Uno degli obiettivi che il governo di Mario Draghi si prefigge di raggiungere con la nuova manovra economica è quello di abbassare la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese. Ma ci sarà un vero e proprio taglio delle tasse che renderà le assunzioni meno gravose per i datori di lavoro, oppure avremo nuovi aumenti in busta paga?
Nel testo della Legge di Bilancio 2022 si parla di un taglio delle aliquote Irpef e Irap, ma non vengono forniti, almeno per il momento, sufficienti dettagli per capire quali saranno gli effetti pratici di questi interventi.
Non è chiaro insomma quale strada il governo Draghi intenda imboccare, e più precisamente si cerca di capire se si andrà verso un taglio delle tasse, o più che altro delle imposte, oppure se si interverrà sul cuneo fiscale con conseguenti aumenti in busta paga per i lavoratori che ne beneficeranno.
In questo secondo caso infatti non saranno tutti i lavoratori a trarne beneficio, ma solo i lavoratori dipendenti, lasciando fuori invece autonomi e professionisti.
Attraverso le misure inserite nella Legge di Bilancio 2022 si dovrà comunque riuscire a ridurre la pressione fiscale dall’attuale 42,8% al 41,7% nel 2022, per poi stabilizzarsi sul 41% negli anni successivi. Ciò dovrà però avvenire nel rispetto di due principi: semplificazione ed equità.
Riduzione della pressione fiscale: come cambiano Irpef e Irap
Per il momento possiamo attingere informazioni su quella che sarà la nuova manovra economica dalla bozza attualmente in circolazione, dalla quale si evince che il governo Draghi intende stanziare 8 miliardi di euro per ridurre Irpef e Irap.
Il testo che conosciamo subirà senz’altro sostanziali modifiche nelle prossime settimane, ma per quel che riguarda l’imposta sui redditi delle persone fisiche gli obiettivi sembrano essere abbastanza chiari.
Nel testo della bozza leggiamo che lo scopo è quello di “ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive, da realizzarsi attraverso sia la riduzione di una o più aliquote di cui all’articolo 11, comma 1, del decreto del presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, sia una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo”.
L’intervento più importante previsto dalla manovra economica cui l’attuale esecutivo sta lavorando riguarda l’Irpef. Infatti stando a quanto emerso dall’indagine conoscitiva sulla riforma fiscale delle Commissioni Finanze di Camera e Senato, la modifica più importante andrà ad interessare in particolare il terzo scaglione Irpef, quello che riguarda i redditi compresi tra 28 e 55 mila euro con aliquota al 38%.
L’intervento che riguarda l’Irpef però potrebbe anche essere effettuato in tutt’altro modo, e cioè attraverso la riduzione dagli attuali 4 a soli 3 scaglioni. In questo caso parliamo di un intervento dal costo di 10 miliardi di euro che cambierebbe completamente il volto degli scaglioni Irpef che si presenterebbero come segue:
- 23% per redditi fino a 25 mila euro
- 33% per redditi compresi tra 25 e 55 mila euro
- 43% per redditi oltre i 55 mila euro
Per realizzare questo intervento però il fondo da 8 miliardi si rivelerebbe insufficiente, e sarebbe anche necessario procedere con una revisione delle detrazioni e l’assorbimento del bonus da 100 euro in busta paga.
Per quel che riguarda gli aiuti per le imprese invece nella nuova manovra economica si prospetta la possibilità di andare verso una riduzione dell’Irap, ma stando a quanto evidenziato anche da Il Sole 24 Ore, non sarebbe previsto un intervento sulla base imponibile.
Taglio del cuneo fiscale e nuovi aumenti in busta paga
Ma nella nuova legge di bilancio non si parla solo di taglio dell’Irpef o dell’Irap, ma è prevista anche la possibilità di un intervento volto a ridurre il cuneo fiscale.
In questo caso, sempre partendo dagli 8 miliardi di euro stanziati, si potrebbe portare il bonus da 100 euro in busta paga fino a 120 euro. Al contempo si avrebbe anche un ampliamento della platea dei beneficiari del bonus che sarebbe destinato non solo fino ai 28 mila euro di reddito ma anche oltre.
Il meccanismo di detrazione invece, che per come è strutturato adesso arriva fino ai 40 mila euro di reddito, verrebbe portato a 55 mila euro.
Se si decidesse di intervenire con il taglio del cuneo fiscale allora a trarne beneficio sarebbero però solo i lavoratori dipendenti, mentre gli autonomi resterebbero tagliati fuori. In tal senso avremmo una misura che pur rispettando il primo principio cui si dovrebbe ispirare la Legge di Bilancio 2022, quello della semplificazione, non rispetterebbe il secondo, quello dell’equità.
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