L’Assegno Universale Unico per i figli è una delle misure per le quali vi è stata grande attesa in quest’ultimo periodo. Si tratta di quella misura a sostegno del reddito delle famiglie con determinate soglie Isee che a partire dal 1° luglio ingloba buona parte dei precedenti aiuti e bonus per la famiglia.

L’Assegno Universale Unico è rivolto a tutte le famiglie con Isee entro il tetto dei 50.000 euro, e per l’intera durata del secondo semestre 2021, vale a dire per il periodo che va da luglio a dicembre, si presenta nella sua forma transitoria, mentre a partire dal 1° gennaio 2022 la platea sarà ulteriormente ampliata.

Quanto a quali siano i potenziali beneficiari dell’Assegno Unico per i Figli abbiamo visto che il primo elemento da tenere in considerazione è il reddito Isee, ma non è solo sulla base di questo che viene calcolato l’importo bensì su altri fattori che stiamo per vedere nel dettaglio.

Come si calcola l’importo dell’Assegno Unico per i Figli

Come si calcola quindi l’importo dell’Assegno Unico nella sua forma transitoria, e come si calcolerà quando sarà a pieno regime nella sua forma universale? In entrambi i casi l’importo dipende principalmente da due fattori che sono:

  • il numero dei figli a carico nel nucleo familiare del richiedente
  • il valore della certificazione ISEE relativa all’anno in cui si effettua e in corso i validità

Per quel che riguarda l’assegno unico per i figli quindi non possiamo parlare di un importo unico predefinito, in quanto lo stesso cambia in base alle variazioni nei due aspetti sopra indicati. Più alto il numero dei figli a carico e più basso risulta l’Isee, maggiore sarà l’importo dell’assegno unico.

Sulle somme erogate con l’assegno unico incide anche la presenza di eventuali altri sussidi percepiti dal nucleo familiare, come ad esempio il reddito di cittadinanza. In ogni caso tutti i redditi percepiti dai vari componenti del nucleo familiare fanno cumulo per calcolare l’importo dell’assegno unico per i figli, a cominciare naturalmente da quelli dei genitori o del genitore cui i figli sono affidati.

Nel calcolo dell’importo dell’assegno unico si deve tener conto unicamente degli importi assoggettati all’Irpef a loro, eliminate quindi voci quali detrazioni d’imposta, oneri deducibili e ritenute erariali.

Per eseguire un calcolo corretto dell’importo dell’assegno unico all’interno della domanda e della certificazione Isee è necessario indicare i redditi per i quali non è necessario il pagamento dell’imposta o che sono soggetti alla ritenuta alla fonte a titolo di imposta o imposta sostitutiva nel caso in cui si tratti di un importo totale superiore ai 1.032,91 euro.

L’ISEE che si prende in considerazione per stabilire anzitutto se vi sono i requisiti reddituali per accedere alla misura, e in secondo luogo per avviare il calcolo dell’importo da erogare a titolo di assegno unico, è quello dell’ultimo anno fiscale di riferimento.

Ciò vuol dire che l’importo dell’assegno sarà strettamente collegato al totale dei redditi relativi all’anno fiscale, cioè al periodo di tempo compreso tra il 1° luglio ed il 30 giugno dell’anno seguente.

Per fare un esempio pratico diciamo che nel momento in cui si va a fare domanda per l’assegno unico per il periodo che va dal 1° gennaio al 30 giugno, il reddito che verrà preso in considerazione sarà quello di due anni prima. Mentre se si fa domanda per ricevere l’assegno nel secondo semestre allora si farà riferimento all’anno fiscale precedente.

Quali redditi non vengono presi in considerazione per il calcolo dell’assegno unico

Per calcolare l’importo da erogare a titolo di assegno unico per i figli alcuni redditi non vengono presi in considerazione. Nello specifico ad essere escluse sono le seguenti tipologie di reddito:

  • TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e tutte le eventuali anticipazioni richieste dal lavoratore dipendente al proprio titolare
  • I trattamenti di famiglia che spettano a norma di legge
  • Le rendite vitalizie che vengono erogate dall’INAIL, tra cui ad esempio la pensione di guerra o quella dovuta ai militari in leva che sono stati vittima di infortunio
  • Indennità di accompagnamento per invalidi civili o per varie tipologie di invalidità, tra cui quella per i ciechi civili assoluti, i minori invalidi e i pensionati con inabilità
  • Le indennità di comunicazione per sordi e le indennità speciali per i ciechi parziali
  • Gli arretrati afferenti alla cassa integrazione
  • Tutte le altre formule che non si cumulano per il reddito fiscalmente tassabile.

Come varia l’importo dell’assegno unico in caso di genitori conviventi, separati o divorziati

In caso di genitori conviventi ma non sposati il calcolo dell’importo dell’assegno familiare presenta alcune differenze. In questo cas, come indicato all’articolo 1, commi 36 e 37 della legge 20 maggio 20116 numero 76, si deve fare riferimento al reddito derivante dalla somma dei singoli redditi di cuascun genitore e si calcola dopo la stipula del contratto di convivenza come normato dall’articolo 1, comma 50 della legge 76/2016.

Vi è poi il caso dei genitori separati o divorziati ma con affidamento condiviso dei figli, caso in cui entrambi i genitori hanno diritto a ricevere l’assegno unico per i figli a carico. Il suo importo viene in questo caso calcolato dopo la stipula di un accordo tra i due genitori sulla base del quale si stabilisce quale delle due parti presenterà la prestazione di lavoro di riferimento. 

Se le due parti non raggiungono un accordo sarà il genitore convivente con i minori a fare richiesta e ad essere intestatario dell’assegno unico per i figli a carico e a ricevere quindi l’accredito dell’importo corrispondente.

Come varia l’importo dell’assegno unico per figli a carico in caso di reddito di cittadinanza

Anche i nuclei familiari che ricevono il reddito di cittadinanza possono beneficiare dell’assegno unico per i figli a carico dal momento che rientrano nelle soglie Isee previste come primo requisito.

Il Reddito di Cittadinanza e l’assegno unico per i figli a carico sono quindi misure tra esse compatibili, in questo caso però l’importo che verrà erogato dall’Inps non corrisponderà esattamente alla somma delle due forme di sostegno, ma sarà ricalcolato dall’Istituto stesso.

I nuclei familiari che percepiscono il RdC infatti non hanno bisogno di presentare la domanda per poter accedere alla misura dell’assegno unico per i figli, in quanto l’importo spettante verrà erogato in maniera automatica dall’Inps.

Ma che tipo di calcolo effettuerà l’Inps per stabilire l’importo da erogare in questo caso specifico? Verrà fatta la sottrazione dall’importo complessivo della quota del reddito di cittadinanza attribuibile ai soggetti minori presenti in famiglia.

L’Inps quindi prenderà in considerazione la cosiddetta “scala di equivalenza” che come stabilito dall’articolo 2, comma 4 del decreto legge 28 gennaio 2019 numero 4, quantifica il peso di ciascun membro del nucleo familiare sull’importo erogato complessivamente con il reddito di cittadinanza.

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