un salvadanaio bianco e diverse pile di monete intorno ad esso

Una delle misure che il governo di Giorgia Meloni ha deciso di introdurre, per contrastare gli aumenti dei prezzi legati all’elevato tasso che l’inflazione ha raggiunto in Italia, troviamo anche l’abbassamento dell’Iva su prodotti quali pannolini e assorbenti.

La conferma della riduzione della cosiddetta tampon tax è arrivata già alcuni giorni fa, con la pubblicazione del comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 22 novembre, data alla quale risale la prima presentazione della manovra economica in conferenza stampa.

La riduzione dell’Iva su prodotti per l’igiene femminile e per l’infanzia passerà dal 10 al 5%, andando quindi ad inserire non solo assorbenti ma anche pannolini, biberon, omogenizzati e altri prodotti simili.

Ricordiamo che l’Iva per gli assorbenti compostabili in realtà è già stata ridotta al 5%, quindi la modifica in legge di bilancio che prevede l’abbassamento dell’Iva su questo genere di prodotti si riferisce agli assorbenti non compostabili, che sono peraltro quelli maggiormente utilizzati.

L’Iva sugli assorbenti era già stata abbassata dal governo di Mario Draghi con la Legge di Bilancio 2022, infatti l’imposta era stata portata dal 22% (aliquota ordinaria, cioè quella più alta) all’attuale 10%. Il governo Meloni invece la porterà al 5%, estendendo l’agevolazione anche ai prodotti per la prima infanzia, ma quanto si risparmia effettivamente?

Quanto risparmiano le famiglie grazie alla riduzione dell’Iva al 5%

Fare i conti per capire esattamente quanto risparmieranno le famiglie italiane grazie alla ulteriore riduzione dell’Iva su assorbenti e prodotti per l’infanzia non è facile.

Il problema del calcolo risiede nel fatto che la spesa di ogni persona varia sulla base di elementi molto soggettivi, a cominciare dal tipo di assorbenti utilizzati, cosa che dipende anche dalle esigenze personali dell’utente finale.

Se prendiamo come punto di partenza i calcoli contenuti nella relazione tecnica allegata alla Legge di Bilancio 2022, che sono basati su rilevazioni di settore e dati Istat pubblicati da Il Sole 24 Ore un anno fa, possiamo iniziare a farci un’idea di quale sarà il risparmio per le famiglie.

I dati di allora si basavano sul calcolo dell’Iva al 22%, e ne emergeva una spesa media annua per l’acquisto degli assorbenti di circa 70 euro. Quindi la prima cosa da fare è scorporare l’Iva, in considerazione di una riduzione iniziale al 10% e poi al 5% come previsto dalla nuova manovra economica.

Sulla base di questi elementi potremmo ritenere verosimile una spesa annua per gli assorbenti di circa 63 euro annui con l’Iva al 10%, e di circa 60 euro annui con l’Iva al 5%.

Un risparmio non particolarmente entusiasmante quindi, ma non è tutto, perché qualche dubbio sui risparmi effettivi è già stato avanzato. Secondo un’analisi svolta da lavoce.info, che parte dal taglio dell’Iva operato in Germania nel 2020 “le imprese – sulle quali il governo non può intervenire – hanno quindi un ruolo chiave: possono sia abbassare i prezzi di vendita trasmettendo lo stimolo fiscale ai consumatori e dunque all’intero sistema economico oppure mantenere i prezzi fissi, aumentando i propri margini di ricavo”.

In altre parole il risparmio potrebbe essere tutto per le imprese nel caso in cui decidessero di mantenere gli stessi prezzi al pubblico, beneficiando interamente del taglio dell’Iva che, in questo caso, non comporterebbe alcun risparmio per il consumatore finale.

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