Sul tema delle pensioni il dibattito tra il governo di Mario Draghi e i sindacati va ancora avanti all’indomani dello sciopero generale indetto nei giorni scorsi. La possibilità che le indicazioni dei sindacati trovino applicazione pratica però sembrano ancora piuttosto scarse, e dal governo viene precisato che le modifiche alla legge Fornero potranno essere fatte solo se si rispetta sostenibilità e indicazioni di Bruxelles.

I sindacati chiedono di realizzare un sistema per il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni, senza tener conto dell’adozione del ricalcolo attraverso il metodo contributivo, ma dall’esecutivo non sembra esserci una particolare apertura in tal senso. Al tempo stesso però sull’Ape sociale e sulla possibilità di estensione ad una platea più ampia una convergenza sembra ci sia.

Nella nuova manovra economica troviamo anche 1 miliardo di euro destinato alle nuove generazioni, con l’impegno del governo in particolare su temi come: inclusione, famiglia ed emergenza abitativa.

In Legge di Bilancio sembra poter trovare spazio anche la sospensione della riscossione delle cartelle esattoriali, ma anche la possibile rottamazione quater, un emendamento al Ddl con cui si prevede di differire il pagamento a 180 giorni per tutti gli atti pervenuti ad inizio 2022.

E ancora, ci sono novità che riguardano il Superbonus, e nello specifico la possibilità di eliminare il tetto di reddito e il limite patrimoniale riscontrabile attraverso certificazione Isee inizialmente fissato a 25 mila euro.

Legge di Bilancio: novità sul tema pensioni

Il governo guidato dall’ex presidente della Bce sta ancora lavorando al nodo pensioni per trovare la quadra anche coi sindacati. In particolare si cerca di andare su una riforma delle pensioni in grado di dare risposte a tre temi molto delicati: quello della flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, il capitolo giovani e donne, e quello della previdenza complementare.

Nel corso dell’incontro che il governo ha avuto a Palazzo Chigi con i sindacati il presidente del Consiglio ha provato a dare delle indicazioni chiare sulla base delle quali far ripartire il dialogo sulla previdenza. I lavori proseguono quindi con le principali sigle sindacali che si sono riunite dopo la proclamazione dello sciopero generale contro le misure contenute nella manovra economica.

Diversi tavoli tecnici saranno riaperti comunque subito dopo le festività natalizie, ma le prospettive di un Mario Draghi presidente della Repubblica che ultimamente sembrano essere sempre più realistiche lasciano un grande punto interrogativo sugli sviluppi di questa trattativa.

In ogni caso l’attuale premier, per quel che riguarda la riforma delle pensioni, non sembra essere particolarmente incline ad allontanarsi dai paletti che sono stati fissati nelle scorse settimane, riguardanti la possibilità di effettuare gli eventuali correttivi solo se si è disposti ad adottare il sistema del calcolo contributivo.

Dalla squadra di governo è infatti arrivato il via libera all’emendamento alla manovra economica con il quale si porta da 36 a 32 anni la soglia contributiva con cui si ha diritto di accedere all’Ape sociale per alcune categorie di lavoratori che per via della specifica tipologia di lavoro svolto potranno godere dell’anticipo per uscire dal mondo del lavoro.

Invece circa la perequazione degli assegni pensionistici, dopo i provvedimenti introdotti nel 2020, dall’Inps hanno comunicato che per il 2022 gli assegni della pensione saranno rivalutati nella misura dell’1,7% e ciò avverrà attraverso il calcolo progressivo sulla base dei nuovi scaglioni.

Dalla Cgil però si continua a insistere su una riforma delle pensioni in grado di correggere quelle che Landini definisce “le distorsioni della Legge Fornero”. Ed è ancora il segretario nazionale della CGIL a spiegare che a suo avviso il sistema contributivo dovrebbe contenere anche degli elementi di solidarietà, come la pensione di garanzia per i giovani e per tutti quei lavoratori che hanno attività discontinue.

In Legge di Bilancio 2022 stanziato 1 miliardo di euro per i giovani

Con la nuova manovra economica il governo di Mario Draghi ha deciso di stanziare circa 1,038 miliardi di euro, pari al 2,5% della spesa complessiva prevista per le misure in essa contenute, per misure a sostegno dei giovani e in particolare per l’inclusione, per la famiglia e per l’emergenza abitativa.

Stando a quanto rivelato da un’analisi condotta dal Consiglio nazionale Giovani, circa il 44,2% della spesa effettuata dalle nuove generazioni rientra in capitoli di spesa riconducibili al problema dell’inclusione sociale, alla famiglia e all’emergenza abitativa.

Abbiamo poi un’altra importante componente, quantificata in un 40,5% circa, che invece riguarda l’orientamento, il supporto all’istruzione, la formazione per l’accesso al mondo del lavoro, e l’acquisizione di nuove competenze funzionali all’aggiornamento professionale o all’adeguamento in relazione alle mutate esigenze del contesto lavorativo così come si presenta oggi tra chiusure e restrizioni.

