La notizia dell’arrivo di un bonus di Natale aveva fatto in poco tempo il giro del web destando (giustamente) la curiosità di molti, peccato che la maggior parte dei cittadini italiani non avrà diritto ad alcun bonus natalizio da spendere in shopping, viaggi o cene con amici e parenti in occasione delle festività ormai vicine.

Quello che viene definito, in modo del tutto improprio, bonus di Natale oppure bonus natalizio, altro non è che un assegno che può arrivare ad un importo di 150 euro che viene riconosciuto però solo a quanti percepiscono la pensione minima. E come è facile intuire quindi non è esattamente un bonus di Natale, né è collegato all’arrivo delle festività.

Per coloro che avranno diritto al bonus da 150 euro, il cosiddetto bonus di Natale, si tratta comunque di una buona notizia. Inoltre sempre a ridosso delle festività di Natale è prevista anche la possibilità di accedere a dei buoni spesa, quindi in un certo senso i bonus natalizi, se così vogliamo chiamarli, sono due.

Sul bonus natalizio insomma bisogna prima di tutto chiarire che non è rivolto a tutti i consumatori, ma solo ad alcune ben specifiche categorie di beneficiari, e si divide in:

  • un contributo che viene erogato a titolo di integrazione dell’assegno pensionistico per il mese di dicembre
  • buoni spesa che sono stati rifinanziati con il decreto Sostegni bis e che vengono erogati dai Comuni

Per chi percepisce la pensione minima il bonus natalizio si tradurrà in una supplemento sulla pensione dell’importo di 150 euro. Ma a chi spetta esattamente e come si può usare questo contributo?

Il bonus natalizio destinato ai pensionati

Prima di tutto occorre ricordare che la pensione del mese di dicembre verrà pagata con un certo anticipo, e questo per via delle disposizioni ancora in vigore circa la prevenzione del contagio che si collocano nel contesto della strategia in chiave anti-Covid dell’esecutivo.

Inoltre non dimentichiamo che con l’assegno di dicembre i pensionati riceveranno anche la tredicesima e con essa arriverà anche un’ulteriore integrazione che farà lievitare l’importo dell’assegno, ed è questo il cosiddetto bonus natalizio che spetta ai pensionati.

In questo caso con il bonus natalizio i beneficiari, cioè i pensionati che percepiscono la pensione minima, riceveranno in tutto 150 euro che verranno accreditati direttamente insieme alla pensione a ridosso delle festività di Natale.

Quello della pensione minima è un assegno il cui importo viene aggiornato di anno in anno sulla base della variazione dell’indice ISTAT e che tiene conto del tasso di inflazione. Questo vuol dire che se il costo della vita diventa più alto allora l’assegno previsto per la pensione minima crescerà di conseguenza proprio come accaduto quest’anno.

L’importo esatto di questo ‘bonus natalizio’ sarà di 154,94 euro e spetterà a tutti quei pensionati che hanno un reddito che non supera il tetto dei 6.695,91 euro annui. Se il reddito supera questa soglia ma è compreso tra i 10.043,87 e i 20.087,73 euro annui comprensivo del reddito del coniuge si ha ancora diritto al bonus natalizio.

Il bonus viene accreditato direttamente sul conto corrente, postale o bancario, dall’Inps in una data differente da quella prevista per il pagamento della tredicesima.

Possono beneficiare del bonus natalizio solo i soggetti che appartengono a queste due categorie:

  • soggetti titolari di pensione delle gestioni private
  • soggetti iscritti alla gestione ex Enpals

Non possono ricevere il contributo i titolari di pensione di invalidità civile, coloro che percepiscono gli assegni sociali o pensioni internazionali che non sono tassate in Italia.

Il bonus natalizio come buoni spesa

Quando sentiamo parlare di bonus natalizio, spesso ci si riferisce invece ai buoni spesa che, anche ora a ridosso delle festività natalizie, possono essere assegnati ad alcuni nuclei familiari che risultano in possesso di determinati requisiti.

