Stando alle ultime novità (5 novembre 2022), il governo avrebbe deciso per un incremento a 85.000 euro della soglia di applicazione della Flat Tax. Rimane da incassare l’ok dell’UE per anticipare al 2023 l’applicazione del regime agevolato prima del 2025, come previsto dalla direttiva di modifica delle regole IVA n. 284/2020.

Flat Tax 2023

La Flat Tax 2023 sta lentamente prendendo piede nelle scrivanie del governo Meloni, dove si pensa ad allargare la platea di persone beneficiarie dell’imposta sostitutiva al 15%.

Già in campagna elettorale i tre partiti guida del centrodestra (in ordine di voti, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) avevano presentato diverse proposte per permettere a un crescente numerosi di persone di adottare un’imposta con aliquota unica: è però ora giunto il momento di trovare una sintesi tra le diverse opinioni e, dunque, proporre già per il 2023 una tassa piatta che possa accontentare un numero di contribuenti maggiore rispetto a quanto non fosse stato beneficiato della Flat tax nel 2022.

Flat Tax 2023 Ultime Notizie: come cambia

Stando a quanto è finora stato reso noto, a prevalere dovrebbe essere la proposta di Giorgia Meloni, che ambisce a:

  • incrementare la soglia dei beneficiari della tassa piatta a tutti coloro che fatturano fino a 100.000 euro annui
  • adottare una flat tax incrementale per agevolare l’uscita dal regime agevolato verso quello ordinario.

Ma cosa significa tutto questo?

Flat Tax fino a 100.000 euro: quando e chi riguarda

Il primo dei due punti riguarda la possibilità di applicare la tassa piatta del 15% a un maggior numero di contribuenti.

L’obiettivo è quello di arrivare ad aprire il recinto a tutti i contribuenti che fatturano fino a 100.000 euro, per un totale di altre 240.000 partite IVA.

Tuttavia, considerato che un simile ampliamento avrebbe un costo forse insostenibile per le attuali casse dello Stato, non si esclude che tale allargamento possa avvenire in due parti:

  1. la prima, immediata e con decorrenza 1 gennaio 2023, con innalzamento del limite del fatturato pari a 85.000 euro
  2. la seconda, con decorrenza 1 gennaio 2024, con innalzamento del limite del fatturato ai desiderati 100.000 euro.

Rimane poi da chiarire in che modo aprire le porte della tassa piatta a tutti quei contribuenti che pur fatturando meno di 65.000 euro (attuale cap nel valore della produzione) non riescono comunque ad averne effettivo accesso. Il riferimento è, ad esempio, ai lavoratori dipendenti con reddito da CU superiore a 30.000 euro e contestuale partita IVA.

Flat tax incrementale: aliquota e regole

Il secondo tassello che potrebbe riguardare centinaia di migliaia di partite IVA è poi legato alla tassa piatta incrementale, una flat tax che andrebbe ad applicarsi non su tutto il fatturato, ma solamente sulla parte che eccede il fatturato dell’ultimo biennio o triennio.

In altre parole, ai contribuenti che nel periodo di imposta superano le soglie per l’accesso al forfettario, il governo avrebbe intenzione di applicare un’aliquota marginale tra il 15% e il 20%: si tratterebbe di un incentivo alla crescita che permetterebbe altresì di acquisire un’uscita più soft dal regime agevolato.

Rimane da capire se questa tassa piatta incrementale sarà o meno applicata anche ai lavoratori dipendenti e ai pensionati.

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