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Decreto Omnibus e tassa sugli extraprofitti bancari - Borsainside.com

Il Decreto Omnibus del governo di Giorgia Meloni, un ampio pacchetto normativo che abbraccia vari aspetti del panorama lavorativo, economico e fiscale, potrebbe produrre effetti significativi sul settore dei mutui bancari.

In particolare, due disposizioni chiave destano preoccupazioni per gli esperti del settore: l’introduzione di una nuova tassa sugli extraprofitti bancari e la possibilità per i detentori di titoli deteriorati di rientrare dai debiti con una maggiorazione del 20%.

Gli effetti sui mutui della nuova tassa sugli extraprofitti bancari

La nuova tassa sugli extraprofitti bancari è stata introdotta con il Decreto Omnibus al fine di contribuire alle casse dello Stato attraverso il prelievo di una percentuale sugli utili bancari derivanti dall’incremento dei tassi di interesse.

Questo provvedimento, inizialmente, ha causato un notevole crollo dei titoli bancari. Tuttavia, il governo ha prontamente risposto a questa reazione con l’aggiunta di un tetto massimo al contributo straordinario, garantendo che il prelievo non superi l’0,1% del totale attivo dell’istituto bancario.

Gli analisti finanziari temono che questa nuova tassa possa ulteriormente aumentare il costo dei mutui, influenzando direttamente coloro che cercano finanziamenti immobiliari.

L’incremento stimato di circa lo 0,5% potrebbe impattare sui prestiti attivati a partire dal secondo semestre del 2023. Tuttavia, il governo ha dimostrato di essere sensibile a queste preoccupazioni e ha reagito prontamente al fine di mitigarne l’impatto, stabilendo limiti chiari per il prelievo.

Come funziona la tassa sugli extraprofitti delle banche

Un altro aspetto significativo del Decreto Omnibus riguarda la norma che consente ai detentori di titoli deteriorati di estinguere il proprio debito presso istituti di recupero con una maggiorazione del 20%.

Questa misura mira a consentire una regolazione più agevole dei crediti in sofferenza, offrendo un percorso alternativo per la restituzione del debito. Tuttavia, questa opzione potrebbe avere un effetto negativo sulla liquidità delle istituzioni finanziarie coinvolte, potenzialmente influenzando la loro capacità di erogare nuovi mutui in modo agevole.

La nuova tassa sugli extraprofitti bancari è soggetta a un calcolo dettagliato basato su dati provenienti da due blocchi temporali. In primo luogo, si considera la differenza tra interessi passivi e attivi tra l’esercizio 2021 e 2022, con l’applicazione di una franchigia del 3%. In secondo luogo, si calcola l’eccedenza del 6% maturata tra il 2021 e il 2023.

Tuttavia, è importante notare che la tassa non può mai superare la soglia del 25% del patrimonio netto dell’istituto bancario al termine dell’esercizio 2022. Inoltre, il governo ha fissato un tetto massimo del 0,1% del totale attivo per evitare possibili eccessi nella tassazione.

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