L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, comunemente conosciuta come Irap, è da tempo oggetto di dibattito e discussione tra imprese e professionisti del settore fiscale.
La legge delega per la riforma fiscale, in particolare nell’articolo 8, ha posto l’Irap al centro delle attenzioni, delineando una strada verso la sua graduale abolizione.
Ma quali saranno le implicazioni di questo cambiamento per le imprese? Ci sarà una riduzione degli adempimenti e della pressione fiscale? Vediamo nel dettaglio cosa prevede questa riforma e perché potrebbe richiedere più tempo del previsto per entrare in vigore.
Chi sono i soggetti passivi Irap?
L’Irap è regolamentata dal decreto legislativo 446 del 1997, e il suo presupposto è l’esercizio abituale di un’attività autonomamente organizzata diretta alla produzione e allo scambio di beni e servizi.
Tuttavia, è importante notare che questa imposta è stata oggetto di critiche da parte delle imprese, soprattutto a causa della sua base imponibile che include elementi non sempre rappresentativi della disponibilità economica dell’azienda. Ad esempio, alcune spese deducibili, come le spese per il personale e per i collaboratori, non sono considerate nella base imponibile.
La principale sfida legata all’abolizione dell’Irap risiede nel fatto che il suo gettito è in gran parte destinato al finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, il quale dipende ampiamente da queste entrate per il suo funzionamento.
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Cosa dice la legge delega sull’abolizione dell’Irap
L’articolo 8 della legge delega per la riforma fiscale offre alcune indicazioni chiave per il graduale superamento dell’Irap. Tuttavia, già da queste indicazioni emergono alcune sfide che potrebbero rallentare il processo.
Il comma 2 sottolinea che il governo dovrà procedere con gradualità nel superamento dell’Irap, iniziando con società di persone e associazioni senza personalità giuridica costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni.
Questo suggerisce che potrebbe non esserci un cambiamento significativo nel prossimo periodo di imposta, e il superamento definitivo potrebbe richiedere anni.
Inoltre, la legge prevede l’istituzione di una sovrimposta, con regole simili all’Ires, che sostituirà l’Irap. Questo, tuttavia, non rappresenterà una vera abolizione, poiché l’obiettivo principale è garantire l’invarianza del carico fiscale e il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale. Ciò significa che, sebbene l’Irap possa essere sostituita, la pressione fiscale complessiva rimarrà sostanzialmente invariata.
La complessità della transizione
In sintesi, la transizione dall’Irap a una nuova imposta sarà un processo complesso e graduale. La legge di delega offre indicazioni importanti, ma anche sfide significative, come il mantenimento del finanziamento sanitario e l’equità nella distribuzione del carico fiscale.
Nel 2024, i contribuenti dovranno ancora versare l’Irap relativa al periodo di imposta 2023. Il governo ha concesso un periodo di 24 mesi per attuare la riforma fiscale, il che suggerisce che il superamento dell’Irap potrebbe non essere una delle prime fasi, poiché è necessario trovare soluzioni alternative per garantire il finanziamento del sistema sanitario.
Inoltre, è importante notare che gli interventi normativi non dovrebbero gravare sui redditi da lavoro dipendente e pensioni. Qualsiasi riduzione di gettito dovrebbe essere compensata con un aumento del carico fiscale su soggetti diversi, come lavoratori autonomi, professionisti e società.
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