Il governo di Mario Draghi si sta muovendo nell’intento di contrastare con sempre maggior decisione il fenomeno della piccola evasione fiscale, e a tal fine il ministero dell’Economia e delle Finanze ha preparato un decreto con il quale si introducono misure che permetteranno all’Agenzia delle Entrate di avere maggior controllo sui movimenti dei conti correnti bancari dei contribuenti.

Il ministero del Tesoro nel decreto contro l’evasione fiscale ha deciso di garantire all’Agenzia delle Entrate di controllare una maggior mole di dati appartenenti ai contribuenti italiani, tra cui quelli riguardanti conti correnti bancari e postali, movimenti delle carte di credito, rapporti di lavoro e persino utenze domestiche.

Sul tema è dovuto intervenire il Garante della Privacy, il che era doveroso se si considera l’enorme mole di dati che l’Agenzia delle Entrate si troverà a gestire. Il garante ha quindi provveduto a suggerire alcune limitazioni al decreto del ministero del Tesoro che si trova attualmente in fase di approvazione.

Si è cercato infatti di prestare particolare attenzione alla questione delle spese sanitarie, per mezzo dell’analisi delle quali è possibile accedere a dati particolarmente sensibili dei contribuenti, che riguardano in particolare la sfera della salute personale.

In base a quanto è stato riportato sull’argomento da Il Messaggero, il Garante per la Privacy ha chiesto che il Ministero dell’Economia e delle Finanze facesse chiarezza su questo punto, evidenziando la necessità che vengano specificate in modo dettagliato quali banche dati verranno utilizzate, dal momento che questi nuovi strumenti in mano all’Agenzia delle Entrate rappresentano una grossa minaccia alla Privacy dei cittadini.

Come funzionerà il nuovo strumento anti-evasione previsto dal decreto del ministero del Tesoro

Ma come funzioneranno esattamente i nuovi controlli anti-evasione su cui il governo guidato dall’ex presidente della Banca Centrale Europea intende puntare per poter operare un’ulteriore stretta sui contribuenti?

L’Agenzia delle Entrate potrà agire prima di tutto incrociando diverse banche dati, sia dell’Agenzia stessa che della Guardia di Finanza. In questo caso parliamo di dati che riguardano i conti correnti di tutti i cittadini italiani ma non solo, la stretta sui controlli riguarderà anche:

  • movimenti delle carte di credito
  • spese sanitarie
  • mutui
  • assicurazioni
  • patrimonio mobiliare e immobiliare
  • accertamenti fiscali
  • dichiarazione dei redditi

I controlli saranno effettuati utilizzando l’intelligenza artificiale e algoritmi, e questo permetterà di generare due dataset, cioè due diversi elenchi ciascuno con un compito differente.

Il primo cosiddetto dataset avrà la funzione di analisi. Questo servirà ad analizzare le possibilità di rischio evasione in una determinata platea di contribuenti sfruttando i criteri di rischio fiscale.

Il secondo dataset invece avrà la funzione di controllo, e sarà di fatto una lista contenente i nomi dei contribuenti che possiedono uno o più rischi fiscali. A questi contribuenti potranno essere destinati dei controlli fiscali, e potrebbero essere inviate delle lettere di compliance.

Per quanto riguarda l’aspetto della privacy, viene specificato che i nominativi all’interno di questa lista di controllo saranno pseudonomizzati, il che significa che non risulterà il nominativo corretto ma si userà un nome fittizio che garantisca l’anonimato del contribuente.

L’identità dello stesso sarà tuttavia svelata nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate deciderà di effettuare effettivamente un controllo. In tutti i casi gli elenchi resteranno in possesso dell’Agenzia delle Entrate per la durata di 10 anni.

Il piano anti-evasione fiscale previsto dal Pnrr

Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale il governo guidato da Mario Draghi ha fissato diversi obiettivi che rientrano nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Nello stesso piano rientra non solo la lotta all’evasione ma anche la riforma del fisco, due punti ritenuti fondamentali nella prospettiva di trainare il Paese fuori dall’attuale catastrofe economica.

Tra gli obiettivi che il Pnrr si prefigge, lo ricordiamo, vi è quello di aumentare del 20% le lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate. Infatti nel testo del Pnrr si legge che “le comunicazioni per l’adempimento spontaneo (cosiddette lettere di compliance) saranno incrementate, mediante il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche e dell’interoperabilità delle banche dati”.

E ancora viene specificato che “l’attuazione di tale processo sarà basata sul miglioramento degli algoritmi di selezione, da un lato, e sull’incremento del personale dedicato a tali attività, dall’altro. Il completamento del percorso entro il 2022 consentirà un aumento del 30 per cento delle lettere di compliance inviate, con una riduzione dei ‘falsi positivi’ al 5 per cento e un incremento del 20 per cento degli incassi connessi all’adempimento spontaneo”.

Quando partiranno i nuovi controlli fiscali anti evasione?

Per quanto riguarda le tempistiche con cui i controlli fiscali verranno avviati, troviamo tutte le informazioni attualmente disponibili ancora nel Pnrr, dove si legge che “l’obiettivo del potenziamento dei controlli sarà realizzato attraverso selezioni più mirate dei contribuenti a maggior rischio di evasione, rese possibili dall’applicazione di strumenti di data analysis più avanzati e dall’interoperabilità delle banche dati“.

Viene inoltre sottolineato che “l’interoperabilità delle banche dati sarà favorita dalla pseudonimizzazione delle informazioni, una procedura che, nel rispetto della normativa sulla tutela della riservatezza dei dati personali, consente di ampliare le potenzialità informative nell’utilizzo dei dati”.

Ma quindi quali sono le tempistiche previste per l’avvio della stretta sui contribuenti attraverso il potenziamento degli strumenti in possesso dell’Agenzia delle Entrate? Nel Pnrr leggiamo che “il completamento di tale processo avverrà entro il 30 giugno 2022. Assieme al potenziamento delle infrastrutture tecnologiche, il maggiore sfruttamento dei big data consentirà di rendere più efficaci le selezioni dei contribuenti da sottoporre a controllo”.

Quella del 30 giugno sembra tra l’altro essere una data molto realistica stando al contenuto di un decreto attuativo in via di rifinitura e il parere già espresso dal Garante per la Privacy. Resta da capire quanto effettivamente saranno invasivi i controlli che l’Agenzia delle Entrate si appresta ad effettuare sui contribuenti.

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