Il decreto interministeriale che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 novembre 2021 contiene diverse indicazioni che riguardano gli importi dell’assegno della pensione per milioni di pensionati italiani. Le novità derivano in parte dalle modifiche apportate al sistema fiscale dalla riforma dell’Irpef, e in parte da altri fattori a cominciare dalla rivalutazione dell’assegno sulla base dell’andamento dell’inflazione.
Inevitabile che gli importi delle pensioni subissero nuovamente delle modifiche, visto che il governo di Mario Draghi, attraverso la riforma dell’Irpef, ha modificato prima di tutto il sistema degli scaglioni, riducendoli dagli originali cinque a quattro soltanto.
L’Inps conferma novità sugli importi della pensione
Dall’Inps è quindi arrivata la conferma che l’assegno della pensione, per molti cittadini, avrà un importo diverso a partire dal mese di marzo 2022. L’Istituto ha infatti confermato all’intera platea di beneficiari della pensione che ogni mese attende di ricevere quanto dovuto nell’ambito del trattamento previdenziale, che importanti novità sono state introdotte.
Anzitutto è doveroso ricordare che già a partire dal mese di gennaio 2022 è stato predisposto un ritorno al nuovo calcolo degli importi basato sul meccanismo della perequazione.
Si presenta pertanto la necessità di approfondire quali sono esattamente i beneficiari di un assegno della pensione maggiorato, e quali sono gli importi aggiuntivi spettanti agli aventi diritto al trattamento previdenziale.
Cerchiamo quindi di capire quali saranno gli importi degli aumenti dei trattamenti previdenziali, e quali pensionati ne beneficeranno. A tale scopo partiremo dalle informazioni che la stessa Inps ha fornito ai contribuenti con la circolare n. 33 pubblicata il 28 febbraio 2022, riguardante l’applicazione della nuova tassazione sulle pensioni e i nuovi importi ufficiali riconosciuto dal mese di marzo 2022.
Inflazione in crescita e aumenti sulle pensioni
Molti cittadini sono già al corrente del fatto che gli importi riconosciuti mensilmente nell’ambito del trattamento previdenziale devono essere periodicamente rivalutati per ragioni meramente economiche. Non dimentichiamo infatti che in questi ultimi mesi stiamo assistendo ad un aumento dell’inflazione vertiginoso, e di conseguenza il costo della vita ha subito un balzo preoccupante.
Stando a quanto emerso dalle statistiche ufficiali pubblicate dall’Istat, l’inflazione in Italia continua a seguire un trend di crescita tutt’altro che rassicurante, dopo che a partire dalla seconda metà del 2021 in particolare ha registrato un rialzo costante.
Questo ha prodotto, per i cittadini italiani che percepiscono una pensione di categoria media, vale a dire con un importo mensile di circa 1.500 euro, ad un aumento dell’assegno di circa 300 euro per l’intera annualità.
Diventa quindi necessario capire quali sono le cause che portano ad un aumento dell’assegno della pensione, per poi affrontare in modo specifico la questione degli aumenti delle pensioni del mese di marzo 2022.
Di quanto aumentano le pensioni a marzo 2022
Partendo dalle novità che riguardano tanto le riforme cui ha lavorato il governo di Mario Draghi, quanto l’andamento dell’inflazione in Italia, possiamo iniziare a farci un’idea di quello che sta accadendo con le pensioni.
Diciamo prima di tutto che le conseguenze sugli importi riconosciuto nell’ambito dei trattamenti pensionistici non riguarderanno solo le pensioni di marzo, ma hanno interessato anche quelle di gennaio e febbraio 2022.
Il recente decreto pubblicato dal ministero dell’Economia e delle Finanze ha confermato il ritorno al meccanismo di perequazione degli importi degli assegni previdenziali, già a partire dal mese di gennaio 2022.
L’INPS spiega anche che per via del nuovo sistema a scaglioni introdotto con la riforma dell’Irpef del governo di Mario Draghi, contenuta nella Legge di Bilancio 2022, gli importi delle pensioni saranno effettivamente interessati da importanti novità che permetteranno ai beneficiari di ricevere importi maggiorati.
A trarre vantaggio dalle modifiche contenute nella manovra economica saranno in particolare i cittadini che fanno parte di nuclei familiari a basso reddito.
Insomma per il mese di marzo 2022 sono previsti degli aumenti degli importi della pensione, ma quanto aumenterà effettivamente l’assegno per i pensionati italiani interessati dalle novità confermate dall’Inps?
Bisogna prima di tutto precisare che l’aumento degli importi della pensione di marzo sarà applicato nella percentuale totale del 100 per cento nella misura dell’1,7% per i cittadini che ricevono un assegno particolarmente basso. Sono perciò inclusi quei pensionati che ricevono un assegno il cui importo è pari a quattro volte il minimo, cioè fino al tetto massimo di 2.062 euro lordi mensili.
Nel caso di cittadini che ricevono un trattamento pensionistico il cui importo si aggira intorno alle quattro/cinque volte l’importo minimo prefissato, cioè non supera il tetto dei 2.577 euro, si applicherà una percentuale di adeguamento della pensione del 90 per cento.
Infine, per quel che riguarda i pensionati cui viene riconosciuto un trattamento pensionistico con importo lordo mensile che supera il tetto dei 2.577,90 euro la percentuale di adeguamento che verrà applicata per il nuovo importo è stata fissata al 75 per cento.
