Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e la responsabile del Lavoro, Marina Elvira Calderone, hanno ufficialmente firmato il decreto sulle pensioni, delineando un quadro importante per il panorama pensionistico italiano del 2024. L’attenzione è concentrata sull’adeguamento all’inflazione e su un nuovo meccanismo a fasce che garantiranno la perequazione piena solo agli assegni fino a 2.200 euro.
Adeguamento all’inflazione e fasce pensionistiche
Il decreto interministeriale, recentemente siglato, introduce un indice di riferimento da applicare nel 2024. L’adeguamento pieno sarà riconosciuto esclusivamente ai trattamenti pensionistici complessivi di importo fino a quattro volte il minimo. Questa decisione, orientata verso la sostenibilità economica, stabilisce che gli aumenti a partire da gennaio saranno fino a un massimo di 130 euro nelle fasce in cui si concentra la maggior parte dei pensionati.
Con la prospettiva di una rivalutazione del 5,4%, il trattamento minimo nel 2024 dovrebbe toccare i 598,41 euro, mentre l’assegno sociale dovrebbe raggiungere i 534,40 euro, diventando anche il nuovo minimo per accedere alla pensione di vecchiaia.
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Quali sono gli aumenti per le varie fasce pensionistiche
“Il Messaggero” ha delineato un quadro chiaro sull’aumento delle pensioni in relazione all’importo dell’assegno spettante. Utilizzando un tasso di rivalutazione provvisorio che varia dal 5,4% all’1,188%, ecco un’esemplificazione:
- Una pensione mensile lorda di 567,94 euro aumenterà a 598,61 euro, con un incremento netto mensile di 30,67 euro.
- Una pensione di mille euro mensili lordi raggiungerà 1054 euro, con un aumento netto di 38,10 euro.
- 1.500 euro di pensione lorda saliranno a 1.581 euro, con un incremento netto mensile di 64 euro.
- Una pensione di 2.000 euro raggiungerà 2108 euro, con una crescita netta di 93,13 euro.
Per le pensioni superiori a quattro volte il minimo, il tasso di rivalutazione scende al 4,59%. Ecco alcuni esempi:
- Una pensione di 2.500 euro mensili lordi aumenterà a 2.614,75 euro, con un incremento netto di 90,94 euro.
- Una pensione pari a 5 volte il minimo, ovvero 2.839,70 euro, avrà una crescita lorda di 130 euro e una netta di 100,58 euro.
- Una pensione di 3.000 euro crescerà di 73 euro.
Per chi percepisce una pensione pari a 10 volte il minimo, da 5.679 a 6.000 euro, l’aumento netto sarà rispettivamente di 84,68 e 60,63 euro.
Quali saranno gli aumenti delle pensioni nel 2025
Dal 2025, i tagli saranno limitati agli scaglioni e non all’importo dell’intero assegno. La Legge di Bilancio ha ridotto le rivalutazioni per le pensioni più alte, preparando il terreno per un futuro più sostenibile. Va notato che il tasso di inflazione del 5,4% comunicato dal Ministero dell’Economia non è definitivo; a consuntivo, potrebbe risultare più alto con i dati di novembre e dicembre.
Quindi, gli incrementi a partire da gennaio 2024 si baseranno su importi a cui è stata già applicata la rivalutazione del 2023. Il tasso definitivo dell’8,1% ha portato l’importo del trattamento mensile a 567,94 euro mensili, aprendo la strada a prospettive intriganti per il futuro del sistema pensionistico italiano.
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