Con l’arrivo della stagione fredda, e in considerazione dei forti aumenti del prezzo del gas, si cerca di attrezzarsi per non rimanere al freddo, e tra le migliori alternative al metano troviamo proprio il pellet.
In realtà non si tratta solo di una questione di risparmio, ma in molti stanno ripiegando sul pellet, installando stufe a pellet a casa, anche per non correre il rischio di ritrovarsi senza gas a sufficienza qualora il governo decidesse di razionare le scorte.
Il pellet quindi è ultimamente molto gettonato, e questo naturalmente ha innescato anche in questo caso un forte aumento di prezzo che ha portato il combustibile dai 3, 4 euro di un anno fa fino agli attuali 10 euro e oltre.
E nonostante gli aumenti che hanno interessato anche il pellet, questa alternativa al gas metano resta sempre valida, anche perché le bollette di luce e gas rischiano comunque di essere insostenibili per molte famiglie, basti pensare che rispetto allo scorso anno la spesa media della famiglia tipo è aumentata talmente tanto che ora ha raggiunto i 3.500 euro.
Cos’è il pellet e perché conviene nonostante i rincari
Quando parliamo di pellet parliamo di uno dei più ecologici tra i combustibili fossili attualmente in uso. Usare il pellet per scaldare la propria abitazione o l’ufficio è una di quelle scelte che oggi si guadagnano il ‘bollino’ green, e nonostante questo usare il pellet oggi costa quasi il triplo rispetto a un anno fa.
Il pellet si ottiene dagli scarti della lavorazione industriale del legno e dagli scarti agricoli attraverso un processo di compressione meccanica, ed è così che si ottengono quei piccoli cilindri di circa 7 millimetri di diametro.
Il pellet viene usato per alimentare stufe ideate appositamente per l’uso di questo combustibile, ed occorre anche che l’impianto sia stato realizzato seguendo tutte le norme, con canna fumaria di dimensioni adeguate, una stufa o una caldaia ad alta efficienza, senza trascurare l’aspetto della manutenzione che deve essere preciso e costante.
Ma con gli aumenti del prezzo dell’energia, le bollette di gas e luce alle stelle, sempre più persone hanno deciso di puntare sul pellet per scaldarsi quest’inverno, e i prezzi della materia prima hanno subito registrato un’impennata notevole.
Nel corso del 2022 un sacco di pellet da 15 kg è passato dai 3 – 5 euro a oltre 10 euro, e tra le cause degli aumenti ancora una volta non possiamo che citare le sanzioni contro Mosca, quindi il blocco delle importazioni di legname da Russia e Bielorussia.
Non solo, la ridotta disponibilità di gas e gli aumenti di prezzo, sempre collegati in modo più o meno diretto alla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro la Russia, hanno indotto i Paesi del Nord Europa a ridurre le esportazioni per far fronte alla crisi energetica.
Il prezzo del pellet quindi è aumentato notevolmente, e nonostante questo è ancora una scelta più conveniente del gas o del gasolio, soprattutto se si tiene conto degli aumenti attesi per le prossime settimane e per i prossimi mesi.
Ma soprattutto il pellet non dovrebbe mancare, a differenza del gas che rischia di essere razionato. In tal senso sono arrivate infatti le rassicurazioni dei produttori, che hanno garantito che non ci sarà penuria di pellet nei negozi durante la stagione autunnale e invernale, e anche se si sono ridotti i flussi provenienti dai Paesi del Centro e del Nord Europa il pellet sugli scaffali non mancherà.
Bonus pellet per stufe e caldaie a pellet, a chi spetta e come funziona
Il grosso della spesa da sostenere quando si decide di utilizzare il pellet per il riscaldamento di casa o dell’ufficio è rappresentato dalla spesa iniziale per l’acquisto e l’installazione di stufe o caldaie.
La spesa va da un minimo di 1.500 euro per una stufa a pellet ad aria, e da un minimo di 2.500 euro per una a pellet ad acqua. Per la realizzazione dell’impianto si può spendere intorno ai 300 euro, ma poi si deve anche realizzare una canna fumaria di dimensioni adeguate, e dove non è possibile farlo si può tentare di convertire la canna già esistente di un eventuale caminetto. In questo caso si può anche risparmiare qualcosa, e spendere intorno ai 50 euro al metro quadro.
Ora però sono in arrivo degli incentivi per chi intende utilizzare le stufe a pellet al posto del gas, e sono conosciuti come bonus stufe o bonus pellet. Grazie ai bonus è possibile ridurre la spesa per la realizzazione di nuovi impianti e per l’acquisto delle stufe a pellet. Esistono sostanzialmente due bonus pellet:
- conto termico: viene erogato dal GSE (Gestore Servizi Energetici) ed è un incentivo alla realizzazione di interventi per l’aumento del livello di efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. In questo caso si tratta di un bonus che copre fino al 65% del costo dei lavori sostenuti per la sostituzione di un impianto preesistente con una nuova installazione
- ecobonus: con l’ecobonus si ha accesso ad un rimborso del 65% fino ad un massimo di 30 mila euro per le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica per gli immobili già iscritti al catasto o con pratica di iscrizione già avviata, oppure si può accedere ad un rimborso del 50% fino ad un massimo di 96 mila euro nel caso di lavori di ristrutturazione edilizia. In tal caso la stufa a pellet deve necessariamente avere un rendimento pari o superiore al 70%.
Ci sono poi bonus introdotti su base locale, cioè bonus pellet regionali, come quelli introdotti dalla Regione in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. In questo caso per conoscere importi e condizioni del bonus pellet conviene visitare il sito della propria Regione e scoprire tutti i dettagli in quanto regole e scadenze da rispettare variano caso per caso.
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