Tutti sappiamo che la TARI è la Tassa sui Rifiuti ma non tutti sappiamo come si compila il modello per il pagamento dell’imposta comunale. Quando parliamo di TARI parliamo di una tassa che è stata istituita dallo Stato con lo scopo di coprire i costi connessi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Si tratta di un’imposta comunale dal momento che quello della raccolta rifiuti è un servizio gestito dagli enti locali, e sono gli stessi enti che deliberano poi annualmente le tariffe. I Comuni possono pertanto istituire propria normativa in merito alle agevolazioni ma comunque nel limite di quanto disposto con la Legge 147/2013.
La TARI viene applicata da tutti i Comuni, possono esservi delle differenze da cui agevolazioni più o meno vantaggiose, e importi da pagare più o meno alti, ma la tassa sui rifiuti viene riscossa in tutti i comuni e non esiste ente territoriale che possa decidere di non applicarla.
Tutti i contribuenti, in tutti i Comuni italiani, sono tenuti quindi al pagamento della TARI. Vediamo quindi come si paga l’imposta e come fare per compilare l’apposito modello.
Presentare la dichiarazione TARI è obbligatorio
Abbiamo visto che la TARI è una tassa che tutti i cittadini sono tenuti a pagare, seppur con importi diversi in base a quanto disposto dalla normativa del Comune di appartenenza. Le modalità per il pagamento della TARI tuttavia non variano in base all’ente locale che emette l’imposta.
Vediamo prima di tutto quanto disposto dalla Legge 147/2013, che all’articolo 1 recita:
“685. La dichiarazione, redatta su modello messo a disposizione dal Comune, ha effetto anche per gli anni successivi sempreché non si verifichino modificazioni dei dati dichiarati da cui consegua un diverso ammontare del tributo; in tal caso, la dichiarazione va presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui sono intervenute le predette modificazioni”.
Questo vuol dire in sostanza che presentare la dichiarazione TARI per pagare la tassa sui rifiuti è obbligatorio, ed è un’operazione che bisogna effettuare utilizzando l’apposito modello messo a disposizione dal proprio Comune di appartenenza.
La dichiarazione TARI deve essere necessariamente presentata entro e non oltre il mese di giugno dell’anno successivo a quello in cui l’occupazione è iniziata oppure è intervenuta una variazione. Ma quali sono i soggetti tenuti a presentare la dichiarazione TARI e cosa bisogna dichiarare? Vediamo prima di tutto quali sono i dati che servono per compilare il modello per pagare la tassa sui rifiuti.
Quali sono i dati che bisogna inserire nel modello per il pagamento della TARI
Per quanto riguarda la tassa sui rifiuti ci sono prima di tutto alcune cose importanti da sapere, in particolare per la compilazione della dichiarazione TARI è necessario fissare cinque punti che ci permettono di sapere quali sono i dati essenziali e fondamentali da inserire nel modello per il pagamento dell’imposta.
Sul sito ufficiale del ministero dell’Economia e della Finanza leggiamo, a proposito della TARI che “la tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuto da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi”.
Si parte da questa definizione quindi per fissare i cinque punti fondamentali per la dichiarazione TARI:
- La TARI deve essere corrisposta indipendentemente dall’effettiva produzione di rifiuti
- La TARI deve essere corrisposta principalmente dall’occupante, vale a dire da chi vive nell’immobile e, in assenza di un inquilino il pagamento è comunque dovuto ed è a carico dal proprietario
- La TARI deve essere corrisposta per qualsiasi tipologia di immobile, indipendentemente dal fatto che si tratti di locali ad uso abitativo, di un magazzino o di un box auto
- La TARI deve essere corrisposta a partire dalla data in cui si diventa giuridicamente soggetti passivi del pagamento dell’imposta, vale a dire dalla data di inizio di occupazione nel caso di inquilino differente dal proprietario dell’immobile, oppure dal rogito negli altri casi.
- Il pagamento della TARI avviene tramite bollettazione, ma il bollettino viene inviato al contribuente solo a seguito di regolare presentazione della dichiarazione TARI. In caso contrario il bollettino per il pagamento non viene emesso e dal momento che la tassa non potrà essere pagata verrà emesso accertamento con relative sanzioni.
TARI: come è composta la tassa sui rifiuti e come si calcola
Per capire cos’è e come funziona la TARI, ma soprattutto per comprendere cosa paghiamo quando versiamo la tassa sui rifiuti, è bene partire dai cinque punti che abbiamo sopra brevemente illustrato.
