Le attività di controllo condotte congiuntamente dall’Inps e dall’Agenzia delle Entrate interesseranno in particolare i professionisti, titolari di partita Iva, che sono tenuti a versare i contributi previdenziali alla Gestione Sperata Inps.

Ed è proprio questo lo scopo dell’Operazione Poseidone, cioè quello di verificare il corretto versamento dei contributi dovuti dagli iscritti. A finire sotto la lente del fisco saranno come accennato i professionisti con partita Iva, e più esattamente si prenderà in esame l’anno 2015.

L’INPS ha comunicato quanto sopra brevemente esposto a grossi tratti con il messaggio n. 2903/2021. Viene specificato che la procedura di predisposizione delle comunicazioni indirizzate ai titolari di partita Iva è stata ultimata sulla base dell’incrocio dei dati presenti nelle banche dati dell’Inps e dell’Agtenzia delle Entrate.

Sono entrambi gli enti a condurre in modo congiunto l’Operazione Poseidone infatti, e lo scopo è quello di contestare il mancato versamento dei contributi dovuti dai titolari di partita Iva tenuti all’iscrizione alla Gestione Separata Inps.

Base da cui si parte per i controlli è la tipologia di reddito indicato nella dichiarazione. Saranno oggetto dei controlli i redditi derivanti da attività di arti e professioni, con l’intenzione di verificare se risultano versati i contributi presso le casse private come la Cassa Forense o la Cassa dei commercialisti, e presso la Gestione Separata dell’Inps. In caso di riscontro di anomalie partiranno gli avvisi di accertamento dell’Inps.

I controlli dell’Inps riguarderanno l’anno d’imposta 2015

Il primo aspetto da sottolineare per chi ritiene di poter essere interessato dai controlli che verranno avviati con l’Operazione Poseidone è che ad essere messe sotto osservazione saranno le dichiarazioni dei redditi 2016, cioè quelle relative all’anno d’imposta 2015.

Ne troviamo conferma nel messaggio del 19 agosto 2021 nel quale viene specificato che le operazioni di elaborazione degli accertamenti e di invio delle comunicazioni di debito sono state effettuate tenuto conto dei dati indicati nella dichiarazione dei redditi 2016 sulla base dei quali:

  • non risulta essere stato compilato il quadro RR
  • non risulta effettuato il versamento dei contributi alla Gestione Separata Inps

Quando entrambe le condizioni si verificano il titolare di partita Iva riceve un invito di iscrizione alla Gestione Separata INPS accompagnato dal conto dei contributi dovuti ma non versati più le relative sanzioni.

Nel messaggio dell’Inps viene evidenziato che nel caso di avvio di contestazioni nei riguardi di contribuenti che non risultano in regola sotto i suddetti aspetti, si terrà conto delle sentenze emanate nel corso degli anni riguardanti proprio l’Operazione Poseidone con le quali è stato ribadito l’obbligo del versamento contributivo alla Gestione Separata Inps in quei casi in cui non vengono versati i contributi a specifiche casse previdenziali di categoria.

Prendiamo ad esempio le sentenze n. 30344 e n. 20345 della Corte di Cassazione con le quali viene ribadito l’obbligo per i professionisti con partita Iva di effettuare l’iscrizione e relativi versamenti alla Gestione Separata. Nello specifico si prende in esame il caso degli ingegneri che svolgono anche attività di lavoro subordinato.

Le suddette sentenze chiariscono che il versamento del solo contributo integrativo alla Cassa professionale non esonera dall’iscrizione alla Gestione Separata Inps e dal versamento dei relativi contributi per le attività non coperte dalla Cassa di categoria.

Anche la sentenza della Corte di Cassazione n. 32167 del 12 dicembre 2018 va a confermare questa linea, disponendo l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata Inps per gli avvocati iscritti obbligatoriamente alla Cassa Forense con il solo versamento del contributo integrativo.

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