La situazione economica per molte imprese italiane non è migliorata granché dopo la fine del periodo delle chiusure più estese. Per alcune aziende, specie quelle che operano nel settore turistico, una vera e propria ripartenza non c’è mai stata, si pensi ad esempio a discoteche e sale da ballo che ancora oggi sono costrette a restare chiuse.

Il governo di Mario Draghi però sembra pronto ad attivarsi per andare incontro alle evidenti difficoltà causate dalla politica di chiusure e limitazioni adottata nel dichiarato intento di contenere la diffusione del virus Sars-Cov2, ed è per questo che sta per mettere in campo un nuovo decreto Sostegni.

Il decreto Sostegni cui il governo sta lavorando tuttavia non avrà la portata dei precedenti interventi, e potrà contare solo sulle risorse stanziate con la Legge di Bilancio 2022.

Le misure che verranno inserite nel nuovo decreto contenente i vari ristori saranno indirizzate soprattutto alle imprese in maggiore difficoltà, con particolare attenzione per quelle del settore turistico per le quali è già pronto uno stanziamento di 150 milioni di euro.

Nel corso della conferenza stampa il premier Mario Draghi ha però escluso che si possa introdurre una nuova Cig Covid fino a marzo, sottolineando come sia da poco entrata in vigore la riforma degli ammortizzatori sociali del ministro del Lavoro Andrea Orlando con la quale si estendono i sussidi anche alle micro imprese del settore terziario che però dovranno pagare almeno in parte per la cassa integrazione.

Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore però potrebbe essere introdotta una sorta di cassa “di prosecuzione” i cui margini di applicazione non sono stati ancora meglio definiti. Quel che è certo è che si tratterebbe di una misura destinata solo alle imprese che in questo momento si trovano maggiormente in difficoltà.

Quali misure introdurrà il decreto Sostegni 2022

Ancora non è possibile affermare con certezza quali misure verranno introdotte con il prossimo decreto Sostegni, ma stando alle ultime indiscrezioni gli aiuti andranno alle imprese dei settori maggiormente penalizzati dalle misure restrittive attualmente in vigore, a cominciare naturalmente dalle discoteche, continuando poi con tutto l’indotto di feste e spettacoli per via dei divieti e dei limiti alle capienze.

Ovviamente dovranno essere inseriti aiuti anche per le strutture turistico-ricettive, per le agenzie di viaggio e i tour operator che inevitabilmente hanno visto un crollo del proprio giro d’affari.

Ad incidere negativamente sulle entrate del settore turistico anche l’obbligo di Super Green Pass per tutti i mezzi di trasporto pubblico. Non dovrebbe essere sfuggito a nessuno infatti che per qualsiasi turista proveniente da un Paese nel quale non vi sono obblighi simili l’Italia diventa automaticamente una meta preclusa.

Nel corso del Consiglio dei Ministri che dovrebbe svolgersi proprio in questi giorni si dovrà anche decidere in che modo gestire eventuali aiuti per imprese del settore dei congressi e degli eventi.

Le risorse in campo per il nuovo decreto Sostegni

Si tratterà, stando alle ultime indiscrezioni, di una sorta di ‘mini’ decreto Sostegni, in quanto le risorse su cui l’esecutivo farà affidamento per le varie misure sono decisamente limitate. Complessivamente si parla di uno stanziamento di 2 miliardi di euro, uno dei quali arriva dai fondi speciali dei ministeri, al quale si aggiungono le risorse recuperate rinviando alcuni stanziamenti meno urgenti.

Risorse limitate insomma, che produrranno l’ennesima ondata di sterile malcontento, e non ci sarà nessun ulteriore scostamento di bilancio quindi le imprese che resteranno a bocca asciutta dovranno farsene una ragione ed ingoiare l’ennesimo rospo.

All’interno della maggioranza una parvenza di dibattito politico viene comunque portata avanti, più per salvare le apparenze che per ottenere risultati concreti evidentemente, visto che in ogni caso le decisioni prese dal Cdm verranno più o meno sempre e comunque avallate da tutte le forze che sostengono il governo di Mario Draghi.

