Il bonus Ristrutturazione 2022 è ancora valido almeno fino alla fine dell’anno, inoltre si tratta di un’agevolazione che fa parte di quel pacchetto di bonus edilizi prorogato in blocco fino al 31 dicembre 2024.
Quando parliamo del bonus Ristrutturazione 2022 quindi ci riferiamo ad uno dei bonus che resteranno in vigore almeno per altri due anni, dando così la possibilità ad un’ampia platea di soggetti di beneficiarne.
Ma come funziona esattamente il bonus Ristrutturazioni? Tutti i dettagli circa i requisiti da soddisfare, gli importi e i lavori ammessi sono contenute nella guida dell’Agenzia delle Entrate aggiornata al mese di ottobre 2022.
Ad ogni modo le regole da rispettare sono quelle indicate nella Legge di Bilancio 2022, con la quale il bonus Ristrutturazione è stato prorogato fino alla fine del 2024, senza peraltro alcun significativo intervento sui requisiti da soddisfare e i parametri del bonus.
Ci si aspetta inoltre che le regole del bonus Ristrutturazione restino più o meno le stesse anche nei prossimi anni, anche se il nuovo governo potrebbe decidere di intervenire come promesso in campagna elettorale snellendo le agevolazioni attualmente in vigore.
Fratelli d’Italia infatti aveva promesso di riordinare tutti i bonus edilizi, cominciando proprio dal Superbonus 110% e includendo naturalmente anche il bonus Ristrutturazione, accorpando le varie agevolazioni e facendo in modo che l’aliquota del contributo non superi mai l’80%.
Come funziona il bonus Ristrutturazione, la guida dell’Agenzia delle Entrate
Tutte le istruzioni riguardanti le modalità per richiedere il bonus Ristrutturazione 2022, e i dettagli su importi, requisiti e lavori ammessi all’agevolazione, sono stati inseriti all’interno della guida dell’Agenzia delle Entrate aggiornata a ottobre 2022.
Stando a quanto specificato in questa guida, nell’ambito dei lavori di recupero del patrimonio edilizio esiste la possibilità di scegliere la cessione del credito o lo sconto in fattura per gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e, per le parti comuni degli edifici, manutenzione ordinaria.
Dalla guida dall’AdE apprendiamo inoltre che è prevista la realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali e per l’installazione di impianti fotovoltaici.
Per quanto riguarda i vantaggi fiscali derivanti dall’accesso al bonus Ristrutturazione, la guida delle Entrate indica anche:
- la possibilità di pagare l’Iva in misura ridotta
- la detrazione degli interessi passivi pagati sui prestiti ottenuti per ristrutturare l’abitazione principale
- le detrazioni per acquistare immobili a uso abitativo, facenti parte di edifici interamente ristrutturati e le detrazioni per la realizzazione o l’acquisto di posti auto.
Bonus Ristrutturazione 2022 prorogato fino al 2024
La proroga del bonus Ristrutturazione fino al 31 dicembre 2024 è stata stabilita con la Legge di Bilancio 2022, con cui venivano prorogate anche le altre agevolazioni per la casa.
La manovra economica varata dal governo di Mario Draghi comunque non introduceva grosse novità per quel che riguarda requisiti, lavori ammessi e importi del bonus. Non è stata quindi modificato il meccanismo di funzionamento, né l’aliquota di detrazione e neppure le spese ammesse.
Pertanto i beneficiari del bonus Ristrutturazione potranno ancora ottenere, fino al 31 dicembre 2024, una detrazione Irpef al 50% per coprire una parte delle spese sostenute per interventi di recupero edilizio.
Senza alcuna modifica sostanziale la Legge di Bilancio ha prorogato fino alla stessa nuova scadenza anche l’ecobonus ordinario, il bonus Verde ed il Sismabonus.
Altri bonus hanno invece subito delle modifiche, come ad esempio il bonus mobili ed elettrodomestici, il cui tetto di spesa su cui è possibile applicare la detrazione è stato ridotto fino a 10.000 euro per il 2022. Alcune modifiche sono state apportate anche al bonus Facciate e al Superbonus 110%.
Ma rimanendo sul bonus Ristrutturazione, l’Agenzia delle Entrate ha confermato che è prevista l’applicazione di una detrazione al 50% fino ad un importo massimo di spesa di 96.000 euro per le spese sostenute nel periodo di validità dell’agevolazione fino alla nuova scadenza fissata al 31 dicembre 2024.
A partire dal 2025, a meno che non vi siano ulteriori interventi nei prossimi mesi o nei prossimi anni, la detrazione passerà alla misura ordinaria del 36% su un importo massimo della spesa che scende a 48.000 euro.
