La preoccupazione delle imprese e dei consumatori italiani in merito ai continui rincari dei prezzi dell’energia cresce ancora con il costante deterioramento delle relazioni internazionali tra i Paesi occidentali e la Russia, bersagliata da sanzioni sempre più aggressive.

I prezzi energetici sono infatti schizzati alle stelle, fino ad aumentare del +600% rispetto agli importi di appena una manciata di mesi fa. Parte delle cause dei rincari è dovuta, come accennato, alla situazione in Ucraina e alla decisione dei Paesi occidentali di sanzionare la Russia.

Questo ha portato ad un ulteriore aumento dei prodotti energetici, specie dopo la decisione del governo Usa di vietare le importazioni di greggio e gas naturale dalla Russia. Ne è derivato un immediato aumento del prezzo della benzina e del diesel che è sotto gli occhi di tutti specie in Italia, uno dei Paesi in cui far rifornimento costa di più su scala globale. 

Sanzioni alla Russia, crisi energetica e conseguenze sul settore alberghiero

I settori più danneggiati da lockdown e restrizioni in chiave anti-contagio è indubbiamente quello del turismo, con ristorazione e alberghiero messi letteralmente in ginocchio da questa gestione dell’emergenza Coronavirus.

Ma per questi settori, ed in particolare per il settore alberghiero, la strada non è mai stata così in salita, specie in Italia dove proprio il turismo rappresenta una percentuale molto importante del PIL.

Tra i comparti economici che maggiormente risentono del caro energia non ci sono solo le cosiddette imprese energivore, ma anche il settore alberghiero appunto. Infatti per le strutture ricettive i forti rincari sulle bollette di gas e luce rischiano di stroncare ogni prospettiva di ripresa.

Nello svolgere un’analisi accurata di quali sono le criticità che questo comparto si trova ad affrontare è necessario prima di tutto ricordare che ci sono delle prerogative base che nessun albergo può permettersi di trascurare, a cominciare dall’apertura e funzionamento h24, con relativa erogazione di elettricità e riscaldamento indipendentemente dal numero di presenze nella struttura.

Ci sono poi problemi ancor più grossi per quelle strutture ricettive dotate di impianti vecchi e inseriti in edifici antichi, con un basso livello di efficientamento energetico, casi in cui è necessario ricorrere a manutenzione costante e qualificata con relative spese.

Arriva la “tassa di guerra” sulle vacanze degli italiani

Lo scenario sopra brevemente descritto ha indotto gli albergatori a cercare delle soluzioni anche drastiche, e quella di applicare la cosiddetta ‘energy surcharge’ è tra queste. È questa che in un certo qual modo possiamo considerare una ‘tassa di guerra’ in quanto la sua introduzione sarebbe per buona parte dovuta alla decisione di sanzionare la Russia.

L’aumento vertiginoso dei costi per l’energia che le strutture ricettive si trovano a sostenere riduce drasticamente i margini di guadagno, e di conseguenza si è pensato di richiedere un pagamento aggiuntivo agli ospiti della strttura.

Non si interverrebbe con un aumento delle tariffe del listino prezzi, ma si andrebbe ad introdurre un supplemento extra che verrebbe addebitato al consumatore in base alla tipologia e alla durata del pernottamento, un po’ come succede con la tassa di soggiorno.

Da Federalberghi spiegano che “si tratterebbe di una maggiorazione temporanea tramite cui si potrebbe fare ai clienti un’offerta trasparente e confrontabile, senza inserire nuovi aumenti sui prezzi base del servizio”.

La maggior parte delle catene alberghiere italiane che operano sul territorio nazionale ha accolto positivamente la proposta. Alcuni imprenditori del settore hanno osservato che “il mondo dell’hotellerie fatica a trovare soluzioni, ma altre realtà hanno già adottato queste misure. Ad esempio, alcune strutture di affitti brevi hanno già introdotto questa maggiorazione ai prezzi di soggiorno”.

Per il settore alberghiero aumenti dell’elettricità fino al 600%

Sul problema dei forti rincari sulle bollette di gas e luce per le imprese del settore turistico ricettivo Federalberghi Roma ha anche svolto altre considerazioni. “Riteniamo che sarebbe più opportuno sostituire direttamente la tassa di soggiorno con la nuova ‘energy surcharge’. Questo per evitare che il carico sulla clientela diventi eccessivo, con la conseguenza che gli alberghi finirebbero per perdere competitività e capacità attrattiva” spiegano dall’associazione di categoria.

Ma a che aumenti si trova a far fronte il settore alberghiero? Si tratta di numeri decisamente preoccupanti. Diciamo prima di tutto che gli incrementi dei prezzi del gas e dell’energia elettrica variano a seconda dei diversi contratti stipulati coi fornitori, questo significa che se per alcune strutture gli aumenti sono stati del 400% circa, per altre si arriva addirittura al 600%.

Si tratta poi di spese tutt’altro che secondarie sul bilancio di un albergo, anzi di solito la spesa energetica è la seconda voce dopo il costo del personale. Secondo le più recenti stime questa spesa passerà dal rappresentare l’8% circa del fatturato ad un 15-16%, e questo mostra con chiarezza lampante che un intervento importante da parte del governo è quanto mai urgente per salvare il settore.

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