“La fotografia del Paese in questo momento racconta di famiglie in difficoltà nel sostenere le spese, tra cui quelle legate all’energia, e di genitori che faticano a organizzare le proprie giornate con i figli in Dad. Racconta di aziende in crisi, imprese costrette a chiudere, interi settori economici in enorme sofferenza a causa delle restrizioni per fronteggiare il Covid – cultura e turismo in primis – e di lavoratori che non possono riprendere la loro attività” dicono dal Movimento 5 Stelle.

“Il presidente Mario Draghi ha appena annunciato nuovi ristori: bene, perché sono fondamentali per dare ossigeno al Paese” dice ancora Alessandra Carbonaro, vice capogruppo M5s alla Camera “ma la fase che stiamo attraversando è particolarmente critica, per questo il Movimento 5 Stelle continua a chiedere uno scostamento di bilancio: una misura forte e coraggiosa, che serva a evitare il più possibile nuove crepe nel tessuto socio-economico dell’Italia e a constrastare l’aumento delle disuguaglianze”.

Tra le maggiori urgenze il caro bollette e il crollo del turismo

Uno dei problemi da affrontare con la massima tempestività è quello del caro bollette, e su questo fronte le misure introdotte alla fine dell’anno che comprendono bonus sociale, pagamento rateizzato e riduzione dell’Iva sul gas, dovranno necessariamente essere affiancate da interventi di maggiore efficacia nei prossimi mesi.

Il governo Draghi non esclude di certo ulteriori aiuti dopo quelli per il primo trimestre 2022 per ridurre l’impatto dei rincari sul costo dell’energia su famiglie e imprese italiane nei prossimi mesi, resta da vedere però se questi nuovi interventi saranno sufficienti oppure no ad evitare il massacro sociale che si teme.

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha elencato le problematiche da affrontare con maggiore urgenza, le criticità che maggiormente pesano sulle amministrazioni locali cominciando proprio dai rincari sulle bollette di gas e luce.

Per il caro-bollette il sindaco di Bari ha spiegato che servirebbero 550 milioni di euro, ricordando che i Comuni pagano mediamente 2 miliardi di euro l’anno per luce e gas, ma è chiaro che questa cifrà è da rivedere molto al rialzo visti i rincari del 2021, destinati peraltro a proseguire anche nel 2022, probabilmente per la sua intera durata se non perfino oltre. Al momento però il governo non ha ancora valutato nessun intervento specifico in tal senso.

Poi vi è il problema, sollevato dai sindaci, del crollo delle entrate e dell’aumento delle spese per l’emergenza Covid-19 cui i Comuni sono andati incontro. Nel 2020 e nel 2021 infatti il governo aveva destinato risorse importanti ed ora si spera nel bis con 500 milioni per i Comuni e 70 per le città metropolitane.

C’è poi la questione del crollo del turismo, che non ha semplicemente danneggiato le imprese del settore e l’indotto, ma ha anche inevitabilmente ridotto le entrate da esso derivanti nelle casse dei Comuni con un buco stimato di circa 200 milioni di euro per via del mancato pagamento della sola imposta di soggiorno.

Tra le impellenze anche il problema delle partecipate, in particolare quelle del trasporto pubblico locale, per le quali serviranno altri 200 milioni di euro. Impossibile non notare che negli ultimi due anni vi è stato un drastico calo dei passeggeri che visto lo stato delle cose con continue proroghe delle misure emergenziali, non può che perdurare anche nei mesi a venire.

Con il decreto Sostegni 2022 nuovi ristori: cosa sono

Con i vari decreti Ristori del governo Conte e coi decreti Sostegni sono stati di volta in volta introdotti degli aiuti economici destinati a imprese e partite Iva sotto forma di contributi a fondo perduto.

In questi casi quindi non si tratta di prestiti, che prevedono la restituzione dell’importo in un determinato periodo di tempo seppur con eventuali agevolazioni, ma di denaro a fondo perduto che le imprese potranno utilizzare per riprendersi dalle penalizzazioni dovute alla politica di chiusure e restrizioni imposta dall’esecutivo.

Con l’ultimo decreto, ad esempio, sono stati introdotti aiuti che prevedevano indennizzi a fondo perduto, con bonifici diretti sul conto corrente dei beneficiari, in una misura compresa tra il 100 ed il 200% rispetto a quanto erogato nel mese di aprile 2020 con il decreto Rilancio. Per alcuni settori maggiormente penalizzati dalle chiusure imposte dal governo, come le discoteche e le sale da ballo, gli aiuti hanno raggiunto anche il 400%.

