Sono in arrivo interessanti novità per i dipendenti che lavorano nella Pubblica Amministrazione, infatti con il rinnovo del contratto ci saranno dei sostanziosi aumenti di stipendio dovuti alle progressioni economiche.
Gli aumenti in busta paga che ciò comporterà comunque non saranno della stessa entità per tutti i lavoratori della pubblica amministrazione indistintamente, ma varieranno caso per caso a seconda dei ruoli ricoperti nonché sulla base delle disponibilità della singola amministrazione.
L’ultimo incontro tra l’Agenzia delle Entrate per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Araan) e i rappresentanti del comparto delle Funzioni centrali ha portato alla definizione di alcuni aspetti del nuovo contratto e quindi sono stati stabiliti gli aumenti in busta paga per le varie categorie di dipendenti della PA.
Stando ai primi dati cui è stato possibile avere accesso in seguito alla conclusione del suddetto incontro, gli importi degli aumenti sono stati stabiliti partendo dal confronto tra i potenziali di crescita retributiva proposti dalle norme vigenti e le regole del nuovo contratto.
Per quanto riguarda le novità che vengono introdotte con il nuovo contratto di lavoro troviamo la soppressione delle progressioni orizzontali che verranno invece sostituite da differenziali stipendiali. Il risultato dovrebbe essere una maggiore attenzione all’esperienza acquisita sul posto di lavoro.
Aumentano le buste paga dei lavoratori della PA, ecco gli importi
Gli incontri tra le parti in realtà non sono ancora del tutto terminati, ma sulla base di quanto stabilito fino ad oggi, possiamo già avere un’idea di quali saranno gli aumenti in busta paga per i lavoratori della Pubblica Amministrazione a seconda dei ruoli ricoperti.
Aran ha infatti fornito alcuni dati interessanti che riguardano ad esempio la categoria dei funzionari. Questi dati sono stati raccolti e riportati da Il Sole 24 Ore, e se le cifre dovessero essere effettivamente confermate alla fine dei colloqui tra le due parti, allora si tratterà di aumenti sostanziosi.
In questo caso parliamo quindi degli aumenti che riguarderanno i funzionari ministeriali, il cui stipendio al momento si aggira intorno ad un tetto massimo di 39 mila euro lordi annui. Il nuovo contratto dovrebbe portare questa cifra fino a 42.283 euro.
Anche per la categoria delle agenzie fiscali sono previsti interessanti aumenti in busta paga, infatti il tetto che in questo caso è fissato per il momento a 42.897,81 euro, si sposterebbe fino ad una retribuzione lorda annua di 47.667,10 euro.
I lavoratori di enti pubblici non economici, come ad esempio Inps o Inail, si vedranno riconosciuto un aumento ancora più ricco, passando dall’attuale retribuzione lorda annua di 33.034 euro, fino a 42.720 euro.
Aumenti decisamente cospicui anche per i contratti di lavoro dell’agenzia delle dogane e dei monopoli, con un aumento della retribuzione fissa dagli attuali 44.33,59 euro annui, a 48.962,49.
Gli aumenti interesseranno anche il ministero della Giustizia, con il passaggio dagli attuali 41.253,49 euro annui, a 43.251,34.
Ma gli aumenti derivanti dalle progressioni economiche non sono gli unici previsti dal nuovo contratto di lavoro della Pubblica Amministrazione. Ci sono anche aumenti legati alla diminuzione delle differenze retributive all’interno dei singoli comparti.
E non dimentichiamo che sul tavolo del dibattito in corso in questi giorni ci sono anche le promozioni, e secondo quanto emerso dopo l’incontro tra Aaran e i rappresentanti del comparto Funzioni centrali, il numero si ridurrebbe a cinque, e ci sarebbe però anche un aumento del loro valore. Per i funzionari sarebbe di 2.033 euro annui, che diventerebbero 2.153 assorbendo una quota dell’indennità di amministrazione.
Tra i dipendenti pubblici quelli che trarranno beneficio dagli aumenti previsti dal nuovo contratto, i meno fortunati saranno coloro che lavorano per Università e Ricerca, ma anche i lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale.
Complessivamente gli aumenti previsti dal nuovo contratto saranno per 2 miliardi di euro annui distribuiti su una platea di circa 1,2 milioni di dipendenti della Pubblica Amministrazione.
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