Sono attesi dei considerevoli aumenti nelle bollette di gas e luce già dal mese di ottobre. Si parla di un rincaro del 40% circa per un totale di oltre 10 miliardi di euro di spesa in più per le famiglie italiane, ai quali il governo di Mario Draghi ha pensato di far fronte stanziando tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro da erogare sotto forma di bonus.
I rincari delle bollette di gas e luce, stando alle stime più recenti e attendibili, si dovrebbero aggirare complessivamente per il 2021 intorno ai 10 miliardi di euro. Si tratta di calcoli non così semplici da fare, anche in considerazione delle frequenti fluttuazioni dei prezzi delle materie prime, che fanno riferimento agli andamenti delle quotazioni internazionali del metano e della corrente elettrica.
Gli aumenti ci accompagneranno almeno fino alla fine dell’anno ma sono previsti anche per il lungo termine, infatti secondo le previsioni interesseranno anche il biennio 2022-2023.
L’aumento dei costi addebitati nelle bollette di gas e luce partono dall’aumento del costo del metano che rappresenta una delle fonti energetiche più usate per produrre energia elettrica.
Un’altra causa va ricercata nel forte incremento dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, cioè gli Emission Trading Scheme (Ets), che in fin dei conti si possono considerare quasi come delle autorizzazioni concesse alla aziende per inquinare.
Le fluttuazioni del prezzo del gas comunque incidono sull’aumento dei prezzi delle bollette di gas e luce in misura ben superiore rispetto agli altri fattori presi in esame. Circa l’80% dell’aumento dei costi in bolletta è dovuto infatti al rincaro del metano, mentre solo il restante 20% sarebbe da attribuire all’aspetto dei certificati per inquinare.
Ed arriviamo quindi alle iniziative che il governo guidato dall’ex presidente della BCE sta valutando per ridurre l’impatto di questi aumenti sui portafogli delle famiglie italiane.
Per il momento si parla di bonus e agevolazioni sotto forma di sconti in bolletta in grado di ridurre del 30% circa l’aumento dei prezzi di gas e luce. Un simile aumento potrebbe infatti incidere negativamente sulla ripresa dell’economia che ci si aspetta per il 2022.
Ancora non vi sono certezze in merito all’effettiva introduzione di queste misure che dovranno essere valutate dal Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni. L’intrevento dovrebbe essere ripartito per un 40% sul costo dell’energia elettrica e per un 31% circa sul costo del gas per famiglie e micro imprese.
Inoltre si sta valutando la possibilità di introdurre un bonus funzionale a sostenere le famiglie con reddito basso permettendo di ottenere ulteriori sconti in bolletta ma solo se con Isee non oltre la soglia degli 8.625 euro.
Di quanto aumenteranno le bollette di gas e luce in Italia
Per l’Italia il problema dei rincari che, come abbiamo visto, è legato all’aumento del costo del gas metano, dipende prima di tutto dalla decisione di ridurre la produzione delle proprie risorse energetiche.
Una scelta che è stata fatta ormai da anni, alla quale si affianca la più recente decisione di non utilizzare i giacimenti che si trovano nel mar Adriatico, e che ora sta mostrando il rovescio della medaglia in quanto il nostro Paese per la fornitura di gas metano deve affidarsi ad altri Paesi.
Il restante 20 per cento dell’aumento dipende come accennato dai rincari dei certificati Ets. Si tratta di un sistema istituito nel 2005 che prevede ogni anno l’assegnazione delle quote di emissioni di CO2 alle aziende. Una volta superato il limite di spesa è prevista la possibilità per le aziende di acquistare quote da altre realtà aziendali in modo da evitare il meccanismo sanzionatorio.
Con direttive europee sempre più stringenti in fatto di emissioni inquinanti si assiste ad una sempre più elevata richiesta di quota CO2 Ets, e questo porta ad un aumento dei prezzi delle stesse.
