L’introduzione dei vari bonus edilizi, per buona parte dei quali sono peraltro previste proroghe in Legge di Bilancio, se da una parte ha portato ad un grosso beneficio per le imprese del settore in primis, e poi per i consumatori, dall’altra ha prodotto un nuovo fenomeno fraudolento su cui il governo guidato da Mario Draghi si trova costretto ad intervenire con ancor maggiore efficacia.

È lo stesso presidente del Consiglio infatti ad offrire alla platea dei giornalisti presenti in conferenza stampa il dato ufficiale dell’Agenzia delle Entrate che parla di circa 4 miliardi di euro di frodi ai danni dello Stato perpetrate in particolare attraverso il meccanismo della cessione del credito nell’ambito dei bonus edilizi.

Si tratta di una somma tutt’altro che trascurabile, come il premier ha evidenziato, che induce l’esecutivo ad una risposta in tempi brevi.

Il dato dell’Agenzia delle Entrate è relativo agli importi sospesi in linea con la possibilità prevista dal decreto antifrodi – primo intervento del governo sulla questione delle truffe legate ai bonus edilizi – con il quale si introduce una eventuale sospensione fino a 30 giorni delle comunicazioni riguardanti la cessione del credito laddove siano individuati profili di rischio.

Frodi bonus edilizi: al centro ancora una volta il Superbonus 110%

Potrebbero ammontare a circa 4 miliardi di euro le frodi sulle cessioni del credito per quel che riguarda i bonus edilizi. Il dato è stato confermato nel corso della conferenza stampa di fine anno tenutasi il 22 dicembre dallo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi.

Al premier, nel corso dell’appuntamento oragnizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti che si svolge in collaborazione con l’Associazione della Stampa parlamentare, è stata posta una domanda sul Superbonus 110% e sulle novità che lo riguardano inserite nella nuova manovra economica.

È stato proprio con il Superbonus 110% che molte operazioni illecite sono state compiute nel corso dei mesi passati, e in particolare attraverso il meccanismo della cessione del credito.

Come molti ricorderanno si tratta di un bonus che fu introdotto per la prima volta dal governo Conte bis con il decreto Rilancio. Ora nella Legge di Bilancio 2022 viene inserita una proroga per l’agevolazione che però al tempo stesso introduce una serie di novità.

Sul tema il premier Mario Draghi ha spiegato che: “il governo ritiene che il superbonus sia una misura che abbia indubbiamente dato molto beneficio ma abbia anche creato distorsioni, E per questo la proposta del governo era quella di un’estensione per i condomini e una limitazione per le case unifamiliari soltanto per le famiglie con Isee al di sotto di 25 mila euro“.

“Il Parlamento utilizzando dei fondi che erano destinati all’azione parlamentare, in vari campi, quindi in teoria sarebbero potuti andare anche in altre direzioni, ha deciso di utilizzare gran parte di questi fondi per estendere il Superbonus” ha spiegato quindi il presidente del Consiglio.

La novità, quella che limitava la fruizione del Superbonus nel caso di interventi riguardanti villette e abitazioni unifamiliari a nuclei con Isee al di sotto dei 25 mila euro, aveva fatto storcere il naso un po’ a tutti, e alla fine è stata messa da parte con la riformulazione della Commissione Bilancio del Senato.

Il presidente del Consiglio ha quindi approfondito il tema nel corso della conferenza stampa di qualche giorno fa, spiegando che il governo non voleva inizialmente estendere il Superbonus in quanto “ha creato delle distorsioni”.

“La prima di queste è un aumento straordinario dei prezzi delle componenti che servono a fare le ristrutturazioni” ha quindi spiegato Draghi “alcune di queste componenti o quasi tutte servono e sono molto importanti per l’efficientamento energetico”.

“Il risultato è stato che oggi, un’unità di efficientamento energetico costa molto di più di quanto non costasse o fosse costata prima del Superbonus” ha detto ancora il premier “è chiaro che le emissioni vanno giù ma non vanno più poi così tanto per assorbire questo aumento di prezzo. Quindi è la logica del 110 per cento che, in un certo senso, non rende più la contrattazione di un prezzo importante e rilevante”.

Quello dell’aumento dei prezzi toccato da Draghi è solo uno degli ‘effetti negativi’ prodotti dal Superbonus e, più in generale, dai bonus edilizi. Un altro aspetto problematico che deriva dall’introduzione di queste agevolazioni, è legato al meccanismo della cessione del credito.

I rischi legati al meccanismo della cessione del credito nell’ambito dei bonus edilizi

Quello dell’aumento dei prezzi delle componenti comunemente e più frequentemente utilizzate per gli interventi di ristrutturazione viene presentato dal premier come un problema minore rispetto a quello dei rischi legati alla cessione del credito.

Riferendosi in particolare al Superbonus 110%, il presidente del Consiglio ha evidenziato infatti che questo bonus “ha incentivato moltissime frodi. È di stamattina la segnalazione che ho ricevuto dall’Agenzia delle Entrate che ha bloccato 4 miliardi di crediti che erano stati dati come cedibili”.

Questo giustificherebbe la riluttanza dell’esecutivo a prorogare il Superbonus senza ridurre la platea dei beneficiari. Il premier ha infatti tenuto a sottolineare che “c’erano buoni motivi, a parte l’aspetto di finanza pubblica e il costo che questo ha, per la riluttanza del governo ad estendere ulteriormente il Superbonus”.

Un aspetto, quello del rischio frodi attraverso il meccanismo del credito d’imposta nel contesto dei bonus edilizi, su cui comunque il governo era già intervenuto con il DL 157 del 2021, cioè il cosiddetto decreto antifrodi.

Con questo provvedimento entrato in vigore già dal 12 novembre, il governo intensifica di fatto i controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate. Ora l’Amministrazione finanziaria può intervenire con la sospensione fino a 30 giorni dell’efficacia delle comunicazioni su cessioni del credito o su sconti in fattura.

Si tratta di una sospensione prevista in quei casi in cui vengono individuati determinati profili di rischio nei cinque giorni successivi alla comunicazione del credito.

Nello stesso decreto vengono poi specificati i profili di rischio, e sono i seguenti:

  • coerenza e regolarità dei dati riportati nelle comunicazioni e nelle opzioni con i dati in possesso dell’Anagrafe tributaria o comunque dell’Amministrazione finanziaria
  • controllo dei dati riguardanti crediti oggetto di cessione e soggetti che intervengono nelle operazioni dui detti crediti sono correlati, sulla base delle informazioni in possesso dell’Anagrage tributaria o comunque dell’Amministrazione finanziaria
  • controlli sulle analoghe cessioni precedent effettuate da soggetti indicati nelle comunicazioni e nelle opzioni.

Il Fisco si premurerà quindi di verificare con particolare attenzione le operazioni che presentino i seguenti rischi:

  • eventuale natura fittizia dei crediti
  • presenza di cessionari dei crediti che pagano il prezzo della cessione con denaro che potrebbe essere di provenienza illecita
  • svolgimento di attività finanziaria abusiva da parte di soggetti che non sono in possesso delle autorizzazioni previste i quali effettuano più operazioni di acquisto di crediti da un’estesa platea di cedenti.

Su queste criticità si andrà quindi a focalizzare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate, con lo scopo di ridurre il più possibile il fenomeno delle truffe nel meccanismo della cessione del credito nell’ambito della fruizione dei vari bonus edilizi.

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