Non si tratta, nemmeno in questo caso, di un bonus di Natale vero e proprio, ma all’atto pratico permetterà effettivamente a molte famiglie in difficoltà di ottenere fino a 500 euro in buoni spesa, e quindi è sicuramente un’ottima notizia per chi già temeva un Natale in bianco.

I buoni spesa per il 2021 in realtà vengono erogati già da mesi, e sono gestiti dagli enti locali pur essendo stati previsti (e finanziati) dal governo centrale attraverso il decreto Sostegni bis. Con lo stesso decreto vengono ripartite le risorse Comune per Comune sulla base del numero di abitanti, e per quei Comuni che non hanno terminato i fondi è ancora possibile fare richiesta.

Non si tratta quindi di un bonus natalizio per tutti, come erroneamente si afferma talvolta, ma di un bonus destinato solo a famiglie con reddito basso il cui importo dipende dalla composizione del nucleo familiare.

Vero è che sono comunque i Comuni a stabilire il regolamento per l’accesso a questi buoni spesa attraverso bandi dedicati che vengono generalmente pubblicati sul sito web del Comune stesso, e che pertanto le regole possono variare, così pure i requisiti, a seconda di quanto stabilito dalla singola giunta.

Quali sono i requisiti di reddito per richiedere buoni spesa fino a 500 euro

Con il decreto Sostegni bis il governo di Mario Draghi ha rifinanziato questa misura destinata a sostenere il reddito delle famiglie maggiormente in difficoltà stanziando ulteriori 500 milioni di euro.

La prima volta che sono stati introdotti questi buoni spesa era il marzo del 2020, e alla guida dell’esecutivo c’era il premier Giuseppe Conte. Lo scopo dei buoni spesa era quello di aiutare le famiglie a far fronte alle difficoltà economiche legate in particolare a lockdown, chiusure e restrizioni imposte nel dichiarato intento di contrastare la diffusione del Sars-CoV-2.

Ma come accennato nel paragrafo precedente sono poi i singoli Comuni a stabilire, tramite bandi locali, quali saranno i requisiti da soddisfare per poter accedere a questa agevolazione. I principi cardine dei buoni spesa sono definiti a livello nazionale, ma i dettagli dipendono dalle scelte delle singole giunte quindi che comunque generalmente rispettano le linee guida e le soglie indicate dal governo centrale.

Anzitutto vi è un requisito di reddito che solitamente non deve superare gli 8.000 euro. Ma c’è un’altra regola che vale per tutti i Comuni, e si tratta dell’incompatibilità con il Reddito di Cittadinanza. Quello che ultimamente viene chiamato bonus di Natale, e che in realtà altro non è che un vecchio bonus spesa, non può essere richiesto da chi percepisce il RdC in nessuno dei Comuni italiani.

Quanto alle modalità per presentare domanda per richiedere i buoni spesa fino a 500 euro, è necessario prima di tutto riportare nel modulo da compilare le seguenti informazioni:

  • reddito Isee del nucleo familiare
  • composizione del nucleo familiare

è infatti sulla base di questi dati che si stabilisce se l’istante ha diritto o meno ai buoni spesa, e quale sarà l’importo complessivo dei buoni spesa erogati.

La domanda può essere presentata direttamente presso gli sportelli del Comune dove si dovrà consegnare il modulo compilato in ogni sua parte, oppure attraverso il sito web nell’apposita sezione dedicata alla richiesta di questo bonus, o comunque seguendo le indicazioni rilasciate dal Comune di residenza.

Per la compilazione della domanda è anche possibile ricevere supporto telefonico contattando il numero reso disponibile sul sito web del proprio Comune di residenza.

Per quanto riguarda gli importi, i buoni spesa possono andare da un minimo di 50 ad un massimo di 500 euro, qualche volta tuttavia questo tetto viene anche superato fino ad arrivare a 700 euro stando a quanto riportato da Sky Tg24 dove leggiamo quanto segue:

“Ogni Comune ha previsto importi e requisiti diversi per accedere al bonus. L’ammontare dei tagliandi distribuiti va dai 50 ai 700 euro e, in generale, non possono accedere ai voucher le famiglie dove uno o più membri lavorano o ricevono sostegni statali”.

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