Resta una decina di giorni di tempo per mettere a punto la Legge di Bilancio 2023 ma alcuni punti sembrano aver già preso forma. All’interno della maggioranza che sostiene il governo di Giorgia Meloni vi è però una parte che appare intenta ad alzare la posta sulle questioni già ampiamente sbandierate in campagna elettorale, e una parte che invece invita a restare coi piedi per terra.
Il risultato sembra essere che il nuovo esecutivo tenterà di seguire il programma ma senza forzare troppo la mano. Il Reddito di Cittadinanza subirà delle modifiche importanti e verrà notevolmente ridimensionato, e la Lega garantisce che si faranno passi avanti anche per quel che riguarda la Flat tax.
Il sottosegretario al ministero del Tesoro, il leghista Federico Freni, ha infatti assicurato che la soglia per autonomi e partite Iva sarà estesa dagli attuali 65 mila euro ad una soglia più alta che dovrebbe andare dagli 85 ai 90 mila euro.
Insomma la misurà ci sarà ma sarà meno ambiziosa di quanto inizialmente previsto, visto che si era parlato di impostare la soglia sui 100 mila euro. Questo anche se “l’introduzione di una flat tax sino a una certa soglia può generare comportamenti anomali in corrispondenza della soglia stessa” come si legge nella Relazione sull’evasione fiscale allegata alla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef).
Il documento indica per il 2019 “un effetto di autoselezione dei contribuenti con ricavi e compensi al di sotto della soglia minima di 65 mila euro al fine di beneficiare dell’agevolazione prevista dal regime forfettario”, e viene spiegato che questo fenomeno può derivare “da una tendenza a sottodichiarare i ricavi pur di non superare la soglia dei 65 mila euro”.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha tenuto a precisare, a proposito della Legge di Bilancio 2023, che essa avrà un “approccio prudente e realista”, mentre per quel che riguarda il debito “ognuno deve fare la propria parte e l’Italia ce la farò”.
Nessun tentennamento poi da parte del nuovo esecutivo sull’adesione al Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), infatti il nuovo titolare del Tesoro ha prontamente confermato che l’Italia si impegna a ratificare il cosiddetto fondo salva-Stati. “Mi attesto sulle posizioni del precedente Governo di cui facevo parte” ha infatti dichiarato il ministro Giorgetti.
Legge di Bilancio 2023: flat tax a 85/90 mila euro
Tra le misure che il governo di Giorgia Meloni inserirà nella nuova manovra economica abbiamo conferma della flat tax per tutti i lavoratori autonomi e le partite Iva con reddito fino alla soglia di 85/90 mila euro.
Inizialmente si era pensato di fissare la soglia a 100 mila euro, ma stando a quanto emerso in questi giorni quella soglia non sarebbe abbordabile per una questione di coperture.
Il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha spiegato che “nella nuova legge di bilancio si dimostrerà finalmente che la flat tax non era uno slogan ma un programma strutturato che si fa in 5 anni. Cominciamo assolutamente con autonomi e partite Iva, cominciamo con innalzare la soglia da 65 mila fino a 100 mila euro, forse qualcosina meno, potremmo fare 85/90 mila, dipenderà anche da alcune variabili macroeconomiche un po’ meno dipendenti da noi, ma certamente sì, certamente in legge di bilancio troveremo il passaggio da 65 mila ad almeno 85 mila euro”.
Legge di Bilancio 2023: abbassamento soglia detrazioni
Il sottosegretario al ministero del Tesoro, Federico Freni ha anche spiegato, a proposito dell’ipotesi di ridurre la soglia dalla quale scatta la riduzione delle detrazioni e delle deduzioni, che si tratta di “un’ipotesi allo studio”.
“Non c’è nulla di certo, ho qualche perplessità sulla soglia” ha poi spiegato il sottosegretario “noi già sappiamo che da 120 mila euro le detrazioni oggi vengono sostanzialmente azzerate, ho qualche perplessità personale che sia corretta la soglia di 60 mila euro. Secondo me dovrebbe essere un pochettino più alta, ma comunque improntata ad un corretto principio di progressività cui la composizione della fiscalità italiana deve e vuole improntarsi”.
Legge di Bilancio 2023: superbonus 110% e 90%
Per quanto riguarda il Superbonus, l’ipotesi più gettonata al momento è la riduzione al 90%, con la previsione di mentenere la quota della detrazione al 110% per chi ha già pagato una parte o la totalità degli interventi, ma anche per i nuclei familiari con reddito basso. Si pensa inoltre alla proroga dell’agevolazione per ville e villette, con Superbonus al 110% per abitazioni principali e reddito basso, mentre per le seconde case il bonus scende al 90%.
Il sottosegretario Fermi ha spiegato a proposito del Superbonus: “non ci facciamo prendere dalla smania di dare concretezza a tutto nello stesso momento, la legge di Bilancio avrà questi contenuti e sul superbonus valuteremo cosa fare. Il 90% è più di un’ipotesi ed è allo studio l’estensione per le unifamiliari per cui c’era il termine del 30 settembre, termine che può riaprire per le fasce di reddito che ne hanno realmente bisogno”.
Per quel che riguarda invece l’aspetto dell’erogazione del bonus e in particolare il problema dei crediti bloccati, il sottosegretario ha spiegato: “c’è una sola cosa che non possiamo più accettare: che ci siano imprese con cassetti fiscali pieni di crediti che non riescono a scontare”.
“Risolto il problema delle imprese che non possono scontare i crediti si valuterà subito come gestire il décalage che certamente dovrà essere diverso. Ci sarà un nuovo intervento sui crediti, qualcosa per sbloccarli in modo definitivo. Se c’è una cosa che non è accettabile è che questa normativa cambi ogni mese e mezzo, questo non ce lo possiamo più permettere. Troveremo una soluzione per dare respiro a queste imprese, ma questo respiro non può essere un bagno di sangue per le casse dello Stato” ha quindi concluso il sottosegretario Federico Freni,
Legge di Bilancio 2023: taglio del cuneo fiscale
Non sono ancora disponibili informazioni dettagliate per quel che riguarda il taglio del cuneo fiscale. Il governo guidato da Giorgia Meloni ha dimostrato la chiara intenzione di intervenire in tal senso, ma il sottosegretario all’economia ha chiarito che le valutazioni sono ancora in corso.
“Stiamo valutando sul taglio del cuneo” ha infatti dichiarato Federico Freni “il taglio del cuneo si può fare in tanti modi, non c’è un solo modo per fare il taglio del cuneo, si sta valutando con una premessa, che l’obiettivo principale di tutto è il fabbisogno energetico. Quindi una volta colmato il fabbisogno energetico, con quello che resterà valuteremo cosa fare e come fare. Certamente il taglio del cuneo è una delle priorità”.
“Confindustria ci dice che due terzi al lavoratore e un terzo alle imprese è soddisfacente” ha poi aggiunto Freni “i sindacati ci dicono la stessa cosa, quindi l’assetto soddisfacente potrebbe essere due terzi e un terzo”. “Poi se i sindacati dopo che incontreranno il presidente Meloni mercoledì daranno un indirizzo diverso ne terremo conto” ha quindi anticipato il sottosegretario.
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