Per quanto riguarda poi le modalità con cui viene riconosciuta la detrazione, mentre attualmente i beneficiari possono esercitare l’opzione dello sconto in fattura o della cessione del credito invece dell’utilizzo in detrazione, a partire dal 2025 questa viene necessariamente ripartita in 10 rate annuali di pari importo.
Bonus Ristrutturazione 2022 quali sono le novità
I contribuenti interessati al bonus Ristrutturazione 2022 potranno beneficiare della quota di detrazione prevista dall’agevolazione fino alla fine del 2024. Grazie a questo bonus sarà possibile fino alla scadenza fissata ottenere un contributo a copertura del 50% del totale delle spese sostenute fino ad un limite di spesa massimo di 96.000 euro.
Resta in vigore l’obbligo, per i beneficiari della detrazione, di inviare comunicazione all’Enea entro 90 giorni dalla data in cui si sono conclusi i lavori per gli interventi finalizzati al miglioramento della classe energetica dell’edificio.
Per tutto il 2022, ma anche per gli anni 2023 e 2024 i beneficiari del bonus Ristrutturazione potranno usufruire dell’agevolazione in tre modi diversi:
- detrazione Irpef in dichiarazione dei redditi suddivisa in 10 rate annuali di pari importo
- cessione del credito a terzi, inclusi istituti di credito
- sconto in fattura, ma solo in accordo con l’impresa che ha svolto i lavori.
Bonus Ristrutturazione, quali sono i lavori ammessi in detrazione
Nella guida dell’Agenzia delle Entrate aggiornata a ottobre 2022 viene specificato quali sono i lavori ammessi in detrazione con il bonus Ristrutturazione. Ecco quindi l’elenco delle spese ammesse:
- interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, effettuati su tutte le parti comuni degli edifici residenziali o sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze
- interventi finalizzati alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi
- interventi relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto
- interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche (ascensori o montacarichi, installazione di strumenti idonei alla mobilità interna ed esterna di portatori di handicap gravi)
- lavori relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi (cancelli, grate, porte blindate, casseforti, fotocamere collegate a vigilanza privata ecc.)
- lavori per la cablatura degli edifici e per il contenimento dell’inquinamento acustico
- lavori necessari al conseguimento di risparmi energetici
- lavori per l’adozione di misure antisismiche come opere per la messa in sicurezza statica
- interventi per la bonifica dall’amoanto e opere per evitare gli infortuni domestici
- riparazione di impianti per la sicurezza domestica (come la sostituzione del tubo del gas o la riparazione di una presa malfunzionante)
- installazione di apparecchi di rilevazione di gas
- monitoraggio di vetri anti-infortunio
- installazione corrimano
- sostituzione di porte interne.
Sono inoltre ammesse alla detrazione anche spese che vengono sostenute non per pagare l’intervento, ma per acquistare materiali o servizi accessori comunque legati ai lavori di ristrutturazione dell’immobile. La guida dell’Agenzia delle Entrate specifica infatti che rientrano tra le spese detraibili anche:
- le spese sostenute per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse
- le spese per prestazioni professionali comunque richieste sulla base della tipologia di intervento
- le spese per la messa in regola degli edifici ai sensi del DM 37/2008 – ex legge 46/90 (impianti elettrici) e delle norme Unicig per gli impianti a metano (legge 1083/71)
- le spese per l’acquisto dei materiali
- il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti
- le spese per effettuare perizie e sopralluoghi
- l’IVA, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le Dia
- gli oneri di urbanizzazione
- gli altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi nonché agli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli interventi agevolati (decreto n. 41 del 18 febbraio 1998).
Detrazione al 50% per box auto e pertinenze
È possibile beneficiare del bonus Ristrutturazione fino al 31 dicembre 2024 non solo per gli interventi sopra elencati, o per le spese ad essi direttamente correlate, ma anche per altri interventi quali “realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali ad immobili residenziali, anche a proprietà comune”.
Inoltre si può usare il bonus Ristrutturazione per l’acquisto di autorimesse e posti auto pertinenziali, limitatamente ai costi di realizzazione comprovati da apposita attestazione rilasciata dal costruttore.
La guida dell’Agenzia delle Entrate specifica che la detrazione Irpef del 50% su una spesa massima di 96.000 euro spetta solo in caso di realizzazione di autorimesse o posto auto, ovvero in caso di intervento ex novo.