In quei punti sono contenute le informazioni fondamentali di cui bisogna disporre per avitare di incorrere in alcuni errori comuni riguardanti la TARI. In particolare, per quel che riguarda la composizione della tassa sui rifiuti, partendo da quei cinque punti riusciamo a capire quali sono i dati fondamentali che devono essere inseriti nel modello per il pagamento della TARI da comunicare al proprio Comune di appartenenza.
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, la comunicazione al proprio Comune è di fondamentale importanza in quanto permette all’ente di inviarci annualmente il bollettino per il pagamento della TARI. Se il bollettino non arriva il pagamento non può essere effettuato e scattano le sanzioni.
Diciamo quindi prima di tutto che la TARI serve a coprire interamente il costo per il servizio della raccolta dei rifiuti solidi urbani e per lo smaltimento degli stessi. Ma non solo, perché quando paghiamo la TARI in realtà paghiamo anche altri servizi, come spiegato sul sito dell’Arera (Autorità Regolatrice per l’Energia le Reti e l’Ambiente).
Sul sito leggiamo infatti che la TARI copre i servizi di “spazzamento e lavaggio strade, raccolta e trasporto, trattamento e recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, gestione tariffe e rapporti con gli utenti”.
Ne consegue che la TARI si compone di due tariffe:
- una tariffa fissa che copre i costi per servizi garantiti dal Comune quali lavaggio strade e pulizia degli spazi pubblici
- una tariffa variabile che copre i costi che variano in base alla capacità produttiva di rifiuti da parte del soggetto passivo, la quale si definisce sulla base di diversi fattori come, ad esempio, la superficie dell’immobile su cui viene pagata l’imposta.
Abbiamo già visto che la normativa stabilisce che la TARI deve essere corrisposta da chi possiede o occupa locali suscettibili alla produzione di rifiuti. Questo significa che il primo elemento che viene preso in considerazione per stabilire l’importo da versare è la metratura dei locali. Per quanto riguarda la quota variabile si tiene conto poi del numero di persone che occupano l’immobile soggetto al pagamento dell’imposta.
Sono queste le due informazioni fondamentali da indicare nel modello per la comunicazione TARI al proprio Comune di appartenenza, ma non le uniche. Infatti dal momento che la tassa è dovuta annualmente dal momento in cui il soggetto diventa passibile dell’imposta, ad esempio dal momento della stipula del rogito per l’acquisto di un dato immobile, per il primo pagamento occorre indicare quella data.
Quando il possesso o l’occupazione sono iniziati nel corso dell’anno è infatti necessario indicare la data esatta a partire dalla quale la tassa risulta dovuta. In questo modo l’importo da pagare verrà riparametrato sul totale dei giorni di competenza.
TARI, come compilare la dichiarazione: i metri quadrati
Per presentare la dichiarazione TARI è necessario essere in grado di compilare il modello in ogni sua parte, fornendo tutti i dati richiesti a cominciare dalla metratura dell’immobile per il quale deve essere versata l’imposta.
Sappiamo infatti che l’importo da pagare viene definito prima di tutto sulla base delle caratteristiche dell’immobile, e l’ampiezza dei locali è uno dei dati fondamentali. La normativa in particolare specifica che occorre indicare i metri quadrati calpestabili.
Nella dichiarazione TARI il contribuente dovrà quindi indicare i metri quadrati degli immobili posseduti o occupati. Ma come si fa a conoscere questo dato esatto? Il proprietario dell’immobile dovrebbe esserne a conoscenza fin dal momento dell’acquisto, perché si tratta di un’informazione basilare per definire il prezzo dell’immobile.
L’inquilino, se diverso dal proprietario dell’immobile, può comunque ottenere questo dato in tre modi:
- può controllare la visura catastale dell’immobile che, di solito, riporta i metri quadrati catastali. Questo valore però in molti casi non indica i metri quadrati calpestabili, quindi potrebbe risultare più alto di quello reale, ma rappresenta comunque una buona base di partenza
- può misurare la superficie calpestabile dei locali partendo dalla planimetria catastale. Questa è generalmente in scala 1:200 o 1:500
- può effettuare una misurazione in loco. Basta armarsi di metro (o ancora meglio di un disto) e misurare la superficie di ciascun vano, per poi fare la somma ed inserire nella dichiarazione TARI la superficie calpestabile complessiva dell’immobile occupato.
Per quanto riguarda la misurazione della superficie calpestabile è bene sapere che sono da considerare tutti i locali chiusi o chiudibili verso l’esterno. Non si contano pertanto aree come balconi o porticati, mentre si deve conteggiare la metratura di eventuali verande.
Per quanto riguarda eventuali scale invece si devono considerare solo per la loro proiezione, quindi si contano solo per il piano da cui partono, e non si contano invece le aree ad esse appartenenti nei piani intermezzi o sul piano finale.
