Con l’impennata improvvisa del prezzo del greggio, conseguente all’annuncio di alcune settimane fa del presidente Usa Joe Biden circa il divieto di importazione di prodotti energetici dalla Russia, in tutta Europa e in particolare in Italia il prezzo dei carburanti è schizzato alle stelle.

Il governo di Mario Draghi ha quindi introdotto alcune misure volte a mitigare i rincari che non pesano solo sulle tasche delle famiglie ma anche su quelle delle imprese, con un impatto potenzialmente disastroso specie sulle imprese dei trasporti. La misura più importante introdotta dal governo Draghi è quella del taglio delle accise che ha permesso una riduzione del prezzo di diesel e benzina di circa 30 centesimi al litro.

Nel frattempo è stato anche introdotto un bonus carburanti che permette a tutte le imprese di erogare ai propri dipendenti dei buoni benzina per un valore complessivo fino a 200 euro.

Buoni carburante, cosa sono e come funzionano

Il decreto Ucraina varato nei giorni scorsi dall’esecutivo guidato dall’ex presidente della BCE, che si prefigge l’obiettivo i mitigare gli effetti sull’economia italiana delle sanzioni imposte contro la Russia nell’ambito del conflitto con l’Ucraina, introduce una serie di misure tra cui i buoni carburanti per i lavoratori dipendenti.

Le aziende private hanno quindi la possibilità di assegnare, con un atto di liberalità, un incentivo ai propri dipendenti sotto forma di buoni benzina fino ad un importo massimo che può raggiungere complessivamente i 200 euro.

In questo caso parliamo di importi che non concorrono alla formazione del reddito. A tal proposito ricordiamo che, come precisato da Il Sole 24 Ore, “per il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati alle aziende, la non concorrenza alla formazioe del reddito di lavoro dipendente arriva fino ad un limite di 258,23 euro (raddoppiato a 516,46 euro per i periodi di imposta 2020 e 2021)”.

Quando il valore è superiore invece concorre alla formazione del reddito interamente. Questi buoni carburante introdotti con il decreto Ucraina però vengono considerati ulteriori rispetto alla soglia di esenzione dall’Irpef, quindi non concorrono comunque alla formazione del reddito.

Buoni carburanti anche per i professionisti

Il governo Draghi ha quindi introdotto questi buoni carburanti per attutire l’impatto dei rincari su diesel e benzina di queste settimane, ma chi può richiedere i buoni? Spettano ai lavoratori dipendenti, che li ricevono direttamente dal datore di lavoro come abbiamo visto, ma spettano anche ai professionisti.

Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia al decreto Ucraina chiarisce infatti i destinatari della norma del bonus carburante: tutti i datori di lavoro privati, quindi anche i professionisti e non solo le aziende, possono assegnare i buoni benzina.

Il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, ha chiarito infatti che “anche gli studi dei professionisti potranno beneficiare di questa disposizione”.

I 9,9 miliardi per il bonus carburante non bastano più

Questo naturalmente comporta un aumento dei costi della misura che introduce i buoni benzina. Inizialmente la misura, che prevedeva l’erogazione del bonus carburante alle sole aziende private, aveva un costo stimato per il 2022 di circa 9,9 miliardi di euro (somma calcolata come perdita di gettito di competenza di Irpef).

Si tratta di una stima che era stata fatta tenendo conto del numero complessivo delle persone che nel corso del 2020 erano state destinatarie di beni ceduti e servizi prestati dalle aziende, per un totale di 660 mila.

Ora però nel conteggio sarà necessario inserire anche i professionisti, il che significa che il numero è destinato a crescere in modo considerevole, e così pure la spesa complessiva della misura per le casse dello Stato.

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