Ancora novità in arrivo nel campo dei bonus edilizi, con l’emendamento al decreto Ucraina bis approvato dalle commissioni Industria e Finanze del Senato. Il testo prevede che a partire dal mese di luglio 2023 per accedere ad alcuni bonus edilizi le imprese dovranno presentare la qualificazione Soa, cioè quella che serve per prendere parte agli appalti pubblici.

In questi giorni infatti le due commissioni a Palazzo Madama hanno approvato questo emendamento che dispone una nuova stretta sull’accesso alle agevolazioni per le imprese, e secondo Confartigianato e Cna il nuovo requisito escluderà dal mercato della riqualificazione edilizia l’80% circa delle piccole e medie imprese.

Novità sui bonus edilizi, le imprese dovranno presentare la qualificazione Soa

Con il nuovo emendamento al decreto Ucraina bis viene introdotto l’obbligo a partire dal mese di luglio 2023, di avere la qualificazione Soa, cioè quella certificazione che alle aziende viene richiesta quando intendono accedere a gare e appalti pubblici, per poter beneficiare di bonus edilizi erogati nell’ambito di interventi di riqualificazione energetica e antisismica.

La novità, come anticipato, diverrà effettiva a partire da luglio del prossimo anno, ma già a partire dal mese di gennaio 2023 le aziende dovranno dimostrare di aver sottoscritto almeno un contratto con uno degli enti certificatori che rilasciano la Soa.

Non dimentichiamo che per ottenere la qualificazione Soa bisogna rientrare in alcuni stringenti standard, dimostrando di essere in possesso di specifici requisiti economici e tecnici. Bisogna inoltre essere in regola per quel che riguarda la normativa antimafia e con il pagamento di tasse e contributi. 

Infine nello storico delle aziende non devono risultare commesse gravi effrazioni in materia di sicurezza, e non devono essere state comminate sanzioni interdittive.

Se in possesso di tutti i requisiti, soddisfatte le condizioni stabilite, le imprese interessate potranno accedere a bonus edilizi rientranti tra quelli per riqualificazione energetica e sismica.

Il nuovo emendamento taglia fuori l’80% delle Pmi

Diventano particolarmente stringenti le condizioni da soddisfare per poter accedere ad alcuni bonus edilizi con l’entrata in vigore delle norme inserite nell’emendamento approvato dalle Commissioni Industria e Finanze del Senato.

Questo naturalmente ridurrà notevolmente la platea dei beneficiari di queste tipologie di agevolazioni, e secondo Confartigianato e Cna a restar tagliate fuori saranno soprattutto le piccole e medie imprese.

“Il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere circa l’80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia introducendo nuove e incomprensibili barriere burocratiche” fanno notare infatti le due associazioni di categoria.

Cosa prevede il testo finale dell’emendamento approvato

Quello che è stato approvato nei giorni scorsi dalle commissioni Industria e Finanze del Senato è in realtà il risultato della riformulazione di diversi emendamenti sul tema che erano stati presentati precedentemente da Forza Italia, Autonomie, Partito Democratico, Italia Viva, Lega, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia.

Alla fine si è giunti ad un compromesso tra le varie proposte di modifica che prevede, a partire da gennaio del 2023, l’introduzione delle novità concordate. In particolare si è deciso di limitare i nuovi obblighi a lavori il cui importo complessivo supera i 516 mila euro (come prevedeva il testo dell’emendamento del M5s), e che non si applichino ai lavori che sono già in corso d’opera.

C’è stato un ammorbidimento, ma resta il fatto che non si comprende la finalità dell’estensione al settore privato di uno strumento che serve nell’ambito dei contratti pubblici per dimostrare alla stazione appaltante il possesso dei requisiti tecnici ed economici” è stato il commento del responsabile del settore legislativo di Confartigianato, Andrea Stabile.

Quando nei giorni scorsi i gruppi parlamentari avevano segnalato come prioritari gli emendamenti sul tema dei nuovi vincoli per accedere ai bonus edilizi, dalla confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa era già arrivato l’invito a non procedere.

Il nuovo requisito infatti, secondo il parere di Confartigianato, è “in evidente contraddizione con l’orientamento di semplificare le procedure e ridurre gli adempimenti a carico delle imprese più volte ribadito dal governo e dal Parlamento”, inoltre “altera in modo ingiusto i meccanismi fondamentali del libero mercato, introducendo ex-lege una grave e pericolosa restrizione dell’offerta nel mercato della riqualificazione del patrimonio immobiliare”.

Impossibile poi non tener conto del fatto che di modifiche sul quadro normativo dell’accesso ai bonus edilizi ve ne sono state in quantità nel giro di pochi mesi. Continue modifiche al funzionamento delle agevolazioni che “generano la paralisi del mercato come evidenziano i recenti interventi su criteri e modalità per la cessione dei crediti” fanno notare dalla confederazione.

È anche vero però che da quando sono state introdotte le varie agevolazioni in campo di interventi edilizi, a cominciare dal Superbonus 110% il mercato ha visto nascere come funghi nuove imprese edili anche improvvisate.

Nei soli ultimi sei mesi del 2021 sono nate oltre 11 mila imprese edilizie secondo i dati dell’Ance, e con tale proliferazione di nuove realtà porta ad un’impennata dei rischi legati alla qualità degli interventi e alla sicurezza sul posto di lavoro.

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