Qualche giorno fa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto carburanti, contenente misure che dovrebbero contribuire a ridurre l’impatto degli aumenti sulle famiglie e sulle imprese italiane.
Nel decreto è stata inserita anche la misura che prevede che i distributori di carburante siano tenuti ad esporre il prezzo medio nazionale, ma soprattutto sono stati inseriti nuovi bonus benzina e torna il bonus trasporti pubblici.
Il testo del decreto carburanti inizialmente approvato dal Consiglio dei ministri, ha in realtà subito in seguito alcune modifiche pensate per rispondere alle proteste contro i rincari sul prezzo della benzina.
Era stato infatti annunciato uno sciopero dei benzinai per i giorni 25 e 26 gennaio, ma visti i risultati dei colloqui con l’esecutivo non ci sarà alcuna iniziativa di protesta per quelle date.
Decreto carburanti: obbligo di esporre il prezzo medio al distributore
Tra le misure che sono state inserite nel decreto Carburanti troviamo quella che impone ai distributori di esporre il prezzo medio nazionale di diesel e benzina.
Ma come funziona esattamente? Precisiamo anzitutto che il prezzo medio viene calcolato Regione per Regione, e dovrà essere esposto su apposito cartello. A stabilire il prezzo medio sarà il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e perché ciò sia possibile i benzinai dovranno comunicare il loro prezzo, che viene deciso dalle compagnie che gestiscono i distributori, al ministero.
Sarà poi il ministero a fare una media e a pubblicarla sul sito ufficiale, comunicando quindi il prezzo medio dei carburanti ai benzinai in modo che questo venga esposto sull’apposito cartello.
Questa misura che prevede l’obbligo di esporre il prezzo medio dei carburanti presso i distributori però non entrerà in vigore da subito, occorrerà infatti qualche settimana per vederne l’attuazione pratica.
Nel decreto infatti si legge che “la frequenza, le modalità e la tempistica delle comunicazioni” sarà stabilita “entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto”. A loro volta i benzinai avranno 15 giorni di tempo per adeguare i propri cartelloni, e questo vuol dire, a conti fatti, che potremo vedere il prezzo medio dei carburanti esposto quando andiamo a fare rifornimento entro il 14 febbraio.
Naturalmente è stato previsto anche un meccanismo sanzionatorio, infatti se la Guardia di Finanza dovesse riscontrare che un distributore non ha comunicato il proprio prezzo, oppure non ha esposto il cartellone con la media regionale calcolata dal ministero, potrebbe comminare una sanzione da 500 fino a 6.000 euro.
È prevista anche la sospensione dell’attività, che però scatterà solo a partire dalla terza violazione, e la sua durata potrà essere da un minimo di 7 fino ad un massimo di 90 giorni.
Gli importi delle sanzioni comminate andranno a finanziare la rilevazione dei prezzi e “iniziative per la trasparenza dei prezzi dei carburanti”.
Decreto carburanti: nuovo bonus benzina da 200 euro
Una delle misure inserite nel decreto carburanti è il bonus benzina. L’agevolazione, destinata ai lavoratori dipendenti del settore privato, prevede l’erogazione di un bonus fino a 200 euro che sarà a discrezione del datore di lavoro.
Sono esclusi dalla possibilità di ricevere il bonus benzina da 200 euro i lavoratori dipendenti del settore pubblico, così pure i liberi professionisti e in generale tutti coloro che non sono identificabili come lavoratori dipendenti.
Il bonus, per chi ne beneficerà, non concorrerà alla formazione del reddito, e questo significa che non vi saranno tasse da pagare sugli importi ricevuti. Infine, per quanto riguarda il bonus benzina, sappiamo che è possibile riceverlo fino alla fine del 2023.
Decreto carburanti: accisa mobile, come funziona
Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di inserire nel decreto Carburanti anche una misura che in qualche modo dovrebbe rimpiazzare almeno in parte il taglio delle accise del governo Draghi.
In questo caso però il ‘taglio’ scatterebbe in maniera graduale al di sopra di determinate soglie di prezzo, ma vediamo meglio qual è il meccanismo.
Il decreto stabilisce che il ministero dell’Ambiente potrà intervenire con una riduzione delle accise su diesel e benzina al verificarsi di determinate condizioni.
Vi dovrà essere un incremento delle entrate dall’Iva legata al petrolio, ma non solo, il prezzo medio del carburante degli ultimi due mesi dovrà aumentare rispetto ad una data soglia fissata nel Def (documento di economia e finanza).
Questo vuol dire, in parole povere, che si avrà un qualche taglio delle accise sui carburanti solo se ci sarà un significativo aumento del prezzo del petrolio.
Decreto carburanti: bonus 60 euro trasporti pubblici
Per il 2023 sono stati stanziati 100 milioni di euro che andranno in un fondo ad hoc, gestito dal ministero del Lavoro, che permetterà di riconoscere “un buono per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale”, oppure “per i servizi di trasporto ferroviario nazionale”.
Non cambia l’importo dello sconto riconosciuto, che resta di 60 euro come per il precedente bonus Trasporti, e potrà arrivare a coprire fino al 100% della spesa sostenuta per l’acquisto di un abbonamento ai mezzi di trasporto pubblici.
Potranno ricevere il bonus coloro che hanno un Isee fino a 20 mila euro per il 2022. Inoltre il bonus sarà nominativo, il che significa che potrà usufruirne per l’acquisto di un abbonamento al trasporto pubblico solo chi lo riceve.
Infine per quanto riguarda il bonus Trasporti ricordiamo che non produce reddito imponibile. Per presentare domanda si dovrà attendere apposito decreto attuativo che sarà pubblicato entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Carburanti (15 gennaio), e potrà essere richiesto entro il 31 dicembre 2023.
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