Tra i vari emendamenti che hanno apportato modifiche al testo originale del decreto Sostegni bis, ve ne sono alcuni che hanno permesso l’introduzione di nuovi aiuti economici sia per le famiglie che per i lavoratori e soprattutto le imprese.
L’attuale situazione dell’economia italiana impone di spingere la ripresa attraverso aiuti sostanziosi in grado di risollevare in particolare quelle attività che sono state maggiormente penalizzate dalla politica di chiusure e limitazioni in chiave anti-Covid con cui sia il precedente che l’attuale esecutivo hanno deciso di affrontare l’emergenza pandemica.
Nel decreto Sostegni bis quindi troviamo alcuni aiuti a fondo perduto che non erano previsti nel testo originale e che sono arrivati nel corso del suo iter di trasformazione in legge.
Per i contributi poi abbiamo una platea di beneficiari che risulta estesa rispetto a quella iniziale, infatti nel pacchetto degli emendamenti approvati dalla Commissione Bilancio della Camera troviamo per l’esattezza un tris di aiuti per le partite IVA che raggiungono anche quelle attività che hanno registrato ricavi o compensi di importo complessivo compreso tra 10 e 15 milioni di euro.
Non si tratta a dire il vero di una novità assoluta dal momento che la norma aveva già fatto ‘capolino’ nella prima stesura per poi sparire e riapparire ora durante l’iter parlamentare di conversione in legge del decreto Sostegni bis.
Non ci si aspettava tra l’altro che la misura venisse inserita nel testo poco prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, con la previsione però di erogare i contributi a fondo perduto anche alle imprese con ricavi o compensi tra i 10 e i 15 milioni di euro solo nel caso in cui ci si fosse ritrovati con risorse in eccedenza. Il Dl Lavoro approvato in Cdm il 30 giugno invece aveva abrogato la norma.
Contributi a fondo perduto: cosa prevede ora il decreto Sostegni bis
A definire in che modo e a chi verranno erogati i contributi a fondo perduto è il comma 30 bis dell’articolo 1 che dovrebbe essere inserito nel testo definitivo del decreto Sostegni bis, nel quale si legge che gli aiuti saranno erogati anche ai soggetti con ricavi o compensi che superano i 10 milioni di euro fino a 15 milioni di euro.
Si ottiene in questo modo un notevole ampliamento della platea dei beneficiari che è stata di volta in volta estesa. Inizialmente la soglia di ricavi o compensi era stata fissata a 5 milioni di euro, ed era stata portata dal primo decreto Sostegni fino a 10 milioni mentre ora, come vediamo, si arriva addirittura a 15 milioni.
Le tre tipologie di contributi a fondo perduto
A ricevere i contributi a fondo perduto saranno quindi anche le imprese con ricavi o compensi compresi tra 10 e 15 milioni di euro, grazie all’introduzione di tre tipologie di aiuti:
- Contributo a fondo perduto standard: questo contributo, secondo quanto stabilito dal primo decreto Sostegni prevede che si applichi il 20% o una percentuale diversa e inferiore rispetto agli altri destinatari, alla differenza tra il fatturato medio mensile registrato nel 2020 e il fatturato medio mensile del 2019. In questo caso scatta in automatico anche il pagamento delal seconda tranche gemella prevista dal secondo decreto Sostegni
- Contributo a fondo perduto alternativo: in questo caso il calcolo viene fatto applicando ancora la percentuale del 20% ma ad un periodo di riferimento diverso, cioè quello che va dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021, rapportato a quello compreso tra il 1° aprile 2019 ed il 31 marzo 2020. In questo caso è previsto che l’importo si vada a sommare a quello previsto dal primo decreto Sostegni, ma non è previsto invece il contributo previsto dal secondo decreto Sostegni.
- Contributo a fondo perduto alternativo: questa tipologia di aiuti è destinata solo ai soggetti che non possono accedere al contributo standard e viene determinato in misura pari all’importo ottenuto applicando la percentuale del 30% alla differenza tra il fatturato medio mensile del periodo che va dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021. e quello del periodo che va dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020.
L’erogazione di una tipologia di contributo, come abbiamo visto, non esclude necessariamente l’erogazione di un’altra delle tre. Ed è per questo che si potranno avere diverse combinazioni di aiuti.
- Contributo standard e pagamento automatico dello stesso importo come previsto dal decreto Sostegni bis
- Contributo standard e contributo alternativo ma senza il pagamento della seconda tranche
- Contributo alternativo con una percentuale del 30%.
Contributi a fondo perduto estesi anche a imprese con 10-15 milioni di fatturato
I contributi a fondo perduto previsti dal decreto Sostegni bis raggiungeranno quindi anche le imprese con compensi o corrispettivi compresi tra 10 e 15 milioni di euro, ma quali sono i requisiti che bisogna avere per accedere a questi aiuti economici? Non ci sono grandi novità.
Le imprese più grandi che vorranno richiedere i contributi a fondo perduto dovranno:
- essere titolari di partita Iva attiva al 26 maggio 2021
- aver registrato ricavi o compensi compresi tra 10 e 15 milioni di euro nel secondo periodo d’imposta antecedente a quello in cui è entrata in vigore la legge di conversione del secondo decreto Sostegni
- aver avuto un calo del fatturato medio mensile e dei corrispettivi almeno del 30% tra il periodo che va dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021, e il periodo che va dal 1° aprile 2019 e il 31 marzo 2020.
Dal momento che ancora non è arrivata la conferma ufficiale della conversione in legge del decreto Sostegni bis, per avere la certezza che la platea dei beneficiari sia stata estesa come sopra descritto si dovrà attendere ancora qualche giorno.
Dopo l’approvazione del testo in Commissione Finanze il testo dovrà passare al vaglio della Camera e del Senato con l’iter che dovrebbe concludersi entro la scadenza del 24 luglio.
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