Sono finalmente arrivate le prime misure per cercare di arginare l’aumento dei prezzi dei materiali in edilizia. Il Governo ha infatti proposto delle soluzioni e le ha inserite con emendamento al testo di conversione in legge del Decreto Sostegni bis.

Il provvedimento, che attualmente è in mano alla Commissione Bilancio della Camera, elenca una serie di interventi urgenti, legati anche all’emergenza da Covid-19, riguardanti le imprese, il settore sanitario, i servizi territoriali e tutto il mondo del lavoro.

Oltre a tutto ciò poi, come sottolineato dallo stesso MIMS, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, il provvedimento si concentra anche sulla revisione dei prezzi dei materiali da costruzione nei contratti pubblici.

La situazione estremamente difficile in cui versa il settore edilizio non è però da imputare esclusivamente all’ultimo anno segnato dalla pandemia da Covid-19. Si tratta infatti di una crisi iniziata già nel 2007-2008 e che questi ultimi anni hanno contribuito ad aggravare.

A casa delle chiusure e delle misure restrittive adottate per cercare di contenere i contagi, infatti, i prezzi delle materie prime come calcestruzzo, plastiche, metalli e bitumi hanno cominciato a salire rapidamente, fino a toccare quote record già verso la fine del 2020. Per capire l’entità di questo aumento basta osservare il tondo per cemento armato, che tra novembre 2020 e aprile 2021 ha subito un aumento del 117%.

In che modo si può intervenire sul rincaro prezzi?

Una prima soluzione viene proposta appunto attraverso il Decreto Sostegni bis, che propone l’introduzione di un meccanismo di compensazione per le aziende appaltatrici di opere pubbliche. Più in dettaglio, l’emendamento presentato dal Governo prevede che il MIMS rilevi, entro il 31 ottobre 2021 e per i contratti già in esecuzione, tutte le variazioni percentuali, sia in aumento che in diminuzione, di oltre l’8% che si sono verificate nel corso dei primi sei mesi dell’anno corrente.

I dati raccolti verranno poi inseriti in un documento apposito che riporterà i singoli prezzi dei principali materiali da costruzione. La compensazione, poi, sarà determinata “applicando alle quantità dei singoli materiali impiegati nelle lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori dal 1 gennaio 2021 fino al 30 giugno 2021, le variazioni rilevate dal decreto, […] con riferimento alla data d’offerta, eccedenti l’8% se riferite esclusivamente all’anno 2021 ed eccedenti il 10% complessivo se riferite a più anni“.

Ne testo della modifica, infatti, si legge: “per le variazioni in aumento, a pena di decadenza, l’appaltatore presenta alla stazione appaltante l’istanza di compensazione entro 15 giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto. Per le variazioni in diminuzione, la procedura è avviata d’uficio dalla stazione appaltante, entro 15 giorni dalla predetta data. Il responsabile del procedimento accerta con proprio provvedimento il credito della stazione appaltante e procede a eventuali recuperi”.

Ogni stazione appaltante dovrà poi provvedere alla compensazione, entro i limiti del 50%, delle risorse appositamente accantonate per eventuali imprevisti nel quadro economico di ciascun intervento. La quota derivante da ribassi d’asta potrà essere utilizzata, ammesso che non ne sia prevista una diversa destinazione, ed inoltre verrà creato un apposito Fondo Compensazioni da 100 milioni di euro per la copertura di eventuali deficit.

Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha poi affermato: “ringrazio tutti i gruppi parlamentari per l’attenzione mostrata su questo tema e per la fattiva collaborazione con il governo che ha reso possibile approvare una disposizione molto attesa dagli operatori del settore”.

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