Con la nuova manovra economica il governo guidato dall’ex presidente della Bce ha stanziato in tutto circa 8 miliardi di euro per finanziare il taglio delle tasse per i lavoratori. Saranno interessati dallo stesso provvedimento tutti i contribuenti, i lavoratori che sono retribuiti con busta paga, ma anche gli stessi pensionati. Ne trarranno beneficio però solo quelli che si trovano in specifiche fasce di reddito.

La Legge di Bilancio 2021 che il governo Draghi sta ancora mettendo a punto prevede infatti lo stanziamento di 8 miliardi di euro per la prima fase della riforma fiscale con la quale si provvede ad un taglio delle imposte che gravano sui lavoratori che apparengono al ceto medio.

L’obiettivo principale dell’esecutivo, attraverso la rimodulazione delle aliquote Irpef, è quello di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio. Infatti si tratta di un intervento che abbasserà una delle aliquote intermedie di diversi punti percentuale, avvantaggiando tutti coloro che registrano un reddito annuo al i sopra di una soglia specifica.

Rimodulazione Irpef e aumenti in busta paga, per chi?

Come anticipato, questa novità non riguarda la totalità dei lavoratori e dei pensionati italiani, ma solo quelli che rientrano in una ben determinata fascia di reddito. La misura serve, come accennato, a ridurre la pressione fiscale sul ceto medio, ed è per questo che potranno beneficiare della rimodulazione dell’Irpef coloro che percepiscono un reddito compreso tra i 28 mila e i 55 mila euro annui.

È infatti questa la fascia di reddito che attualmente si trova a pagare le imposte sulla base dell’aliquota Irpef del 38% che è quella interessata dall’intervento dell’esecutivo guidato da Mario Draghi.

A trarre beneficio da questa misura saranno quindi tutti quei contribuenti che guadagnano più di 28 mila euro l’anno, e secondo i dati del ministero del Tesoro relativi al 2019 sarebbero circa il 21,2% del totale dei contribuenti, vale a dire oltre un Italiano su cinque.

Non dimentichiamo che il salto di aliquota Irpef non si applica all’intero reddito dichiarato, ma solo alla parte che eccede il tetto previsto per lo scaglione precedente.

Per fare un esempio pratico, se prendiamo un contribuente che guadagna 30 mila euro l’anno, il reddito sarà tassato sulla base dell’aliquota Irpef al 23% fino a 15 mila euro, passando al 27% per gli ulteriori 13 mila euro fino a 28 mila, e infine avremo una tassazione al 38% per i restanti 2 mila euro che portano il reddito complessivo a 30 mila annui.

Cosa succede con la rimodulazione dell’Irpef

Per avere un quadro più completo di quali siano i cambiamenti che verranno introdotti con la Legge di Bilancio 2022 attraverso la rimodulazione dell’Irpef possiamo affidarci alla simulazione elaborata da SkyTg24, che ha evidenziato quali sono le categorie che trarrebbero maggior beneficio dalla riduzione dell’aliquota Irpef che attualmente è al 38%.

Si ipotizza in questa simulazione la riduzione della suddetta aliquota, che come abbiamo visto interessa i contribuenti con reddito annuo compreso tra i 28 mila e i 55 mila euro, venga ridotta di 4 punti percentuali, e portata così al 34%.

Vediamo quindi tre situazioni ipotetiche con altrettanti lavoratori che registrano redditi diversi

  • il primo lavoratore ha un reddito di 28 mila euro e quindi non è interessato dalla rimodulazione dell’Irpef
  • il secondo lavoratore ha un reddito di 41 mila euro, quindi beneficia dello sconto fiscale derivante dalla rimodulazione della terza aliquota Irpef sulla parte di reddito eccedente i 28 mila euro, pari a 13 mila euro. Otterrebbe uno sconto di circa 500 euro l’anno.
  • il terzo lavoratore ha invece un reddito di 75 mila euro, e beneficerebbe della rimodulazione dell’aliquota Irpef sulla parte di reddito oltre i 28 mila euro che in questo caso è pari a 47 mila euro e otterrebbe quindi uno sconto fiscale di oltre 1.000 euro l’anno.

A beneficiare del taglio della terza aliquota Irpef sarebbero quindi i cittadini che appartengono al ceto medio, mentre ne resterebbero tagliati fuori, non ottenendo alcun vantaggio, i contribuenti con reddito fino a 28 mila euro. Sarebbero però avvantaggiati da questa misura, insieme ai lavoratori del ceto medio, anche tutti quei contribuenti che hanno un reddito alto.

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