A quali imprese sono destinati i contributi a fondo perduto del decreto Sostegni 2022

Come accennato i nuovi aiuti che verranno inseriti nel decreto Sostegni 2022 saranno destinati in particolare alle imprese maggiormente penalizzate dalle misure restrittive e dalle chiusure ancora imposte dall’esecutivo nell’ambito dell’emergenza Covid-19 che, salvo ulteriori proroghe, perdurerà almeno fino al 31 marzo 2022.

Non dimentichiamo che le imprese stanno anche affrontando le conseguenze economiche della più grave crisi energetica dell’epoca contemporanea, per la quale le misure previste dal bonus bollette non possono che rivelarsi tutt’altro che adeguate.

Per attutire l’impatto che i rincari sulle bollette di gas e luce avranno su famiglie e imprese italiane il governo Draghi ha stanziato per ora circa 9,5 miliardi di euro in sei mesi. Queste risorse servono a coprire interventi come l’azzeramento degli oneri generali di sistema e il potenziamento del bonus sociale, uno sconto automatico in bolletta per le famiglie con reddito basso.

Ulteriori risorse necessarie per interventi più efficaci potrebbero arrivare da un nuovo scostamento di bilancio, ma una decisione in tal senso non potrà arrivare prima del voto per il Quirinale che inizierà solo il 24 gennaio.

In difficoltà si trovano oggi anche le imprese medio-grandi, anche quelle che non sono state danneggiate, o sono state danneggiate meno, dalle misure restrittive imposte dall’esecutivo.

Ad incidere sulle difficoltà in cui versano le imprese è soprattutto il caro energia che naturalmente ha penalizzato soprattutto le aziende cosiddette ‘energivore’ come quelle della siderurgia, della ceramica, ma anche carterie, vetrerie, industrie chimiche che hanno visto ridursi rapidamente i margini di guadagno fino ad andare in negativo costringendo a uno stop della produzione.

Il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, ne ha parlato con Il Sole 24 Ore, e ha spiegato che “il problema è molto più grave di quanto sia percepito nel Paese. Ci sono già 5-6 aziende del nostro settore che sono dovute ricorrere alla cassa integrazione per far fronte a una situazione che sta diventando insostenibile”.

“Abbiamo proposto due tipi di intervento per cercare di calmierare i prezzi” ha aggiunto quindi Savorani “immettere sul mercato le riserve strategiche di gas e riattivare l’estrazione dai nostri giacimenti”. Si tratta tuttavia di tipologie di intervento tutt’altro che in grado di produrre effetti nel breve tempo, con una previsione di circa due anni per entrare a regime.

Sulle misure contro i rincari in bolletta delusione per i consumatori

Non erano probabilmente quelle che si aspettavano i consumatori, le misure che il governo Draghi ha deciso di mettere in campo, visto che pagheranno comunque il prezzo di imponenti rincari su gas e luce.

Inoltre dall’Unione Nazionale dei Consumatori arrivano critiche circa le parole pronunciate dal premier Draghi in conferenza stampa. Le risposte date dal presidente del Consiglio sono state definite infatti “deludenti” per quel che riguarda i possibili nuovi interventi volti a ridurre l’impatto dei nuovi aumenti in bolletta.

“Il presidente Draghi ha dichiarato oggi in conferenza stampa sull’emergenza bollette di luce e gas: ‘vedremo poi, è previsto vengano presi altri provvedimenti per affrontare l’emergenza bollette nel trimestre successivo e nei mesi a seguire’. Una delusione la dichiarazione di Draghi!” ha affermato in una nota Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.

Un passo indietro rispetto a quanto aveva dichiarato nella conferenza stampa di fine anno in cui aveva ipotizzato un intervento oltre a quello che era stato già deciso, ossia i 3,8 miliardi in manovra, visto che erano stati stanziati in previsione di aumenti molto forti ma inferiori a quelli poi visti a fine dicembre” ha aggiunto Vignola.

“Purtroppo in questo trimestre si concentra il 50% dei consumi di gas, mentre dal 15 aprile i caloriferi sono addirittura spenti” aggiunge il responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori “quindi è evidente che un aiuto sarebbe ben più utile ora e non nei trimestri a seguire”.

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