Se da una parte abbiamo alcune forze politiche che continuano a sostenere che il Reddito di Cittadinanza debba essere cancellato, dall’altra vediamo che si sta invece lavorando per il suo miglioramento con delle modifiche volte a rendere questa misura più equa ed efficace.

Con queste finalità sono state introdotte alcune novità inserite nel decreto del ministero del Lavoro che è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 luglio. Il decreto fissa nuove regole per quel che riguarda la distribuzione dei soldi che spettano ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza, sulla base delle quali non vi sarà più necessariamente un unico destinatario del sussidio per nucleo familiare.

Il Reddito di cittadinanza diventa un reddito “individuale”

Il Reddito di Cittadinanza di fatto cessa di essere corrisposto ad un unico componente per l’intero importo spettante al nucleo familiare cui appartiene, ma diventa un reddito individuale. Ciò vuol dire che ogni componente che abbia raggiunto i 18 anni di età riceverà la propria quota del RdC sulla propria carta Postamat.

Ad ogni componente maggiorenne del nucleo familiare spetterà la ricarica stabilita sulla base della scala di equivalenza, il che significa che ciascuno potrà disporre delle proprie somme in maniera autonoma e indipendente.

Fino ad oggi il Reddito di Cittadinanza veniva riconosciuto sulla base dell’Isee dell’intero nucleo familiare, ed erogato su unica carta Postepay intestata generalmente a quel componente del nucleo che ha presentato la domanda per il sussidio.

Come funziona il Reddito di Cittadinanza con le nuove modalità di pagamento

Le modifiche che riguardano le modalità con cui il Reddito di Cittadinanza viene erogato sono state inserite nel decreto 30 aprile 2021, divenuto legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 luglio.

Si tratta di un cambiamento che era nell’aria da un po’, e che arriva a ridosso del lancio del nuovo sussidio per i figli a carico, l’assegno universale unico che arriverà insieme alla ricarica di pagamento del reddito di cittadinanza.

Era infatti proprio l’introduzione dell’assegno unico universale, con accredito degli importi sulla stessa carta del reddito di cittadinanza, a far scattare la necessità di intervenire sulle modalità di erogazione della misura di sostegno al reddito fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle.

Le perplessità emerse in tale contesto riguardavano soprattutto i limiti di prelievo che per il RdC erano sempre rimasti fissati ad un massimo di 100 euro al mese. Gli importi previsti nell’ambito dell’assegno unico universale per i figli a carico sarebbero stati infatti accreditati sulla stessa carta nel caso dei beneficiari del RdC, e questo avrebbe sottoposto agli stessi limiti di prelievo anche queste somme.

Si sarebbe creata una profonda disuguaglianza di trattamento rispetto a chi, non essendo beneficiario del reddito di cittadinanza, avesse ricevuto i soldi previsti per l’assegno universale unico direttamente su conto corrente. Questi ultimi infatti avrebbero potuto prelevare il denaro senza alcun limite, a differenza dei beneficiari del RdC, e spendere le somme senza gli stringenti vincoli previsti per il RdC.

Cosa cambia all’indomani dell’entrata in vigore del nuovo decreto del ministero del Lavoro? Ogni componente maggiorenne del nucleo familiare cui spetta il Reddito di Cittadinanza, riceve la propria quota del sussidio e di conseguenza avrà una carta personale ad egli intestata su cui verranno accreditate mensilmente le somme. 

Le nuove carte del Reddito di cittadinanza verranno distribuite a seconda delle richieste che potranno essere presentate anche in un secondo momento rispetto alla presentazione della domanda. Ciò vuol dire che coloro che già ricevono il sussidio possono in qualsiasi momento richiedere una nuova card intestata ad uno dei membri del nucleo familiare.

Anche per l’assegno unico si prevede di dividere le somme tra tutti e due i genitori i quali avranno poi la possibilità di disporne a proprio piacimento, e contestualmente avremo l’aumento dei limiti per i prelievi di contanti.

Cosa succede in caso di decesso del titolare del Reddito di Cittadinanza

Tra le novità che sono state introdotte con il nuovo decreto, una riguarda i casi di morte del titolare del sussidio. Se si tratta di singolo beneficiario, quindi nucleo familiare composto da una sola persona, in caso di decesso gli eredi non hanno diritto ad alcun arretrato, ed il beneficio decade in maniera automatica ed immediata, indipendentemente da quante mensilità restassero da pagare.

Se invece l’intestatario del Reddito di Cittadinanza è uno dei componenti di un nucleo familiare composto da due o più persone, al suo decesso il sussidio continuerà ad essere pagato ad uno dei membri maggiorenni, al quale spetteranno anche eventuali mensilità arretrate.

Come si fa per richiedere la card aggiuntiva per il Reddito di Cittadinanza

Se si tratta di un nuovo beneficiario del Reddito di Cittadinanza, la carta indivuduale per ciascun componente del nucleo familiare può essere richiesta contestualmente alla domanda del sussidio. Si potrà avere una card per singolo membro maggiorenne del nucleo familiare.

Se in genere veniva indiviuato un solo nominativo come beneficiario del Reddito di Cittadinanza che in genere coincideva con chi presentava la domanda per il sussidio, o in base alle intestazioni che risultano dal certificato ISEE, o dal contratto di affitto o dall’intestatario del mutuo, ora ciascun componente può avere la propria card e l’accredito della quota di reddito spettante.

