Con la riforma del fisco, specie per alcune fasce di reddito, ci saranno dei guadagni interessanti, ma i vantaggi per altre fasce di reddito sono decisamente ridimensionati. Non solo, se dal punto di vista del reddito a guadagnarci di più sono i lavoratori del ceto medio prima di tutto, dal punto di vista territoriale i maggiori guadagni sono concentrati nelle Regioni del Nord.

Guardando la cartina geografica dell’Italia è infatti possibile tracciare una chiara linea tra le Regioni che trarranno maggior beneficio dal taglio dell’Irpef, e quelle dove invece le novità porteranno ben poche differenze.

Un quadro questo che è stato confermato anche dai dati incrociati nelle rilevazioni dell’Istat sulla distribuzione delle forze lavoro e i dati provenienti dal database di JobPricing sulle retribuzioni dei dipendenti del settore privato.

È stato così possibile stabilire quale sarà l’impatto della rimodulazione delle aliquote Irpef prevista dalla riforma cui sta lavorando il governo di Mario Draghi. Ovviamente oggi è possibile svolgere un calcolo solo parziale, che non tiene conto delle detrazioni fiscali o dei lavoratori del settore pubblico.

La rimodulazione delle aliquote Irpef riparte i benefici in modo non omogeneo

Una parte dei cittadini italiani trae maggior beneficio dalla rimodulazione delle aliquote Irpef prevista dalla riforma fiscale del governo Draghi, quindi il reddito annuo rappresenta il primo elemento che determina quali saranno i lavoratori a cui questa riforma conviene di più.

Ricordiamo che la riforma prevede il taglio del numero degli scaglioni Irpef dagli attuali 5 a 4 soltanto, e si avranno quindi le seguenti nuove fasce di reddito e relative percentuali.

  • Primo scaglione: fino a 15 mila euro di reddito, 23%
  • Secondo scaglione: da 15 a 28 mila euro di reddito, 25%
  • Terzo scaglione: da 28 a 50 mila euro di reddito, 35%
  • Quarto scaglione: oltre i 50 mila euro, 43%.

Rimodulare in questo modo le aliquote Irpef costerà secondo le stime circa 7 miliardi di euro. Si tratta tuttavia di stime basate su calcoli fatti prima dell’emergenza Covid-19, e vista l’attuale situazione, specie con le avvisaglie di ulteriori chiusure anche in Italia, senza contare l’introduzione del Super Green Pass, lo scenario rischia di cambiare rapidamente con il concretizzarsi di uno squilibrio economico maggiore.

A trarre beneficio da una rimodulazione delle aliquote Irpef così strutturata saranno, come accennato, le fasce di reddito medio-alto. Per le famiglie che si trovano nel primo scaglione, quindi nella fascia di reddito più bassa, la riforma fiscale Draghi porterà ad un taglio delle tasse dello 0,7%, e ad un conseguente aumento del reddito solo dello 0,1%.

Per le famiglie con reddito superiore ai 15 mila euro invece con la rimodulazione delle aliquote ci sarà una riduzione delle tasse media del 2,7% circa, e un aumento del reddito medio dell’1,2% circa.

Rimodulazione aliquote Irpef, quali Regioni ci guadagnano di più

La rimodulazione delle aliquote Irpef quindi porterà dei vantaggi soprattutto alle classi medio-alte, ma è anche interessante notare come la ridistribuzione dei benefici segua la struttura dei salari a livello territoriale.

Dai grafici pubblicati su Repubblica.it apprendiamo che circa il 60% del guadagno derivante dalla rimodulazione dell’Irpef è concentrato nelle Regioni del Nord, dove gli stipendi sono infatti mediamente più alti.

Per l’esattezza scopriamo infatti che gli effetti positivi del taglio delle aliquote Irpef ricadrà nelle seguenti proporzioni su base territoriale:

  • per oltre il 60% nelle Regioni del Nord
  • per il 21% nelle Regioni del Centro
  • per il 18,6% nelle Regioni del Sud

Ad ogni modo è altresì importante specificare che la suddetta ripartizione riguarda solo i lavoratori del settore privato e non quelli del settore pubblico, che nelle Regioni del Sud ha un impatto decisamente maggiore.

La maggior parte dei benefici derivanti dalla rimodulazione delle aliquote Irpef, come apprendiamo dal noto quotidiano, ricade nella sola Lombardia, dove si concentra circa un quarto della riduzione media. È in Lombardia infatti che sono presenti gli stipendi medi più alti tra i dipendenti del settore privato, che si aggirano tra i 45 e i 55 mila euro annui.

Seguono il Lazio con l’11%, l’Emilia Romagna col 10%, quindi il Veneto (9,9%), il Piemonte (8,5%) e la Toscana (6,4%). Per il resto dell’Italia la riduzione non incide mai in misura superiore al 5%.

Possiamo quindi stilare una vera e propria classifica delle Regioni italiane che guadagneranno di più dalla rimodulazione delle aliquote Irpef, indicando un valore che corrisponde alla media ponderata per Regione.

  • Trentino-Alto Adige: 264.65€
  • Lombardia: 258.25€
  • Lazio: 241.89€
  • Valle d’Aosta: 239.85€
  • Emilia Romagna: 239.03€
  • Liguria: 237.99€
  • Piemonte: 237.90€
  • Friuli Venezia Giulia: 235.42€
  • Veneto: 226.17€
  • Toscana: 214.98€
  • Marche: 202.22€
  • Abruzzo: 196.73€
  • Umbria: 189.59€
  • Sardegna: 183.30€
  • Campania: 175.73€
  • Puglia: 175.71€
  • Molise: 174.78€
  • Sicilia: 172.45€
  • Calabria: 160.52€
  • Basilicata: 150.45€

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