Si tratta solo di una proposta, almeno per il momento, e tra i Paesi membri che l’hanno sottoscritta troviamo anche l’Italia. L’idea è quella di ridurre ulteriormente l’uso di denaro contante nel dichiarato intento di contrastare le attività illegali e l’evasione fiscale.
La proposta la troviamo in un position paper che cinque Paesi dell’Unione Europea, cioè Francia, Spagna, Italia, Belgio e Olanda, hanno inviato a Bruxelles. La richiesta è quella di eliminare dalla circolazione le banconote da 500 euro, peraltro non più in stampa da almeno due anni, ma non solo, si chiede anche un ulteriore abbassamento del tetto per i pagamenti in contanti in tutta l’Ue.
Il nuovo tetto all’uso del denaro contante dovrebbe essere ridotto, secondo i Paesi membri che si sono rivolti alla Commissione Ue, a 5.000 euro. Una modifica che per i cittadini italiani significa molto poco dal momento che nel nostro Paese l’attuale limite è decisamente più basso essendo stato fissato a 2.000 euro, senza contare che entro gennaio 2022 scenderà ulteriormente fino a quota 1.000 euro.
Via le banconote da 500 euro, ecco perché
Ma a cosa dovrebbero servire questi due interventi? Per quanto riguarda l’eliminazione delle banconote da 500 euro, la convinzione che la loro presenza favorisca fenomeni di riciclaggio di denaro è supportata dai dati pubblicati dalla Serious Organised Crime Agency che nel 2010 ha scoperto che circa il 90% delle banconote di questo taglio in circolazione in Regno Unito erano nelle mani di organizzazioni criminali.
Ecco come mai si è pensato che una soluzione potrebbe essere quella di introdurre misure in grado di portare ad una riduzione e poi ad una eliminazione delle banconote da 500 euro, dando ai cittadini il tempo per convertire queste banconote di grosso taglio con tagli più piccoli sotto la supervisione dei vari istituti di credito e della Banca Centrale.
Quanto all’utilizzo delle banconote da 500 euro comunque, la BCE aveva già smesso di produrne da almeno due anni, proprio per via delle preoccupazioni legate a presunte “pratiche illegali” connesse al loro utilizzo, ma questo naturalmente non ha impedito alle banconote già stampate di continuare a circolare.
Quando la produzione di queste banconote di grosso taglio è cessata, all’inizio del 2019, in circolazione ve ne erano circa 516 milioni di tonnellate. All’inizio del 2021, secondo i dati ufficiali, restavano in circolazione ancora 400 milioni di tonnellate di banconote da 500 euro, per un valore complessivo di circa 200 miliardi di euro.
Le banconote da 500 euro rappresentano una grossa fetta del totale delle banconote attualmente in circolazione, anche se naturalmente non sono un mezzo di pagamento comune. Nel 2019 la Finanza olandese aveva scoperto che ad usare banconote di questo taglio erano pressoché esclusivamente i trafficanti di droga.
Tetto ai pagamenti in contanti, da 10.000 a 5.000 euro
I cinque Paesi Ue che si sono rivolti alla Commissione europea per chiedere il ritiro delle banconote da 500 euro e la riduzione del tetto dei pagamenti in contanti a 5.000 euro in tutti i Paesi membri sostengono che l’eccesso di liquidità rappresenta un grave rischio.
Il denaro contante permette di pagare in forma anonima e non è un sistema di pagamento tracciabile. Fermo restando che presenta innegabilmente una lunga serie di caratteristiche che lo rendono un metodo per favorire gli scambi di merci e servizi insostituibile, viene anche utilizzato per la sua irrintracciabilità per diverse attività illecite.
Viene infatti usato il denaro contante per attività che richiedono per forza di cose il massimo anonimato come il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo, il traffico di droga e di esseri umani, o la semplice evasione fiscale.
E sarebbe questo il motivo per cui questi cinque Paesi dell’Ue chiedono all’esecutivo comunitario di abbassare il tetto dei pagamenti in contanti a 5.000 euro. L’Olanda tra l’altro chiedeva una riduzione del tetto ancora più corposa fino a scendere a quota 3.000 euro.
Attualmente il limite massimo per i pagamenti con denaro contante nell’Unione Europea è fissato a 10.000 euro, ma naturalmente ciascun Paese membro ha la possibilità di abbassare ulteriormente tale soglia autonomamente, come ha fatto l’Italia che a partire da gennaio 2022 imporrà un limite che è 10 volte più stringente di quello stabilito dall’Ue.
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