L’alternativa delle energie rinnovabili sulla quale si tenta di puntare con sempre maggiore impegno purtroppo non è ancora in grado di sopperire allo squilibrio che si è venuto a creare per via di questo sistema e a farne le spese sono alla fine dei conti i consumatori finali e le famiglie che si trovano a fare i conti con rincari delle bollette senza precedenti.
Il progetto resta quello di rimpiazzare le centrali a gas con le energie rinnovabili, ma si tratta di un obiettivo che sarà possibile raggiungere solo nel lungo periodo. In Italia in particolare negli ultimi tre anni si è palesato un evidente gap rispetto agli altri grandi Paesi dell’Ue con un rallentamento nelle nuove installazione dovuti a problemi nelle autorizzazioni.
Il risultato è che dovremo fare affidamento sul gas metano (proveniente da altri Paesi) per un periodo di tempo superiore al previsto. In questo quadro il 2020 si presenta come un anno anomalo, con una contrazione dei consumi di energia dovuto a lockdown e alle restrizioni imposte nell’ambito della pandemia di Covid-19.
Nel 2020 si è registrato infatti un netto calo della domanda ed una riduzione dei prezzi, ma per il 2021 le previsioni sono completamente diverse. Si stima che in Italia la spesa energetica totale a fine 2021 raggiunga complessivamente tra i 52,5 e i 53 miliardi di euro rispetto ai 43 miliardi del 2019, ultimo anno prima della pandemia.
Quali sono le contromisure al vaglio del governo Draghi
L’idea al vaglio dell’esecutivo è quella di stanziare tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro per misure che permettano alle famiglie, in particolare a quelle con reddito basso, di ottenere uno sconto sul prezzo finale delle bollette di gas e luce.
Dal momento che l’aumento previsto per gli Italiani è stato stimato complessivamente intorno ai 10 miliardi di euro, con le risorse che l’esecutivo metterà a disposizione dovrebbe essere possibile coprire almeno il 30% circa del rincaro.
Le soluzioni, che saranno presentate al Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, dovrebbero rendere possibile un intervento in grado di incidere nella misura del 40% sul rincaro per l’energia elettrica e del 31% sul rincaro per il gas.
Ma in che modo sarà possibile raccogliere le risorse necessarie a mettere in campo queste misure? Una parte, pari a circa 750 milioni di euro, dovrebbe arrivare dalle aste della CO2 che già a partire dal mese di luglio avevano permesso di calmierare gli aumenti dei prezzi.
La maggior parte delle risorse però dovrebbe arrivare dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che attingerà alle risorse stanziate per bonus e agevolazioni messi in campo nell’ambito della pandemia e non utilizzati.
Non vi sono tuttavia certezze in merito, infatti lo stesso ministro del Tesoro Daniele Franco aveva espresso nei giorni scorsi il parere che quelle risorse dovrebbero essere destinate all’abbattimento del deficit accumulato durante lo scorso anno e mezzo.
Tra le ipotesi che erano state fatte nei giorni scorsi anche quella che il ministero della transizione ecologica e il ministero del tesoro avrebbero operato un taglio dell’Iva al 4% contro il 10% attuale che si applica alle utenze domestiche dell’energia elettrica e in certa misura anche del gas.
Soluzione questa che incontrava il parere favorevole di Matteo Salvini che chiedeva di sterlizzare l’Iva in bolletta anche in vista della riforma del fisco cui il governo sta effettivamente lavorando ormai da mesi.
Quali saranno i bonus per le bollette di gas e luce per le famiglie
Uno degli interventi che l’esecutivo Draghi sta valutando prevede un bonus destinato alle famiglie con reddito basso in linea con il bonus sociale per nuclei familiari con Isee entro la soglia degli 8.625 euro.
Stando ai numeri forniti da Assoutenti nel 2020 a beneficiare degli sconti sulla bolletta dell’energia elettrica sono state in tutto 854.900 famiglie.
