Il riconoscimento del lavoro svolto dalle casalinghe e la loro indipendenza economica vengono presentati ora come una priorità, in considerazione della diseguaglianza di genere e delle violenze domestiche che potrebbero essere in qualche modo connesse al contesto della loro attività. Pertanto, sono stati introdotti diversi strumenti economici per sostenere questa categoria.
Il governo guidato da Giorgia Meloni ha istituito una serie di aiuti destinati alle fasce più deboli della popolazione, tra cui le casalinghe, che svolgono un lavoro non retribuito. Uno di questi strumenti è rappresentato da un bonus che non è semplicemente un sussidio, ma una vera e propria pensione.
Per ottenere questa pensione, una persona che non svolge alcun lavoro al di fuori della casa dovrà versare autonomamente i contributi. Saranno sufficienti almeno 5 anni di contributi per avere diritto a ricevere la pensione, che potrà essere erogata a partire dai 57 anni. I contributi possono essere versati a partire dai 16 anni di età.
Una casalinga potrà versare anche solo 25 euro al mese, ma per ricevere la pensione a 57 anni, l’assegno mensile dovrà essere almeno pari all’importo dell’Assegno sociale maggiorato del 20%. Nel caso in cui l’assegno non raggiunga tale importo, la casalinga dovrà aspettare fino a 65 anni per ricevere la pensione. Se l’importo dell’Assegno della pensione casalinghe fosse troppo basso, dopo aver compiuto 67 anni, le casalinghe potranno richiedere all’INPS l’assegno sociale.
L’importo dell’assegno sociale varia ogni anno e nel 2023 è pari a 503,27 euro, erogato in 13 mensilità. Per avere diritto a questa prestazione per intero, è necessario soddisfare i seguenti requisiti reddituali: il reddito personale deve essere pari a zero e il reddito annuo del coniuge deve essere inferiore a 6.542,51 euro. Se questi limiti vengono superati, l’assegno sociale verrà erogato in forma ridotta.
Esistono ulteriori limiti nel caso in cui il reddito annuo personale della casalinga superi i 5.542,51 euro annui e il reddito del coniuge superi i 13.085,00 euro. In tali casi, non si avrà diritto all’assegno sociale. Tuttavia, se una casalinga ha un’invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%, lo Stato le riconoscerà una pensione di invalidità civile, che nel 2023 ammonta a 313,00 euro al mese.
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