Una volta messo da parte, almeno temporaneamente, il meccanismo del cashback di Stato e con esso il Super cashback, il governo di Mario Draghi ha deciso di mettere in campo nuove misure per incentivare l’utilizzo di metodi di pagamento elettronici, e tra questi spicca il cosiddetto bonus Bancomat.
Il bonus Bancomat è uno strumento che nasce con lo scopo di incentivare all’utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili come previsto dal decreto legge n. 99 del 30 giugno 2021. Il target di questa misura introdotta dall’attuale esecutivo è quello dei lavoratori con partita Iva, ed in particolare i titolari di quelle attività commerciali che offrono beni e servizi ai consumatori finali.
A chi è destinato e come funziona il bonus Bancomat
Anche il governo Draghi, come prima di esso il governo Conte bis tenta di incoraggiare, seppur con sistemi diversi, l’uso di moneta elettronica. La ‘ratio’ di fondo è la stessa: se si dirotta la maggior parte delle transazioni su sistemi tracciabili diventa sempre più difficile eludere il fisco.
Ma se il meccanismo del Cashback introdotto da Giuseppe Conte andava a premiare sia gli esercenti che i consumatori finali, il bonus Bancomat è diretto solo ai primi.
Possono accedere a questo incentivo solo i titolari di partita Iva che “effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizio nei confronti di consumatori finali, nel caso di utilizzo di mezzi di pagamento elettronico collegati ai registratori di cassa o a strumenti evoluti di pagamento”.
Ma in cosa consiste il bonus Bancomat? Di fatto si tratta di crediti d’imposta riconosciuti per l’acquisto o il noleggio da parte del titolare di partita IVA di dispositivi di pagamento elettronici ovvero in grado di memorizzare ed inviare i dati direttamente all’Agenzia delle Entrate. Il bonus Bancomat 2021 prevede anche l’azzeramento delle commissioni per tutte le transazioni effettuate tramite questi dispositivi.
La platea di potenziali beneficiari del bonus Bancomat quindi non è poi così estesa, essendo circoscritta ad una parte dei lavoratori con partita IVA. L’idea dell’esecutivo sarebbe quella di incentivare l’utilizzo di metodi di pagamento tracciabili, e di farlo alleggerendo il carico per i commercianti che sono le categorie più danneggiate dalla politica di chiusure dello stesso esecutivo.
Quali sono gli importi del bonus Bancomat
Nel caso in cui il titolare di partita IVA che rientra tra i potenziali beneficiari del bonus Bancomat decida di acquistare o noleggiare dispositivi per pagamenti elettronici nel 2022 gli viene riconosciuto un contributo di 320 euro.
La percentuale che si può applicare dipende dal fatturato dichiarato nell’anno di imposta precedente come illustrato di seguito:
- il 100% per ricavi e compensi fino a 200 mila euro
- il 70% per ricavi e compensi tra 200 mila e 1 milione di euro
- il 40% per ricavi e compensi tra 1 e 5 milioni di euro.
I titolari di partita Iva che decidono per la prima volta di dotarsi di strumenti di pagamento elettronici è previsto poi un altro incentivo, vale a dire un credito di imposta di 160 euro.
Ci sono però delle limitazioni che variano a seconda della fascia di fatturato nella quale si colloca il beneficiario:
- per ricavi complessivi tra 1 e 5 milioni di euro un credito d’imposta pari al 10% della spesa sostenuta
- per ricavi complessivi tra 200 mila e 1 milione di euro un credito d’imposta pari al 40% della spesa sostenuta
- per ricavi complessivi fino a 200 mila euro un credito d’imposta pari al 70% della spesa sostenuta.
Come fare per richiedere il bonus Bancomat 2021
A differenza di quanto accadeva con il Cashback di Stato e con la Lotteria degli Scontrini, nel caso del bonus Bancomat non occorre effettuare la registrazione su nessun sito, né scaricare alcuna app.
Tutto quel che si deve fare per richiedere il bonus Bancomat 2021 è soddisfare i requisiti previsti che danno diritto al rimborso del 100% delle commissioni. Dal momento che le strumento digitale utilizzato per le transazioni memorizzerà e comunicherà le varie transazioni effettuate, il conteggio del rimborso avverrà in maniera automatica sotto forma di credito d’imposta direttamente in dichiarazione dei redditi.
Per quanto riguarda invece l’acquisto o il noleggio del dispositivo elettronico attraverso il quale sono resi possibili i pagamenti tracciabili è sufficiente documentare la spesa sostenuta.
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