una banconota da 100 euro

Negli ultimi giorni, diversi media hanno parlato dell’aumento fino a 100 euro sullo stipendio netto grazie al nuovo taglio del cuneo fiscale finanziato dal decreto lavoro. Tuttavia, bisogna fare chiarezza sulle effettive conseguenze che questo sgravio avrà sulle buste paga dei lavoratori italiani che guadagnano meno di 35 mila euro al mese.

Il nuovo sgravio fiscale partirà da luglio 2023 e arriverà al 6% e 7%, ma si deve considerare che esiste già uno sgravio del 2% o 3% a seconda dell’importo della busta paga, introdotto con la Legge di Bilancio 2023 e già applicato nelle buste paga degli italiani. Pertanto, la differenza tra lo sgravio attuale e quello che scatterà da luglio sarà meno rilevante di quanto si possa pensare.

Le simulazioni effettuate da Il Sole 24 Ore, che tengono conto anche delle maggiori imposte, mostrano che un lavoratore che guadagna 25 mila euro l’anno (1.923 euro mensili) ha un risparmio attuale di 41,15 euro mensili.

Grazie all’ulteriore sgravio che partirà da luglio e fino a novembre 2023, in busta paga ci saranno 54,87 euro in più. Complessivamente, quindi, rispetto all’applicazione dell’aliquota contributiva ordinaria, il vantaggio in busta paga arriverà a 96,03 euro mensili, ma una parte di essi (41,15 euro) è già accreditata da gennaio 2023.

Il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef

Va considerato che l’Irpef dovuta viene calcolata sull’importo lordo al netto dei contributi previdenziali, pertanto più questi vengono ridotti e maggiore sarà l’imposta dovuta. L’effetto del taglio del cuneo fiscale, quindi, è che l’imposta dovuta aumenta, ma in misura minore rispetto all’ammontare dei contributi previdenziali tagliati.

Il risparmio sulla busta paga di un lavoratore che guadagna meno di 35 mila euro al mese, grazie al taglio del cuneo fiscale, dipenderà dall’importo dell’imposta dovuta e dell’ammontare dei contributi previdenziali.

Il risparmio sarà maggiore per coloro che hanno un importo di contributi previdenziali più elevato e un’imposta dovuta più bassa. Tuttavia, anche per questi lavoratori, l’aumento effettivo sulla busta paga sarà inferiore rispetto alle cifre circolate nelle ultime ore.

Quali sono i reali importi degli aumenti in busta paga da luglio 2023

L’aumento dello sgravio fiscale, che partirà da luglio 2023, riguarda tutti i lavoratori italiani che guadagnano meno di 35 mila euro al mese. Tuttavia, il vantaggio sarà maggiormente avvertito da coloro che percepiscono stipendi medio-bassi.

Ad esempio, per chi guadagna 10.000 euro l’anno, l’aumento complessivo sarà inferiore ai 45 euro, e solo 25,67 euro in più verranno accreditati in busta paga a partire da luglio.

D’altra parte, per chi guadagna 25 mila euro all’anno (1.923 euro mensili), il risparmio mensile attuale è di 41,15 euro, mentre grazie allo sgravio ulteriore che scatterà da luglio, ci saranno 54,87 euro in più in busta paga, e non 100 euro in più come erroneamente si è portati a pensare.

Si arriva intorno a quella cifra, ad esempio nel caso di stipendi di 25.000, oppure 35.000 euro annui, se si considerano tutti gli aumenti applicati fin dall’inizio del 2023. Infatti nel primo caso, come abbiamo visto, il totale degli aumenti raggiunge 96,03 euro al mese, che diventano circa 90 euro al mese in più per gli stipendi fino a 32.500 euro annui.

Nel caso di uno stipendio di 35 mila euro annui si torna intorno ai 100 euro in più in busta paga, 98,56 euro per l’esattezza, ma sempre se si tiene conto anche degli incrementi applicati già dall’inizio dell’anno. Mentre se si considerano solo quelli che saranno applicati da giugno fino a novembre 2023 l’aumento mensile in busta paga si riduce a 65,70 euro.

Vediamo quindi che pur essendo un beneficio generale, lo sgravio fiscale interessa maggiormente le fasce di reddito medio-basse.

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