Nella manovra economica verranno infine inserite delle misure la cui funzione dovrebbe essere quella di sostenere il lavoro e l’imprenditorialità.

Proroga dei pagamenti delle cartelle esattoriali

Tra le varie correzioni che si stanno apportando in questa fase al testo della Legge di Bilancio 2022, alcune riguardano anche il tema delle cartelle esattoriali e della fiscalità nello specifico ambito dell’imprenditoria. 

Si parla quindi della possibilità di rinviare ulteriormente il termine per le cartelle esattoriali con una nuova sospensione della riscossione coattiva e una nuova rottamazione quater. In tal senso un emendamento al Ddl di bilancio all’esame al Senato prevede che il pagamento possa avvernire entro 180 giorni per gli atti notificati a partire dal 1° gennaio 2022.

Questo provvedimento interesserà solo una parte dei recapitati, con una dilazione temporale relativa al pagamento di quelle cartelle che sono state notificate fino al 31 marzo 2022, con un’estensione quindi di tre mesi.

La misura dello slittamento è stata dettata dalla disponibilità nelle casse dello Stato, e in particolare dai saldi che attengono alla finanza pubblica. Infatti uno spostamento dei versamenti delle cartelle esattoriali in avanti non necessita di coperture aggiuntive fintanto che i pagamenti sono effettuati nell’anno solare.

Cancellato il tetto Isee per accedere al Superbonus

Per l’intera durata del 2022 tutti i proprietari di abitazioni unifamiliari, comprese ville e villette, potranno accedere se in possesso degli altri requisiti, al Superbonus al 110%. Vengono infatti cancellati i limiti reddituali che erano stati inizialmente inseriti al fine di circoscrivere maggiormente la platea dei potenziali beneficiari dell’agevolazione.

Una modifica che interviene sia nel caso di un immobile da riqualificare sotto il piano dell’efficienza energetica, sia nel caso di interventi in chiave anti sismica.

È inoltre previsto che si possa accedere al Superbonus 110% indipendentemente dalla condizione in cui si trova l’imobile, se ad esempio si tratta di un rudere, o dalla tipologia abitativa, ad esempio che si tratti di casa al mare o in montagna.

La maggioranza e la squadra di governo sono giunti ad un accordo circa le modifiche da apportare per allentare la stretta sul Superbonus, optando alla fine per la cancellazione del tetto di reddito o patrimoniale da attestare con Isee non superiore ai 25 mila euro. Al contempo si decide per la cancellazione dell’obbligo di dover effettuare i lavori per i quali si beneficia dell’agevolazione al 110% se la villetta è adibita a prima casa.

E restando sul tema dei bonus edilizi, ci sono novità che riguardano anche il bonus Facciate. Il governo ha infatti deciso per la proroga di questa agevolazione per l’intera durata del 2022, riducendo tuttavia la percentuale della detrazione al 60%.

Le forze che sostengono la maggioranza spingevano invece per una proroga di altri sei mesi per il bonus Facciate, conservando la detrazione al 90%. Il costo della misura così strutturata però sarebbe stato troppo elevato e l’ipotesi è stata alla fine scartata.

Nella manovra restano anche bonus Mobili e bonus Idrico

Se il bonus Facciate a partire dal 2022 sarà un po’ meno vantaggioso di come lo conosciamo, al bonus Mobili andrà in tutt’altra maniera. Infatti questo bonus, stando agli ultimi accordi raggiunti all’interno della maggioranza, resterà nella misura del 50%, ma nel caso degli arredi il tetto sale fino a 10 mila euro.

Non cambia invece l’importo massimo per il biennio 2023-2024, con un tetto che resta fermo a 5.000 euro. Ricordiamo che il bonus Mobili può essere utilizzato a parziale copertura delle spese sostenute per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici per abitazioni nelle quali sono in corso d’opera lavori di ristrutturazione edilizia.

Esteso fino alla fine del 2023 poi il bonus Idrico, che si può usare per avere una detrazione del 50% sulla spesa sostenuta per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio dell’acqua.

La tassa sui tavolini in Legge di Bilancio

Con l’approvazione del testo della Legge di Bilancio 2022 al Senato arriva anche lo stop per il primo trimestre 2022 del pagamento della cosiddetta tassa sui tavolini.

Le forze che sostengono la maggioranza e la squadra di governo di Mario Draghi hanno raggiunto un accordo sulla base del quale si stabilisce un momentaneo azzeramento del Cup.

A trarne beneficio saranno solo alcune categorie di lavoratori come commercianti o ambulanti. La decisione si colloca nell’ambito della necessità di dare una risposta concreta non solo ad esponenti politici che hanno esercitato pressioni in tal senso, ma anche alle associazioni di categoria che hanno spinto molto affinché l’esecutivo valutasse la possibilità di offrire un aiuto più efficace a quei lavoratori che le stesse disposizioni del governo in chiave anti-contagio hanno messo in serie difficoltà economiche.

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