banconota 200 euro infilata in salvadanaio posato sul prato

Il bonus 200 euro è stato introdotto dal governo di Mario Draghi per aiutare lavoratori e famiglie a meglio sopportare il peso dei rincari, l’aumento dei prezzi determinato dall’inflazione e dalla crisi energetica, con bollette di energia elettrica e gas salite alle stelle, senza contare gli aumenti del prezzo della benzina.

Il bonus dovrebbe servire quindi ad attutire l’impatto che tutti questi aumenti stanno avendo sull’economia familiare nel suo complesso, riducendo l’effetto negativo sull’andamento dei consumi.

Si tratta comunque di una misura che serve solo a mitigare in minima parte le conseguenze delle scelte politiche operate in Italia nell’ambito dell’emergenza Coronavirus prima e della crisi in Ucraina poi, con la decisione di imporre sanzioni contro la Russia che hanno danneggiato pesantemente l’economia italiana.

Bonus 200 euro una tantum, a chi spetta

Il bonus da 200 euro introdotto dal governo Draghi con il decreto Aiuti verrà erogato direttamente con la busta paga di luglio, o in alcuni casi con quella di giugno, ma comunque con il pagamento effettuato nel mese di luglio 2022 per tutti i lavoratori dipendenti.

Il bonus è una tantum, il che significa che viene erogato una sola volta per singolo beneficiario, inoltre non spetta solo ai lavoratori dipendenti ma anche ai disoccupati, ai pensionati e, sebbene se continuiamo ad attendere conferme, persino ai lavoratori autonomi.

Per poter ricevere il bonus da 200 euro però è necessario risultare in possesso dei requisiti previsti dalla normativa, vale a dire anzitutto che non si deve superare il tetto di reddito di 35 mila euro. Non sono previsti però altri paletti in tal senso, infatti non occorre presentare l’Isee.

Possono ricevere il bonus sia i dipendenti pubblici che i dipendenti privati, mentre sono esclusi dal bonus i lavoratori domestici. Come accennato il bonus viene erogato con la busta paga di luglio, nel limite della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali di 2.692 euro al mese.

Vediamo quindi quali sono in sintesi i requisiti da soddisfare per ricevere il bonus da 200 euro:

  • non percepire pensione di cittadinanza o reddito di cittadinanza, in quanto in questi casi non è il datore di lavoro ad erogare il bonus bensì direttamente l’Inps
  • per chi è stato assunto alla fine del primo quadrimestre del 2022 è necessario aver beneficiato dell’esonero contributivo dello 0,8% per almeno una mensilità
  • non essere beneficiario dello stesso bonus con altri datori di lavoro, in quanto il bonus spetta una sola volta per singolo beneficiario.

Quali redditi concorrono al raggiungimento del tetto dei 35.000 euro

Quello del reddito non oltre i 35 mila euro è sostanzialmente l’unico requisito che bisogna soddisfare per poter ricevere il bonus una tantum da 200 euro del decreto Aiuti. Ma quali sono i redditi che bisogna considerare e quali invece sono esclusi? L’Inps ha chiarito che nel computo della soglia di reddito da rispettare per aver diritto al bonus devono essere inclusi tutti i redditi di qualsiasi natura, ma bisogna escludere quelli elencati di seguito:

  • rendita della casa di abitazione e relative pertinenze
  • trattamento di fine rapporto (Tfr)
  • emolumenti arretrati sottoposti a tassazione separata
  • assegni al nucleo familiare (Anf) e assegno unico universale
  • assegni di guerra, indennizzi da vaccinazione o trasfusione
  • indennità di accompagnamento.

A meno che non vi sia una dichiarazione contraria sottoscritta dal dipendente avente diritto al bonus da 200 euro, i datori di lavoro devono erogare il bonus con la retribuzione del mese di luglio, e poi compenseranno il relativo importo attraverso il sistema Uniemens. Il datore di lavoro infatti, in seguito all’erogazione del bonus da 200 euro ottiene un credito da compensare in sede di denuncia contributiva mensile.

Ricordiamo a tal proposito che la stessa indennità spetta anche ai disoccupati e ai cassintegrati a 0 ore che risultino tali nel mese di giugno. In entrambi i casi il bonus una tantum da 200 euro sarà erogato direttamente dall’Inps.

Bonus 200 euro una tantum: come funziona il sistema Uniemens

Quando parliamo di Uniemens parliamo del sistema unico di inoltro delle denunce mensili relative ai lavoratori dipendenti. Prima dell’utilizzo di questo sistema, le denunce mensili venivano inoltrate all’Inps usando due diversi modelli: il DM10/2 e il modello EMENS.

È stato poi con la legge del 24 novembre 2003, n. 326, che si è stabilito che il datore di lavoro è tenuto a comunicare ogni mese all’Inps i dati retributivi e le informazioni utili al calcolo dei contributi, con il passaggio a regime che è arrivato ufficialmente a partire dal 1° gennaio 2010.

Questo sistema di trasmissione mensile dei dati delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti all’Inps è obbligatorio per tutti i datori di lavoro, e l’operazione deve essere effettuata necessariamente entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di competenza. Quando l’ultimo giorno è festivo il termine viene prorogato al primo giorno lavorativo del mese successivo.

Quando il datore di lavoro invia puntualmente la denuncia mensile attraverso il flusso Uniemens, che viene poi inoltrata online all’Inps tramite il servizio dedicato sul sito ufficiale dell’Istituto, l’indennità da 200 euro viene automaticamente riconosciuta al beneficiario, in misura fissa, una sola volta.

In ogni caso il datore di lavoro è tenuto a richiedere al lavoratore una dichiarazione con la quale lo stesso autocertifichi, ricorrendone le circostanze, “di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32 commi 1 e 18”.

Per ricevere il bonus bisogna compilare e consegnare l’autocertificazione

Il lavoratore quindi, per poter ricevere il bonus una tantum da 200 euro, deve compilare e consegnare al datore di lavoro apposita autocertificazione con la quale dichiara di non essere beneficiario delle prestazioni indicate all’articolo 32 commi 1 e 18.

Nel decreto Aiuti infatti viene specificato che deve essere il lavoratore dipendente ad autocertificare la propria posizione per poter accedere all’indennità. Nel documento sono da riportare i dati anagrafici del dipendente che intende beneficiare dell’indennità una tantum, come nome, data e luogo di nascita, residenza e codice fiscale, e i dati del datore di lavoro quali nome o ragione sociale, codice fiscale o partita Iva.

Con la stessa autocertificazione il lavoratore dichiara di essere in possesso dei requisiti, compresi i requisiti di reddito, per poter ricevere il bonus una tantum da 200 euro.

Il bonus spetta anche a chi ha più rapporti di lavoro

Per aver diritto al bonus una tantum da 200 euro non è necessario avere un solo contratto di lavoro dipendente, infatti l’indennità spetta anche a chi ha più rapporti di lavoro, ma in ogni caso viene riconosciuta una sola volta.

Nel caso del lavoratore con più rapporti di lavoro, egli potrà richiedere il pagamento del bonus da 200 euro a uno solo dei datori di lavoro, e con l’autocertificazione dichiarerà di non aver fatto analoga richiesta ad altri datori di lavoro.

Qualora dovesse risultare che lo stesso lavoratore dipendente ha ricevuto il bonus una tantum da più datori di lavoro, allora l’Inps comunicherà a ciascuno di essi la quota parte dell’indebita compensazione effettuata, per la restituzione all’Istituto e il recupero verso il dipendente secondo le modalità indicate nel messaggio dell’Inps.

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