Sono stati introdotti numerosi bonus, specie negli ultimi due anni, con lo scopo di mettere una toppa al disastro prodotto da lockdown e misure restrittive imposte dal governo Conte e dal governo Draghi nel dichiarato intento di contenere la diffusione del Sars-Cov2.

Alcuni dei bonus e delle agevolazioni però non hanno tanto lo scopo di aiutare le imprese a risollevarsi, ma quello di portare avanti il piano di riduzione dell’uso del contante a favore degli strumenti di pagamento digitale coi quali si ottiene un elevato livello di tracciabilità delle transazioni e, quanto meno in linea teorica, una riduzione del fenomeno dell’evasione fiscale.

A tal proposito vale la pena sottolineare che mentre da una parte si introducono misure che dovrebbero ridurre la piccola evasione fiscale, dall’altra agevolazioni come il Superbonus 110% e gli altri bonus edilizi, per il modo in cui erano strutturati, hanno favorito frodi ai danni dello Stato per circa 4,4 miliardi di euro.

Nuovi bonus e agevolazioni per ridurre l’uso dei contanti

Lo scopo di alcune agevolazioni introdotte dagli ultimi due esecutivi è quello di incentivare i cittadini ad utilizzare metodi di pagamento diversi dal contante, e tra queste ricordiamo il Cashback di Stato, con il Super Cashback, ma anche la Lotteria degli Scontrini.

Nello stesso quadro si colloca però anche uno specifico bonus per le partite Iva meglio conosciuto come bonus Bancomat, che dovrebbe appunto incentivare le attività commerciali a dotarsi di POS e ad offrire alla propria clientela la possibilità di pagare con metodi tracciabili, come carte di credito e bancomat.

Fino al 30 giugno 2022 quindi i titolari di partita Iva che nella propria attività hanno deciso di dotarsi di Pos per i pagamenti elettronici con carte di credito, di debito e bancomat, possono ottenere un rimborso per le commissioni bancarie pagate sulle transazioni effettuate attraverso il POS.

Vi sono poi altre due agevolazioni che si inseriscono nel contesto dei bonus per le Partite Iva. Vi sono infatti dei crediti d’imposta strumentali, attraverso i quali le attività commerciali vengono rimborsate per i costi sostenuti per dotarsi di un particolare tipo di strumentazione.

Più nello specifico le partite Iva possono ottenere fino a 160 euro di rimborso per le spese sostenute per installare il POS, e 320 euro per installare, acquistare o noleggiare registratori di cassa smart, che permettono di archiviare e trasmettere in modo automatico all’Agenzia delle Entrate i dati necessari ad accertare che le transazioni effettuate siano perfettamente regolari.

Si tratta quindi di incentivi all’utilizzo di metodi di pagamento alternativi al denaro contante che dovrebbero sortire l’effetto di ridurre il fenomeno dell’evasione fiscale che, come evidenziato da Bankitalia Spa, rappresenta un pesante capitolo di spesa per le casse dello Stato. Uno dei tanti pesanti capitoli di spesa per le finanze pubbliche, verrebbe da precisare, e uno dei pochi su cui si è deciso di intervenire.

In sintesi quindi le agevolazioni per le partite Iva finalizzate alla riduzione dell’utilizzo del denaro contante si dividono in: 

  • rimborsi delle spese per commissioni sostenute dall’esercente per le transazioni via POS
  • bonus fino a 160 euro a titolo di rimborso per le spese sostenute per acquisto e installazione Pos
  • bonus fino a 320 euro a titolo di rimborso per le spese per acquisto o noleggio di registratori di cassa smart.

Dal Cashback di Stato al bonus partite Iva da 500 euro

Le agevolazioni per le partite Iva che si collocano nel contesto degli incentivi per ridurre i pagamenti in con denaro contante e spingere su metodi di pagamento tracciabili permettono ai titolari di attività commerciali di ottenere complessivamente fino a 480 euro a titolo di rimborso delle spese sostenute per dotarsi di Pos e Registratori di cassa smart, più il bonus bancomat, che prevede il rimborso delle commissioni pagate per le transazioni elettroniche.

Nello stesso contesto si collocavano le misure introdotte dal governo di Giuseppe Conte, come ad esempio il cashback di Stato, che è strettamente collegato ai nuovi bonus per le partite Iva di cui sopra.

Infatti è con lo stesso decreto, il decreto Lavoro e Imprese, che si provvede alla cancellazione del cashback di Stato, e all’introduzione dei nuovi contributi a fondo perduto.

Il governo di Mario Draghi infatti ha ritenuto opportuno proseguire nella stessa direzione imboccata dal precedente esecutivo per quel che riguarda gli incentivi volti a ridurre l’uso di denaro contante a favore di metodi di pagamento digitali, ma con misure diverse quali appunto i contributi a fondo perduto per le partite Iva che abbiamo visto fin qui.

Come funziona il bonus Bancomat per le partite Iva

Abbiamo visto che le nuove agevolazioni comprendono tre diversi bonus, uno dei quali è il bonus Bancomat, un contributo per le partite Iva che permette di ottenere un rimborso per le spese sostenute per il pagamento delle commissioni bancarie dovute per ogni transazione effettuata attraverso il POS.