Quanto alle modalità con cui il sussidio verrà erogato invece non ci saranno cambiamenti. Eventuali somme riconosciute con il reddito di cittadinanza a copertura di spese relative al canone d’affitto o al mutuo della casa continueranno ad essere erogate come fino ad oggi con apposita ricarica destinata all’intestatario del contratto di locazione o del mutuo.

Ad essere ripartite tra i vari componenti del nucleo familiare saranno in particolare le quote relative all’integrazione al reddito e quelle per i figli a carico, che verranno assegnate a ciascuno dei componenti che avrà fatto richiesta per la card aggiuntiva in base alla scala di equivalenza.

Ogni famiglia che riceve una ricarica mensile di importo superiore a 200 euro può fare richiesta per la card aggiuntiva. Una volta che la richiesta è stata inoltrata non sarà possibile revocarla a meno che non intervengano dei cambiamenti che riguardano la composizione del nucleo familiare.

Ciascun membro del nucleo familiare che ha già compiuto i 18 anni avrà quindi la propria carta prediposta per pagamenti e prelievi. La card aggiuntiva sarà individuale, e permetterà di disporre delle somme spettanti nelle modalità previste dalla legge.

Le possibilità di prelevare contanti di fatto finiscono col raddoppiare e anche la cifra disponibile aumenta di conseguenza. Non cambiano invece le altre regole su quali spese possono essere effettuate e i limiti che riguardano i bonifici mensili ma soprattutto non cambia niente per quel che concerne le modalità di accredito.

Quali sono i nuovi limiti di prelievo contanti per il Reddito di Cittadinanza

Fino ad oggi il limite per i prelievi di contanti dalla carta del Reddito di cittadinanza era fissato a 100 euro per ciascun adulto all’interno del nucleo familiare. Con le modifiche introdotte con l’entrata in vigore del decreto del ministero del Lavoro pubblicato il 20 luglio scorso in Gazzetta Ufficiale questi limiti possono arrivare persino a raddoppiare.

Dall’importo totale erogato tra Reddito di Cittadinanza e Assegno universale unico si devono sottrarre gli importi che andranno a coprire le spese per il canone d’affitto e per il pagamento di eventuale mutuo.

Sulla restante parte dei soldi che spettano al nucleo familiare verranno calcolate le quote per i figli, che comprendono i soldi per l’integrazione stessa al reddito familiare. Ed ognuno dei componenti maggiorenni che avrà richiesto la card aggiuntiva riceverà la propria quota e potrà prelevare una data somma in contanti mensilmente.

In questo modo i limiti per i prelievi di contanti dalla carta del Reddito di Cittadinanza aumentano considerevolmente. Infatti prima il limite era fissato a 100 euro per singolo componente, maggiorato di 40 euro per maggiori di 18 anni.

Adesso invece nel caso di una famiglia composta da due adulti il limite per i prelievi di contanti dalla card del RdC sale da 140 a 200 euro al mese. Sono 100 euro a persona indipendentemente dalla presenza o meno di figli minori, e se nel nucleo familiare vi sono più di due adulti il limite sale di 80 euro al mese per ogni card nominativa del reddito di cittadinanza.

In questo modo, visto l’arrivo degli accrediti previsti dall’assegno universale unico, per i genitori sarà più facile gestire le somme accreditate per le spese quotidiane dei figli a carico.

Come si può spendere il reddito di cittadinanza, cosa cambia

Nonostante l’introduzione di tutte queste novità che riguardano il reddito di cittadinanza e al tempo stesso anche l’assegno unico universale, alcune regole restano invariate, come ad esempio quelle che stabiliscono in che modo si possono spendere i soldi sulla carta del RdC.

Dal momento che il sussidio continua ad essere erogato come misura a sostegno del reddito delle famiglie in difficoltà, ed è una misura che nasce per contrastare la povertà, continuano ad essere validi tutti quei limiti di spesa per i beneficiari del sussidio.

Per non incorrere in blocchi del reddito di cittadinanza e sanzioni, conviene non dimenticare queli sono i paletti che stabiliscono in che modo si possono spendere i soldi sulla card. Non dimentichiamo che una volta prelevate le somme in contanti previste dalle nuove regole, gli importi che restano sulla carta devono essere interamente spesi entro la fine del mese.

Non conviene lasciare soldi sulla carta alla fine del mese, non solo perché questi importi vengono azzerati con il nuovo accredito, ma anche perché potrebbero portare ad una riduzione degli importi riconosciuti al beneficiario nei mesi successivi.

In ogni caso i soldi sulla card del reddito di cittadinanza possono essere spesi solo per acquistare beni e servizi ritenuti di prima necessità. In generale si devono tassativamente evitare acquisti di beni e articoli di lusso.

Non sono molti gli articoli che non si possono comperare con il credito sulla carta del RdC, tra questi ricordiamo soprattutto tabacchi, giochi a premi che prevedono vincite in denaro, iscrizioni a club privati, gioielli e preziosi, armi.

La carta del reddito di cittadinanza può essere utilizzata in tutti i negozi che offrono ai propri clienti la possibilità di pagare con metodi di pagamento tracciabili quali carte di credito, di debito, prepagate e bancomat.

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