Non dimentichiamo poi che bisogna conteggiare anche la metratura di eventuali cantine e box, cosa che non era prevista invece fino al 2014. Quando siamo passati dalla TARSU alla TARI infatti sono cambiate alcune cose, tra cui il fatto che ora si contano anche cantine e box.
TARI, come compilare la dichiarazione: il numero di persone
L’importo da pagare come tassa sui rifiuti solidi urbani dipende da diversi aspetti, uno dei quali come abbiamo visto è la superficie dell’immobile, ma ad incidere è anche il numero di occupanti.
Il principio di fondo è che una persona produce inevitabilmente meno rifiuti di quelli prodotti da più persone, il che significa che è necessario indicare nella comunicazione TARI da inviare al Comune il numero totale di persone che occupano l’immobile.
È importante evidenzare prima di tutto che tutti coloro che risultano proprietari o occupanti sono obbligati in soldo al pagamento della tassa sui rifiuti. Il che significa che la dichiarazione può essere presentata da un solo soggetto, al quale sarà poi intestata la bollettazione calcolata tenendo conto della presenza di tutti gli altri.
Per i contribuenti che risultano residenti anagraficamente nel Comune vi è un vantaggio costituito dal fatto che qualsiasi variazione anagrafica viene automaticamente integrata nel conteggio della TARI. Ciò avviene per via del fatto che il Comune è a conoscenza dell’eventuale uscita o ingresso di uno o più componenti.
I contribuenti che invece non hanno la propria residenza nel Comune in cui si trova l’immobile per il quale sono tenuti al pagamento della TARI, dovranno a maggior ragione inviare la comunicazione contenente la dichiarazione TARI iniziale ed eventuale dichiarazione integrativa, contenente tutte le variazioni riguardanti il numero di occupanti.
Ma cosa succede nel caso di un’abitazione vuota, perché ad esempio è in attesa di essere affittata? In quel caso il pagamento della TARI è comunque dovuto ed è in capo al proprietario dell’immobile, ma per quel che riguarda il dato relativo al numero di persone presenti verranno comunicati zero componenti, ed in base alle norme del Comune in cui si trova l’immobile sarà possibile accedere ad alcune agevolazioni.
TARI, come compilare la dichiarazione: le date da indicare
Sappiamo che la tassa sui rifiuti si paga annualmente, e che è dovuta per il numero di giorni effettivi in cui si occupa l’immobile o si risulta proprietari dello stesso. In altre parole può accadere che un dato immobile appartenga per una parte dell’anno a un dato proprietario, e per la restante parte ad un altro. In quel caso ciascuno dei proprietari pagherà la tassa in base al numero di giorni per i quali è dovuta.
Perché ciò sia possibile è necessario, quando la proprietà dell’immobile o la sua occupazione sono iniziate durante il corso dell’anno, indicare nel modulo della dichiarazione TARI la data esatta dalla quale parte la proprietà o l’occupazione dell’immobile e con essa l’obbligo di versare l’imposta.
In altre parole tutte le volte che un immobile cambia proprietario, o cambia occupante, è necessario che questo risulti nella dichiarazione TARI, e non devono esserci ‘buchi’. I vari passaggi devono infatti risultare temporalmente consequenziali, in modo che il pagamento della tassa sui rifiuti avvenga complessivamente per tutti i giorni dell’anno solare e non solo per una parte di essi.
TARI, come compilare la dichiarazione: i dati catastali
Dal momento che la TARI deve essere pagata per tutti gli immobili che si trovano nel Comune, cioè per tutti quei locali suscettibili di produzione di rifiuti, deve essere possibile identificarli tutti in modo univoco.
Perché ciò sia possibile si fa affidamento ai dati catastali, dai quali si evincono tutte le informazioni necessarie su ciascun immobile, identificando in modo univoco i locali in possesso o occupati.
In questo modo si riesce ad evitare che per lo stesso immobile la tassa venga corrisposta da più soggetti nell’arco dello stesso anno, oppure che per un immobile la tassa non venga corrisposta da nessuno.
TARI, come compilare la dichiarazione: le agevolazioni
Dal momento che le agevolazioni sul pagamento della TARI non sono uguali su tutto il territorio nazionale, ma dipendono invece dalle norme del Comune su cui l’immobile è situato, per sapere se ne ha diritto, il contribuente deve rivolgersi direttamente all’ente locale che ha emesso l’imposta.
Per sapere se si ha diritto ad agevolazioni sul pagamento della TARI bisogna quindi consultare il regolamento comunale, in questo modo è possibile richiedere entro i termini previsti, cioè entro il mese di giugno dell’anno successivo a quello di riferimento dell’imposta, le eventuali agevolazioni previste.
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