Aumenti sulle pensioni di marzo: il calcolo degli importi
Abbiamo appena visto che gli aumenti previsti per le pensioni di marzo 2022 non sono uguali per tutti i beneficiari, ma che variano sulla base degli importi percepiti sempre nell’ambito del trattamento previdenziale riconosciuto. Avremo quindi il seguente schema sugli aumenti delle pensioni di marzo con un incremento degli importi riconosciuti dell’1,7%:
- sul 100 per cento del trattamento per pensioni fino a 2.062 euro lordi mensili
- sul 90 per cento del trattamento per pensioni tra 2.062 e 2.557.90 euro lordi mensili
- sul 75 per cento del trattamento per pensioni oltre il tetto dei 2.557,90 euro lordi mensili.
Questi aumenti sono legati all’adeguamento degli importi sulla base dell’andamento dell’inflazione che, come abbiamo visto, sta toccando picchi preoccupanti in questi ultimi mesi.
Ma per comprendere meglio l’entità degli aumenti sulle pensioni proviamo a fare alcuni esempi, partendo da un assegno previdenziale di 700 euro al mese per il 2021. In tal caso applicando la rivalutazione dell’importo sulla base delle rilevazioni Istat avremo un aumento di 11,90 euro che porterebbe la pensione a 711,90 euro al mese.
Proviamo ora a prendere come esempio un pensionato che percepisce un trattamento previdenziale per il 2021 il cui importo mensile lordo è pari a 1.500 euro. Qui vedremo un aumento della pensione di 25,50 euro al mese, il che significa che i pensionati che rientrano in questo secondo esempio si ritroveranno a ricevere un assegno mensile il cui importo sarà di 1.525,50 euro.
Nel terzo ed ultimo caso prenderemo un pensionato che percepiva per il 2021 un assegno previdenziale il cui importo era di 5.000 euro lordi al mese. L’aumento in questo caso sarebbe di 73,83 euro al mese, che porterebbero l’assegno al nuovo importo mensile di 5.073,83 euro.
Aumenti delle pensioni INPS fino a fine 2022
Stando alle informazioni che l’Inps ha fornito con la sua circolare del 28 febbraio possiamo dedurre che gli aumenti sulle pensioni non riguarderanno solo la mensilità di marzo 2022 ma potrebbero interessare anche tutti gli assegni riconosciuti fino alla fine dell’anno alle categorie di pensionati che abbiamo sopra brevemente indicato.
Il calcolo degli importi tuttavia non si potrà applicare così come è stato fatto anche a tutte le altre mensilità, ma dovremo intendere gli importi che abbiamo visto come provvisori. Il calcolo, come accennato, si basa prima di tutto sull’andamento dell’inflazione, il che significa che al variare di quest’ultima anche gli importi erogati con la pensione potranno essere rivisti in un senso o nell’altro.
Sappiamo infatti che il calcolo della percentuale di applicazione dell’adeguamento fa comunque riferimento all’andamento dell’inflazione, e questo viene misurato esclusivamente per i primi nove mesi dell’anno.
In parole povere possiamo dire che negli ultimi tre mesi del 2022 gli importi erogati per il trattamento previdenziale dall’Inps potrebbero subire ulteriori variazioni, ed è probabile che, vista la situazione, questi saranno ulteriormente maggiorati.
Per saperne di più su quali ulteriori modifiche interesseranno le pensioni negli ultimi mesi del 2022 sarà necessario attendere che il ministero dell’Economia e delle Finanze fornisca nuove indicazioni.
Molto dipenderà chiaramente anche dalle decisioni del resto della squadra di governo del premier Mario Draghi, dopodiché sarà compito dell’Inps fornire maggiori approfondimenti allo scopo di consentire a tutti i cittadini di capire in che modo cambieranno gli importi riconosciuti con la pensione, e quali categorie di pensionati saranno effettivamente interessate dalle novità.
Pensioni Inps 2022, novità sugli importi per superstiti e invalidi
Fin qui abbiamo preso in esame le novità che riguardano i trattamenti pensionistici in linea generale, e abbiamo constatato che gli aumenti interesseranno in misura diversa le varie categorie di pensionati a seconda degli importi erogati con il trattamento previdenziale.
Alcune novità sulle pensioni per il 2022 riguardano invece in maniera specifica alcune categorie di pensionati identificate non sulla base degli importi riconosciuti bensì sulla tipologia di trattamento previdenziale.
In tal caso infatti andremo ad approfondire quali sono le novità per il 2022 per pensionati che rientrano nella categoria dei superstiti e in quella degli invalidi.
La circolare dell’Inps del 28 febbraio contiene infatti anche delle informazioni riguardanti i trattamenti indirizzati nei confronti dei familiari, o dell’assicurato, nei casi in cui si verifica il decesso di un pensionato italiano.
Anche su questo tema infatti si è espresso l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, chiarendo che vi sono dei nuovi limiti di reddito che saranno applicati per la riduzione dell’assegno previdenziale destinato ai titolari di una pensione superstiti.
Viene chiarito che non è previsto alcun taglio degli importi, nei casi in cui il reddito del cittadino che percepisce la pensione, al netto degli importi previdenziali, risulta inferiore al valore di 20.449,45 euro annui. Al tempo stesso però, per i casi in cui i redditi risultano superiori a questa soglia e fino al valore di 27.265,93 euro, è previsto un taglio nella misura del 25 per cento sul valore dell’adeguamento.
Si avrà invece un taglio nella misura del 40% nel caso di cittadini che rientrano nella fascia di redditi tra 27.265,93 euro e 34.082,42 euro. Al di sopra di questa soglia poi è previsto, per i superstiti, un taglio degli importi per l’adeguamento pensioni nella misura del 50 per cento.
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