarie offshore in Uruguay.

Cosa comporta l’inclusione nella Black List

L’inserimento di un paese nella Black List comporta importanti conseguenze fiscali per le aziende e i contribuenti italiani:

  1. Sanzioni fiscali: Le operazioni con soggetti residenti in paesi della Black List possono essere soggette a un raddoppio delle sanzioni per violazioni tributarie.
  2. Controlli più rigorosi: Le autorità fiscali italiane possono estendere i termini di accertamento fino a 10 anni.
  3. Obblighi documentali: In alcuni casi, è richiesta una maggiore trasparenza sulle transazioni.

Impatto sui contribuenti italiani

La recente uscita della Svizzera dalla Black List è un esempio significativo dei cambiamenti in atto. A partire dal 2024, gli obblighi di monitoraggio fiscale per operazioni con la Svizzera saranno meno stringenti, riducendo il carico amministrativo per imprese e cittadini.

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