L’attuale sistema pensionistico prevede la possibilità di uscire dal lavoro anticipatamente rispetto all’età pensionabile standard in alcuni casi specifici, ma è effettivamente possibile nel 2023 andare in pensione a 61 anni? Se sussistono determinate condizioni sì, vediamo quali.
Diciamo prima di tutto che possono sfruttare questa occasione per andare in pensione prima solo quei lavoratori che risultano avere un’invalidità ed una riduzione dell’attività lavorativa adeguata alle proprie condizioni, dell’80% almeno. In questo caso infatti è possibile anticipare la pensione di 11 anni per le donne e di 6 anni per gli uomini.
Ci sono però altri requisiti da soddisfare se si vuole andare in pensione a 61 anni (56 per le donne), e riguardano in particolare l’aspetto contributivo, ma vediamo nel dettaglio cosa bisogna fare.
Si può andare in pensione a 61 anni nel 2023?
Sebbene andare in pensione a 61 anni nel 2023 sia effettivamente possibile, si tratta di un’opzione valida solo per alcune specifiche categorie di lavoratori.
Questa possibilità è stata introdotta con l’articolo 1, comma 8, del decreto legislativo 503/1992, e riguarda solo i soggetti invalidi la cui attività lavorativa, adatta alle proprie condizioni, sia ridotta almeno all’80%. In questo caso infatti è possibile anticipare la pensione di 6 oppure 11 anni rispetto all’età pensionabile standard che attualmente è fissata a 67 anni.
In questo modo gli uomini in possesso di tutti i requisiti previsti potranno andare in pensione a 61 anni, mentre le donne potranno andare in pensione a 56 anni. Questa possibilità esisteva in realtà anche nel 2022, peraltro con delle soglie di età anagrafica ancora più basse, pari a 60 anni per gli uomini e 50 anni per le donne. L’innalzamento di queste soglie è legato all’adeguamento all’aspettativa di vita definita dall’ISTAT.
Il requisito anagrafico tuttavia non è l’unico da soddisfare per uscire dal mondo del lavoro con 6 oppure 11 anni di anticipo. Ci sono anche dei requisiti contributivi, e per l’esattezza occorre avere:
- 20 anni di contributi versati
- 15 anni di contributi versati se si sfrutta una delle deroghe Amato.
Inoltre, per quanto riguarda i requisiti da soddisfare per andare in pensione in anticipo rispetto all’attuale età pensionabile, ricordiamo che possono sfruttare questa finestra solo i lavoratori che risultano iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e ai fondi sostitutivi dell’Ago.
Infine occorre che risulti soddisfatto un altro importante requisito contributivo, e cioè bisogna avere dei contributi versati alla data del 31 dicembre 1995. Si tratta di un requisito che comporta l’esclusione di un’ampia fetta di invalidi dalla possibilità di pensionarsi in anticipo. Sono infatti esclusi tutti i contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare a partire dal 1° gennaio 1996.
Quale tipo di invalidità occorre per andare in pensione a 61 o 56 anni
Abbiamo accennato al fatto che uno dei requisiti da soddisfare per poter uscire dal mondo del lavoro in anticipo di 6 o 11 anni è quello dell’invalidità, ma è bene specificare che occorre una ben precisa percentuale di invalidità, pari all’80% almeno, da attestare tramite apposita visita medica.
Viene richiesta a tal fine una valutazione dell’invalidità ai sensi della legge n. 222/1984, il che significa che la condizione di invalidità deve essere afferita al lavoro svolto e non deve essere in percentuale inferiore all’80%.
Nel caso dei lavoratori ciechi è prevista egualmente la possibilità di andare in pensione in anticipo, e si parla in particolare di 56 anni di età anagrafica per gli uomini e 51 anni per le donne.
Il discorso tuttavia vale solo per i ciechi dalla nascita, o comunque da un periodo che precede l’inizio del rapporto assicurativo, con 10 anni almeno di contributi versati dall’insorgere della malattia invalidante.
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