È stato necessario attendere 7 mesi per poter iniziare a ricevere gli aiuti che il governo aveva promesso alle imprese maggiormente danneggiate dalle restrizioni e dalle chiusure imposte in chiave anti-contagio.
Sette mesi addietro il governo guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi aveva previsto di riconoscere alle imprese in difficoltà dei contributi a fondo perduto che permettessero una più agevole ripartenza all’indomani della fase più difficile dell’emergenza Covid-19.
Una vera boccata di ossigeno per quelle imprese la cui attività lavorativa è stata pesantemente penalizzata dalle restrizioni in chiave anti-contagio che il governo ha ritenuto necessario imporre nell’ambito dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Sars-CoV-2.
In tutto il governo ha stanziato per questi aiuti a fondo perduto circa 4,43 miliardi di euro che dovrebbero andare a coprire gli incassi persi nel corso del 2020.
Gli aiuti messi in campo, almeno sulla carta fino ad oggi, arrivavano con il decreto del 25 maggio 2021, in attesa che venisse emanato il decreto ministeriale che stabilisse le percentuali da applicare alle perdite dichiarate da imprese e lavoratori con partita Iva considerando il fatturato complessivo.
Questo decreto è stato firmato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, lo scorso 12 novembre ed è ora in fase di pubblicazione.
Questi aiuti, lo ricordiamo, sono destinati a tutte quelle imprese ed alle partite Iva che hanno subito nel corso del 2020 un calo degli incassi o dei corrispettivi di almeno un terzo rispetto a quelli che erano stati registrati nel corso dell’anno precedente.
Fino ad oggi, o meglio fino all’emanazione del decreto ministeriale che di fatto dà il via libera all’erogazione dei contributi a fondo perduto, non solo le imprese sono rimaste a secco, ma non avevano nemmeno la possibilità di attingere ad informazioni dettagliate circa gli importi che sarebbero stati loro riconosciuti.
Gli importi infatti, e anche tutti i dettagli riguardanti le modalità di erogazione dei contributi, sarebbero stati definiti dal decreto attuativo che, appunto, arriva solo in questi giorni. È con il decreto ministeriale che determina anche la perdita percentuale di ricavi minima tra i due anni presi come riferimento per poter accedere agli aiuti.
Lo stesso decreto ministeriale stabilisce altresì l’aliquota da applicare alla perdita per stabilire l’importo esatto che dovrà essere erogato. Detto importo comunque, indipendentemente da quali siano state le perdite effettive per l’impresa, sarà erogato entro un importo massimo che non supererà in ogni caso i 150 mila euro.
Nel decreto ministeriale le condizioni per accedere ai contributi a fondo perduto
Quali sono dunque le condizioni che le imprese e le partite Iva dovranno soddisfare per poter accedere agli aiuti messi in campo dal governo Draghi? Nel decreto ministeriale finalmente abbiamo tutte le informazioni che occorrono.
Si legge infatti nel testo del decreto firmato dal ministro del Tesoro che “per accedere al contributo a fondo perduto il peggioramento del risultato economico di esercizio relativo all’anno di imposta in corso al 31 dicembre 2020 deve essere pari ad almeno il trenta per cento rispetto al risultato economico di esercizio relativo al periodo di imposta in corso al 2019”.
In sintesi quindi se alla fine del 2020 l’utile realizzato dall’impresa si era ridotto in misura pari o superiore al 30 per cento rispetto all’anno precedente, allora si rientra nella platea dei beneficiari degli aiuti a fondo perduto. A questo punto non resta che stabilire gli importi che dovranno essere erogati alla suddetta impresa o al suddetto lavoratore con partita Iva.
Per far ciò è necessario far riferimento a quanto stabilito dal decreto attuativo firmato dal ministro Daniele Franco, nel quale viene specificato che la percentuale da applicare alla perdita sarà del 30 per cento per i soggetti che hanno registrato ricavi che non hanno superato i 100 mila euro.
Questa scende poi al 20 per cento per i soggetti con fatturati compresi tra 100 e 400 mila euro, al 15 per cento per soggetti con fatturato tra 400 e 1 milione di euro, quindi al 10 per cento se il fatturato è tra 1 e 5 milioni, e infine al 5 per cento per fatturati fino a 10 milioni di euro.
Abbiamo in pratica una distrubuzione degli importi che segue questo schema:
- fatturato fino a 100 mila euro: 30%
- fatturato tra 100 e 400 mila euro: 20%
- fatturato tra 400 e 1 milione di euro: 15%
- fatturato tra 1 e 5 milioni di euro: 10%
- fatturato tra 5 e 10 milioni di euro: 5%
In questa norma si tiene anche conto dei ristori che sono stati erogati con i precedenti decreti, vale a dire quelli che sono stati introdotti prima del mese di luglio 2021. Le cifre che verranno erogate quindi con gli aiuti previsti dal secondo decreto Sostegni saranno scontate di quanto ottenuto grazie ai precedenti provvedimenti.
Infine, i soggetti che intendono accedere agli aiuti, per ottenere la liquidazione degli importi spettanti, dovranno aver presentato, entro il 30 settembre 2021, la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta che si chiude il 31 dicembre 2020. Chi non ha adempiuto a questo obbligo entro suddette scadenze non potrà accedere agli aiuti.
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