Oltre al bonus per le famiglie con reddito basso si pensa anche alla possibilità di seguire l’esempio della Spagna dove il governo di Pedro Sanchez avrebbe stanziato circa 4 miliardi di euro per attutire l’impatto dei rincari sulle bollette di gas e luce.
Il governo di Madrid avrebbe deciso di tassare i produttori di energia idroelettrica e nucleare, che non hanno subito gli effetti dei rincari e hanno invece realizzato utili straordinari per via degli aumenti dei prezzi dell’energia. Quello della Spagna tuttavia è un caso isolato in Ue, in controtendenza rispetto alle varie scelte prese dagli altri Paesi membri per ridurre l’impatto del rincaro sulla ripresa economica.
Le novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2022
Un primo intervento per fronteggiare il rincaro dovrebbe essere approvato entro la giornata di giovedì, e dovrebbe trattarsi di una misura “tampone” attraverso la quale dovrebbe essere possibile replicare il meccanismo che era stato usato a luglio e che aveva permesso di ridurre l’impatto degli aumenti sulla spesa delle famiglie.
In quell’occasione erano stati stanziati 1,2 miliardi di euro per attutire l’impatto degli aumenti di gas e luce ma al tempo stesso si rimandava un intervento più corposo che avrebbe permesso di applicare misure adatte anche al medio e lungo periodo.
Le soluzioni vere e proprie dovrebbero iniziare ad arrivare con l’approvazione della Legge di Bilancio 2022 che dovrebbe prevedere lo spostamento di questi costi sotto altre voci di bilancio come concordato con la Commissione Ue nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Alcune proposte hanno continuato ad arrivare negli ultimi tempi anche dall’ARERA (Autorità di Regolazione per l’Energia. le Reti e l’Ambiente), con le quali si indicava la strada della razionalizzazione e di una maggiore trasparenza dei costi del mercato dell’energia con l’eliminazione degli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibili e finalizzati al contrasto della povertà energetica.
L’Arera chiede quindi la cancellazione dalla bolletta dell’energia elettrica di tutti gli oneri di sistema che non sono direttamente connessi ad obiettivi di sviluppo sostenibile e di contrasto alla povertà energetica.
Tra i costi in bolletta derivanti dagli oneri che secondo l’Arera andrebbero soppressi troviamo, nonostante una prima razionalizzazione, l’Asos e l’Arim. Il peso di questi oneri sul piano fiscale nell’ultimo aggiornamento trimestrale si aggirava intorno al 10,7% suil totale del costo per l’energia elettrica, e diventava il 4,7% nel caso di bolletta del gas.
A pesare sono soprattutto l’Iva (che potrebbe scendere dal 10 al 4% come accennato prima) e le accise, che pesano per il 12,6% nella bolletta della luce ma soprattutto su quella del gas dove sono riportate anche le addizionali regionali. Per quanto riguarda il taglio o la sterilizzazione dell’Iva in bolletta però il governo italiano deve agire di concerto con Bruxelles.
Discorso a parte, ma che comunque riguarda i costi in bolletta, è quello del canone Rai che per il momento continua ad essere addebitato in questa modalità nonostante vi siano chiare indicazioni dalle autorità Ue che indicano una direzione ben diversa.
In questo quadro alquanto variegato e incerto si va a collocare il bonus sociale che permette alle famiglie con reddito basso di ottenere degli sconti automatici in bolletta. Bonus sociale del quale beneficiano al momento circa 3 milioni di famiglie, che potrebbe essere esteso ad una platea più ampia alzando la soglia di reddito entro la quale si ha diritto all’agevolazione.
Non solo, restando sul bonus sociale non è da escludere che l’esecutivo decida anche di ampliare l’entità dell’assegno a tutti i beneficiari, ma anche in questo caso di certezze ve ne sono ancora ben poche.
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