L’Agenzia delle Entrate quindi, nella sua guida aggiornata a ottobre 2022, afferma chiaramente che non esiste la possibilità di sfruttare il bonus ristrutturazioni per il caso specifico. “Il box auto acquistato dal contribuente deriva da un intervento di ristrutturazione di immobile ad uso abitativo con cambio di destinazione d’uso e non da un intervento di nuova costruzione” spiega Money.it.
Sulla questione l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti con la risposta n. 6 pubblicata il 19 settembre 2018, dalla quale si evince che i box auto venduti da privato a privato restano esclusi dal bonus Ristrutturazione.
Viene infatti specificato che la detrazione viene riconosciuta “per l’acquisto di box e posti auto pertinenziali già realizzati, nel limite delle spese direttamente imputabili alla costruzione”.
Nella guida aggiornata ad ottobre 2022 leggiamo che il bonus ristrutturazione 2022 viene riconosciuto nei seguenti casi:
- acquisto di box e posti auto pertinenziali già realizzati dall’impresa costruttrice (solo per le spese imputabili alla loro realizzazione)
- interventi di realizzazione di parcheggi (autorimesse o posti auto anche a proprietà comune) a patto che vi sia un vincolo di pertinenzialità con una unità immobiliare abitativa.
Con il termine “realizzazione” riferito ad autorimesse o posti auto, si intendono, ai fini della detrazione fiscale prevista dal bonus Ristrutturazione, gli interventi di “nuova costruzione”, e non quelli di ristrutturazione con cambio di destinazione d’uso.
Non è possibile beneficiare della detrazione quindi se il box auto è venduto dall’impresa proprietaria dell’immobile che ha effettuato l’intervento di ristrutturazione dell’edificio ad uso abitativo con cambio di destinazione d’uso appunto.
Chi può richiedere il bonus Ristrutturazioni
La guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate non riporta sostanziali variazioni per quel che riguarda i soggetti che possono accedere al bonus Ristrutturazioni 2022.
L’agevolazione può infatti essere richiesta da tutti i contribuenti che risultano soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, residenti in Italia e non.
A richiedere il contributo a copertura del 50% delle spese ammesse sostenute fino al tetto dei 96.000 euro può essere non solo il proprietario dell’immobile, ma anche il titolare dei diritti di godimento o chi ne sostiene le spese.
Possono quindi beneficiare della detrazione fiscale prevista dal bonus Ristrutturazione 2022 i seguenti soggetti:
- proprietari e nudi proprietari dell’immobile
- titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie)
- locatari e comodatari
- soci di cooperative divise e indivise
- imprenditori individuali, per gli immobili che non rientrano tra i beni strumentali o merce
- coloro che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per i titolari di imprese individuali.
Laddove sia stato stipulato un contratto preliminare di compravendita, il cosiddetto compromesso, il soggetto che acquista l’immobile può beneficiare del bonus Ristrutturazione se:
- è stato immesso nel possesso dell’immobile
- svolge i lavori di ristrutturazione a proprie spese
- è stato regolarmente registrato il contratto preliminare di compravendita
Anche chi esegue i lavori in proprio sull’immobile può beneficiare del bonus Ristrutturazione, ma la quota dell’agevolazione si applicherà solo alle spese sostenute per l’acquisto del materiale necessario allo svolgimento degli interventi.
Quali documenti servono per richiedere il bonus Ristrutturazione
La guida aggiornata ad ottobre 2022 pubblicata dall’Agenzia delle Entrate specifica quali sono i documenti che bisogna conservare per poter beneficiare della detrazione Irpef al 50% sulle spese sostenute per gli interventi.
Prima di tutto è bene ricordare che per richiedere la detrazione fiscale occorre indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali dell’immobile.
Inoltre bisogna allegare alcuni documenti relativi all’immobile, e sono i seguenti:
- domanda di accatastamento
- ricevute di pagamento dell’imposta comunale ICI-IMU
- delibera dell’assemblea per l’esecuzione dei lavori (parti comuni edifici residenziali) e tabella della ripartizione delle spese
- dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori
- concessioni, autorizzazioni allo svolgimento dei lavori o dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà indicante data di inizio dei lavori e compatibilità con le spese ammesse al bonus Ristrutturazione.
Inoltre per tutti gli interventi di ristrutturazione e per gli altri lavori ammessi all’agevolazione, a partire dal 1° gennaio 2018 occorre inviare apposita comunicazione all’ENEA circa le spese di ristrutturazione sostenute. In questo caso l’obbligo non riguarda tutti i lavori, ma solo quelli che comportano un risparmio energetico. L’elenco completo è stato inserito nella guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate.
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