Il governo dell’ex presidente della Bce infatti, insieme all’obbligo di accettare i pagamenti a mezzo POS per tutte le attività commerciali, non ha introdotto misure per azzerare le commissioni bancarie, ma si è limitato ad introdurre questo bonus.

Vediamo quindi come funziona. Abbiamo detto che si tratta di un rimborso sulle commissioni che le attività commerciali devono pagare per ogni transazione elettronica effettuata. L’utilizzo del Pos infatti, per il commerciante, rappresenta un costo in quanto su ogni transazione effettuata le banche applicano delle commissioni in percentuale sugli importi.

Il governo ha quindi introdotto questo rimborso del 100% delle commissioni attraverso un credito d’imposta per tutte le commissioni maturate nel periodo che va dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022.

Nel caso del bonus sotto forma di rimborso per le commissioni sulle transazioni via Pos non vi è inoltre un tetto massimo, il che significa che tutte le spese sostenute in tal senso dal commerciante sono interamente rimborsate almeno fino al 30 giugno prossimo.

Il secondo bonus per le partite Iva: un rimborso di 160 euro per l’acquisto del POS

I commercianti sono tenuti a dotarsi di Pos e ad accettare i pagamenti con metodi di pagamento tracciabili. Questo però rappresenta una spesa che l’esercente sostiene per singola transazione per via delle commissioni dovute alle banche, ma anche una spesa iniziale derivante dall’acquisto del Pos e per la sua installazione.

Ed è qui che interviene il secondo bonus per le partite Iva, che permette ai titolari di attività commerciali di ottenere un rimborso massimo fino a 160 euro a copertura delle spese sostenute per l’acquisto del Pos.

Questo bonus però non copre interamente la spesa per l’acquisto e l’installazione del Pos, ma solo una percentuale della stessa che è veriabile in base al fatturato.

  • per le attività con fatturato fino a 200 mila euro, bonus del 70%
  • per le attività con fatturato compreso tra 200 mila e 1 milione di euro bonus del 40%
  • per le attività con fatturato compreso tra 1 e 5 milioni di euro, bonus del 10%.

Inoltre vengono rimborsate le spese sostenute dal commerciante per l’acquisto del Pos solo se queste sono avvenute nel periodo compreso tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022. Sono infine escluse sia da questo che dal bonus Bancomat tutte le partite Iva che hanno avuto nel precedente periodo d’imposta un fatturato che supera i 5 milioni di euro.

Il terzo bonus per le partite Iva: fino a 320 euro di rimborso per registratore di casa telematico

Il governo di Mario Draghi ha deciso di introdurre anche un terzo bonus per le partite Iva, un credito d’imposta che viene riconosciuto a quegli esercenti che hanno sostenuto delle spese per l’acquisto o il noleggio e l’installazione di registratori di cassa telematici, a patto che le suddette spese siano state sostenute nel corso del 2022.

Anche in questo caso quindi parliamo di un rimborso di costi che le imprese avranno sostenuto per rispettare le disposizioni dell’esecutivo in materia di tracciabilità dei pagamenti.

Questo bonus sotto forma di credito d’imposta viene riconosciuto in percentuale variabile, e può arrivare a coprire fino a 100% delle spese sostenute, fino ad un massimo di 320 euro. Anche in questo caso la percentuale del rimborso varia in base al fatturato dell’attività commerciale che ne beneficia secondo questo schema:

  • con fatturato fino a 200 mila euro, bonus del 100%
  • con fatturato compreso tra 200 mila e 1 milione di euro, bonus del 70%
  • con fatturato compreso tra 1 e 5 milioni di euro, bonus del 40%.

Sono escluse anche in questo caso le attività che nel corso del periodo d’imposta precedente hanno realizzato un fatturato superiore ai 5 milioni di euro, alle quali infatti è precluso tanto l’accesso al bonus fino a 160 euro, quanto a quello fino a 320 euro.

Con quali modalità viene riconosciuto il bonus partite Iva

I bonus per le partite Iva come il bonus Bancomat e i rimborsi delle spese sostenute dalle attività commerciali per dotarsi di Pos e registratori di cassa telematici vengono riconosciuti sotto forma di contributo a fondo perduto, ma si tratta pur sempre di un rimborso il che significa che subentra solo in seguito alle spese cui sono legati.

Il contribuente che intende beneficiare di queste agevolazioni dovrà quindi aver cura di comunicare le spese sostenute attraverso il modello F24.

Inoltre la normativa che introduce questi incentivi non prevede la possibilità di utilizzare il meccanismo della cessione del credito, ottenendo oltre 500 euro di bonus sotto forma di sconto in fattura.

In parole povere per ottenere fino a 480 euro di contributi a fondo perduto a titolo di rimborso per le spese legate all’acquisto e all’installazione di Pos e registratori di cassa telematici è necessario aver prima sostenuto di tasca propria le spese cui sono riferiti, senza contare che quelle spese non saranno interamente rimborsate ma solo per una percentuale variabile a seconda del fatturato.

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